DiegoE

Membro Attivo
Agente Immobiliare
E' corretta una proposta di acquisto dove si obbliga il venditore al rogito a far fare all'unico fratello ( e quindi unico erede legittimo) rinuncia all'azione di riduzione?
Trattasi di immobile ricevuto in donazione dalla madre, che quando ancora in vita ha donato un immobile a ciascun figlio
 

sgaravagli

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
deduco dalla domanda che non siano ancora passati 10 anni dalla morte del donante.....

puoi inserire in proposta una clausola siffatta.... ma se c'è mutuo non è detto che la banca lo conceda
 

Rosa1968

Membro Storico
da quanti anni è deceduto il donante?
Il mio consiglio comunque è di sentire un notaio che analizza il caso e suggerisce la prassi da seguire. Ad ognuno il suo, detto questo con la legge del 2005 sono cambiate un po' di cosine.
Più che rinuncia all'azione di riduzione, che credo sia irrinunciabile, mettiamoci nei panni del legittimario con le relative dinamiche familiari soggette ai chiari di luna, approfondirei il tasto dolente che è il rischio della restituzione. Quindi dare garanzie e tranquillità all'acquirente su quell'aspetto.
 

Umberto Granducato

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
E' corretta una proposta di acquisto dove si obbliga il venditore al rogito a far fare all'unico fratello ( e quindi unico erede legittimo) rinuncia all'azione di riduzione?
Trattasi di immobile ricevuto in donazione dalla madre, che quando ancora in vita ha donato un immobile a ciascun figlio
E' corretta, ma non ti libera dai rischi legati alla donazione. La banca vuole tutelarsi anche dagli eredi che potrebbero manifestarsi in un secondo momento
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
non bisogna fare il mutuo.
Se gli eredi sono solo 2 con questa rinuncia si può stare tranquilli?
Tranquilli al 100% no,perché potrebbero ipoteticamente esistere figli non ancora riconosciuti,ma le probabilità che ciò accada sono minime,forse meno che minime.
Io in casi del genere ,senza mutuo,ho venduto senza problemi .
Per la tutela dell'acquirente forse sarebbe meglio mettere la firma della rinuncia all'azione di riduzione e all'azione di ripetizione (se l'escussione del donatario/venditore non ha esito positivo) come condizione sospensiva.
In tal modo l'acquirente non sostiene costi se non c'è la rinuncia.
In ogni caso comunque il venditore ,se vuole vendere prima dei 10 anni dalla morte del donante , avrà bisogno della rinuncia del fratello.Avendo ricevuto altro il fratello non dovrebbe creare problemi.
Più che rinuncia all'azione di riduzione, che credo sia irrinunciabile,
È irrinunciabile solo prima della morte del donante,dopo è rinunciabile.
 
Ultima modifica:

DiegoE

Membro Attivo
Agente Immobiliare
La mancata rinuncia sarebbe un inadempimento del venditore e quindi costretto alla restituzione del doppio della caparra?

Inoltre, tale rinuncia si può fare anche in sede di preliminare?
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Se inserisci la rinuncia come obbligazione del venditore,il contratto è perfettamente valido ed efficace ,se il fratello non la fa il venditore è inadempiente e deve rendere il doppio;entrambi però dovrebbero le provvigioni.
Se la metti come condizione sospensiva il contratto diventa efficace solo dopo la rinuncia,nessuno perde soldi ,ma tu non incassi.
Sono scelte entrambe valide,ma le parti devono essere informate bene sulle conseguenze.

La rinuncia va fatta dal notaio è può essere fatta in qualsiasi momento;se hai l'incarico sarebbe meglio farla fare subito,così puoi rassicurare ogni potenziale acquirente da questo punto di vista.
 

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