FONTE:L'Unione Sarda.
Il sindaco: puntiamo al piano di risanamento.
Piano di risanamento difficile, ma non impossibile, per 140 abitazioni abusive a rischio di demolizione. Nessuna soluzione in vista, invece, per altre 100 abitazioni realizzate entro i trecento metri dal mare nella costa di Sarrala. Per quaranta case (comprese nei due elenchi) l'ordine di demolizione è immediatamente esecutivo.
È la sintesi tracciata dal sindaco Guido Pisu durante il Consiglio comunale convocato per trovare una soluzione al grave problema. Nella sala consiliare affollata la tensione era palpabile. Anche nella fascia dei 300 metri si riscontra la presenza, seppure minoritaria, di case abusive per necessità. Emblematico è il caso di Antonio Corda, costretto da tempo su una sedia a rotelle. «Stiamo predisponendo a tempo di record ha spiegato il primo cittadino - gli atti preliminari che portino alla definizione di un piano di risanamento delle abitazioni abusive, nell'ambito territoriale che è di competenza del comune. Per fare questo occorre procedere alla modifica del piano regolatore generale, da sottoporre successivamente alla valutazione e approvazione da parte della Regione. Per quanto riguarda invece le case abusive realizzate entro i trecento metri dal mare, le competenze sono esclusivamente della Regione e del governo nazionale. Il comune può solo sollecitare risposte».
Intanto la Procura di Lanusei procede inesorabile, dopo anni di silenzio, nell'applicazione della procedura innescata dalle sentenze di condanna per gli abusivi, ormai passate in giudicato. Il procuratore Domenico Fiordalisi avrebbe già contattato il Genio militare che nell'isola è di stanza a Macomer, e alcune società del cagliaritano specializzate in opere di demolizione e bonifica. Questo nel caso che i proprietari non ottemperino al provvedimento nei termini prescritti o che l'amministrazione civica non decida di acquisire gli immobili al patrimonio indisponibile del Comune. «Il nostro obbiettivo più immediato - spiega Guido Pisu - è quello di sospendere la procedura di demolizione per avere modo di studiare la soluzione più idonea. Preliminarmente occorre effettuare una ricognizione degli abusi, della loro dislocazione e intensità, prima di proporre un qualsiasi piano di recupero. Alle istituzioni della Regione e dello Satato chiediamo di essere vicine all'amministrazione di Tertenia in questa difficile situazione».
Gli amministratori di Tertenia, ma anche quelli di Tortolì e di altri paesi interessati dalle sentenze di demolizione, temono di diventare parafulmini della rabbia e della disperazione che potrebbe esplodere dietro l'angolo. Soprattutto se non fosse possibile trovare soluzioni soddisfacenti, come nel caso delle abitazioni abusive realizzate entro i trecento metri.
Il sindaco: puntiamo al piano di risanamento.
Piano di risanamento difficile, ma non impossibile, per 140 abitazioni abusive a rischio di demolizione. Nessuna soluzione in vista, invece, per altre 100 abitazioni realizzate entro i trecento metri dal mare nella costa di Sarrala. Per quaranta case (comprese nei due elenchi) l'ordine di demolizione è immediatamente esecutivo.
È la sintesi tracciata dal sindaco Guido Pisu durante il Consiglio comunale convocato per trovare una soluzione al grave problema. Nella sala consiliare affollata la tensione era palpabile. Anche nella fascia dei 300 metri si riscontra la presenza, seppure minoritaria, di case abusive per necessità. Emblematico è il caso di Antonio Corda, costretto da tempo su una sedia a rotelle. «Stiamo predisponendo a tempo di record ha spiegato il primo cittadino - gli atti preliminari che portino alla definizione di un piano di risanamento delle abitazioni abusive, nell'ambito territoriale che è di competenza del comune. Per fare questo occorre procedere alla modifica del piano regolatore generale, da sottoporre successivamente alla valutazione e approvazione da parte della Regione. Per quanto riguarda invece le case abusive realizzate entro i trecento metri dal mare, le competenze sono esclusivamente della Regione e del governo nazionale. Il comune può solo sollecitare risposte».
Intanto la Procura di Lanusei procede inesorabile, dopo anni di silenzio, nell'applicazione della procedura innescata dalle sentenze di condanna per gli abusivi, ormai passate in giudicato. Il procuratore Domenico Fiordalisi avrebbe già contattato il Genio militare che nell'isola è di stanza a Macomer, e alcune società del cagliaritano specializzate in opere di demolizione e bonifica. Questo nel caso che i proprietari non ottemperino al provvedimento nei termini prescritti o che l'amministrazione civica non decida di acquisire gli immobili al patrimonio indisponibile del Comune. «Il nostro obbiettivo più immediato - spiega Guido Pisu - è quello di sospendere la procedura di demolizione per avere modo di studiare la soluzione più idonea. Preliminarmente occorre effettuare una ricognizione degli abusi, della loro dislocazione e intensità, prima di proporre un qualsiasi piano di recupero. Alle istituzioni della Regione e dello Satato chiediamo di essere vicine all'amministrazione di Tertenia in questa difficile situazione».
Gli amministratori di Tertenia, ma anche quelli di Tortolì e di altri paesi interessati dalle sentenze di demolizione, temono di diventare parafulmini della rabbia e della disperazione che potrebbe esplodere dietro l'angolo. Soprattutto se non fosse possibile trovare soluzioni soddisfacenti, come nel caso delle abitazioni abusive realizzate entro i trecento metri.