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Se ho capito bene, se il proprietario si ritrasse, il proponente, a meno di intraprendere strade legali, dovrebbe accettare di perdere la casa nonostante una proposta accettata pur se con condizione sospensiva? È così?
Forse se la proposta è concepita bene e se il giudice è in buona l'assegno potrebbe essere considerato comunque caparra.
Ma poi sempre da avvocati e giudici si passa, non è che ci sia altra via, sospensiva o meno.
E certo non esiste nessuno sulla faccia della terra disposto a versarla spontaneamente.
E' già tanto che non sia già stato consegnato l'assegno, altrimenti... ciao ciao anche a quello. Qui in Italia conta molto di più il possesso della proprietà ed è molto meglio essere debitori che creditori. Questa è la realtà, che piaccia o no.
Dubito che nei 15 giorni mancanti il proprietario possa rogitare a terzi, quindi se il proponente ha il mutuo approvato nei termini non vedo come il proprietario possa non vendete più se non pagando i danni a chi voleva comprare (compresa la doppia provvigione)
Tra l altro in questo caso l esecuzione forzata avrebbe senso al contrario di quando si parla a parti inverse (obbligare alla acquisto è fuori da ogni logica)