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malinga

Ospite
Aldila' di quanto ti hanno riportato, puoi benissimo pubblicizzare come e quanto vuoi, ogni soluzione immobiliare che ti pare e piace.

Le uniche attivita', che ti sono escluse, sono quelle di trattare in sede di proposta e di incassare a titolo di mediazione.

Lo fanno gli architetti, i geometri e anche gli intermediari, piu o meno abilitati.

Un noto network immobiliare, per pubblicizzare su cartelli e cartelloni, oltre al suo logo, fa' riferimento ad un agente preciso.
Che, se sprovvisto del requisito, lo definisce consulente.

Anche se, non si capisce, che cosa voglia significare.

Forse avevo paura di usare il termine "Consulente" ed in effetti tutto lo si potrebbe riassumere, in caso di "controllo" che poi non ho capito da parte di chi, quale norma di legge dovrei violare se il fatto di una avvenuta mediazione non potrà mai sussistere? La mia primaria curiosità pertanto é mirata alla eventuale presenza di una qualsiasi norma di legge , ed alle relative inosservanze. Grazie intanto a tutti per la preziosa collaborazione
 

Rosa1968

Membro Storico
Lo spiegherei allo stesso modo del privato che per vendere la propria casa col metodo del "fai da te" mette annunci con foto su tutti i portali di inserzioni gratutite e non, poi si stampa i bigliettini da mettere sui banconi dei negozi o sulle bacheche dei supermercati ecc. ecc.
vende casa sua intanto non vende l'appartamento del vicino

In realtà esponendo un cartello pubblicitario con un tuo recapito, significa che qualcosa fai, descrivi l'immobile e ti adoperi per venderlo, non certo per rinforzare la lingua. In caso di controlli, non pensare di non incorrerne, dovrai dimostrare qual è la tua attività. Non c'è il numero della proprietà su quel cartello, ma il tuo, quindi stai facendo qualcosa, non innaffi le piante sul balcone, mi spiego? La tua è riconducibile all'attività di mediazione, non altro, ti pagano per cosa? Non per tradurre, ma per ricercare clienti. Perché invece non affidarsi ad una società immobiliare dove verresti tu ad occuparti della traduzione tra virgolette?
 
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malinga

Ospite
In realtà esponendo un cartello pubblicitario con un tuo recapito, significa che qualcosa fai, descrivi l'immobile e ti adoperi per venderlo, non certo per rinforzare la lingua. In caso di controlli, non pensare di non incorrerne, dovrai dimostrare qual è la tua attività. Non c'è il numero della proprietà su quel cartello, ma il tuo, quindi stai facendo qualcosa, non innaffi le piante sul balcone, mi spiego? La tua è riconducibile all'attività di mediazione, non altro, ti pagano per cosa? Non per tradurre, ma per ricercare clienti. Perché invece non affidarsi ad una società immobiliare dove verresti tu ad occuparti della traduzione tra virgolette?

Scusami tanto ma se allora il proprietario fosse sordomuto sarebbe OBBLIGATO a rivolgersi ad un agenzia per vendere la propria abitazione, penso che delegherebbe qualcuno il quale poi sarebbe oggligato a mettere il proprio recapito e, soltanto alla fine (compromesso-rogito) si farebbe in disparte semprechè non abbia ricevuto pure la delega o procura di vendita. Chi mi paga? naturalmente SOLO chi vende, Per che cosa? Anch'io mi sono adoperato per aiutare chi non è in grado di farlo da solo. (motivi più svariati: Lingue straniere, inventiva nel pubblicizzare, trattare con le tipografie, con chi vende spazi pubblicitari ecc. ) Sono questi forse attività riservate (o per assurdo monopolizzate) ad un agente immobiliare?

Sono quasi certo che l'unica cosa a cui stare attenti è la dicitura in fattura, ti taggo l'esperto in diretta dalla caverna, @Ponz
Certamente io fatturando già diversi generi di servizi in questo caso farei fatturare lo spazio pubblicitario a me per poi riaddebitarlo al venditore come servizio di consulenza pubblicitaria in lingua straniera. Alla peggio il venditore stesso potrebbe farsi fatturare i supporti pubb. ed a me non cambierebbe nulla
 
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Ponz

Membro sognante
Agente Immobiliare
Non esiste alcuna legge che indichi cosa sia "attività di mediazione".

La 39/89 è talmente generica da risultare inutile in questo senso, la normale conseguenza è stata che come detto sopra, l'unica cosa riconoscibile come esclusiva nostra è "aver diritto a un compenso provvigionale quando per effetto della nostra attività attraverso il contatto sociale facciamo accordare due o più parti per concludere un affare", quindi nel momento in cui la nostra opera non viene rifiutata in modo esplicito (assieme all'affare che stiamo contribuendo a formare) alla sua conclusione noi possiamo pretendere il nostro compenso anche senza alcun contratto od accordo a monte, quindi la nostra opera, quando è nesso causale dell'affare, fa scattare quel diritto.

Il nesso causale è quell'evento senza il quale, nello scorrersi degli eventi accaduti, l'affare non può verificarsi, quindi anche la mera indicazione della controparte diventa "nesso" e fa scattare provvigione, eccezioni a parte che confermano la regola.


Questa è l'unica cosa che noi abbiamo più degli altri, oltre a poterci definire chiaramente "agenti immobiliari" senza rischiare sanzioni (nel caso tu stesso ti dichiari di fare "agenzia immobiliare" e non ne hai titolo sei un pirlone).

Quindi tutte le altre azioni non sono vietate, come i compensi, almeno fino a quando qualcuno non riesca a provare che quelle azioni sono "mediazione abusiva" con sentenza singola ed ad hoc, perchè NON esiste alcuna legge, regolamento, decreto attuativo che descriva cosa è "attività di mediazione" riservata agli iscritti al rea, sezione affari in mediazione.

Quindi?

Quindi non si sa, di fatto, cosa accada a chi navighi sul "bordo".... resti sul limite.
 

Zagonara Emanuele

Membro Senior
Agente Immobiliare
Non esiste alcuna legge che indichi cosa sia "attività di mediazione".

La 39/89 è talmente generica da risultare inutile in questo senso, la normale conseguenza è stata che come detto sopra, l'unica cosa riconoscibile come esclusiva nostra è "aver diritto a un compenso provvigionale quando per effetto della nostra attività attraverso il contatto sociale facciamo accordare due o più parti per concludere un affare", quindi nel momento in cui la nostra opera non viene rifiutata in modo esplicito (assieme all'affare che stiamo contribuendo a formare) alla sua conclusione noi possiamo pretendere il nostro compenso anche senza alcun contratto od accordo a monte, quindi la nostra opera, quando è nesso causale dell'affare, fa scattare quel diritto.

Il nesso causale è quell'evento senza il quale, nello scorrersi degli eventi accaduti, l'affare non può verificarsi, quindi anche la mera indicazione della controparte diventa "nesso" e fa scattare provvigione, eccezioni a parte che confermano la regola.


Questa è l'unica cosa che noi abbiamo più degli altri, oltre a poterci definire chiaramente "agenti immobiliari" senza rischiare sanzioni (nel caso tu stesso ti dichiari di fare "agenzia immobiliare" e non ne hai titolo sei un pirlone).

Quindi tutte le altre azioni non sono vietate, come i compensi, almeno fino a quando qualcuno non riesca a provare che quelle azioni sono "mediazione abusiva" con sentenza singola ed ad hoc, perchè NON esiste alcuna legge, regolamento, decreto attuativo che descriva cosa è "attività di mediazione" riservata agli iscritti al rea, sezione affari in mediazione.

Quindi?

Quindi non si sa, di fatto, cosa accada a chi navighi sul "bordo".... resti sul limite.

E se qualcuno lo segnala e/o incappa in un controllo e chi controllo configura nel suo operato l'esercizio abusivo dell'attività scattano le sanzioni civili e penali.
Ovviamente potrà difendersi ma saranno ca....... amari comunque vada.
Auguri!
 
M

malinga

Ospite
Non esiste alcuna legge che indichi cosa sia "attività di mediazione".

La 39/89 è talmente generica da risultare inutile in questo senso, la normale conseguenza è stata che come detto sopra, l'unica cosa riconoscibile come esclusiva nostra è "aver diritto a un compenso provvigionale quando per effetto della nostra attività attraverso il contatto sociale facciamo accordare due o più parti per concludere un affare", quindi nel momento in cui la nostra opera non viene rifiutata in modo esplicito (assieme all'affare che stiamo contribuendo a formare) alla sua conclusione noi possiamo pretendere il nostro compenso anche senza alcun contratto od accordo a monte, quindi la nostra opera, quando è nesso causale dell'affare, fa scattare quel diritto.

Il nesso causale è quell'evento senza il quale, nello scorrersi degli eventi accaduti, l'affare non può verificarsi, quindi anche la mera indicazione della controparte diventa "nesso" e fa scattare provvigione, eccezioni a parte che confermano la regola.


Questa è l'unica cosa che noi abbiamo più degli altri, oltre a poterci definire chiaramente "agenti immobiliari" senza rischiare sanzioni (nel caso tu stesso ti dichiari di fare "agenzia immobiliare" e non ne hai titolo sei un pirlone).

Quindi tutte le altre azioni non sono vietate, come i compensi, almeno fino a quando qualcuno non riesca a provare che quelle azioni sono "mediazione abusiva" con sentenza singola ed ad hoc, perchè NON esiste alcuna legge, regolamento, decreto attuativo che descriva cosa è "attività di mediazione" riservata agli iscritti al rea, sezione affari in mediazione.

Quindi?

Quindi non si sa, di fatto, cosa accada a chi navighi sul "bordo".... resti sul limite.

Grazie Ponz, davvero asaustivo il tuo intervento, ma lascia che ti chieda quali possono essere, almeno stando a casi precedenti, i presupposti per dichiarare una mediazione "abusiva".
Ripetendo quindi che io non dovrei nemmeno apparire sui documenti di rogito quale mediatore, trattandosi di una eventuale vendita diretta, tutto il discorso sulla lecita o non mediazione non avrebbe senso.
Sai dirmi di più sui controlli che possono fare che so? GdF Polizia locale o altri sugli strumenti pubblicitari da me adottati?
 
M

malinga

Ospite
E se qualcuno lo segnala e/o incappa in un controllo e chi controllo configura nel suo operato l'esercizio abusivo dell'attività scattano le sanzioni civili e penali.
Ovviamente potrà difendersi ma saranno ca....... amari comunque vada.
Auguri!

Io non conosco le leggi in materia, uno dei motivi per il quali sto qui a scrivere :)
mi sai tu indicare cortesemente quale norma specifica violata potrebbe essere accertata dopo un controllo e da chi?? Certo che a qualche agenzia imobiliare potrei dar fastidio portandogli via un potenziale pane dai denti, e la sua gelosia lo spingerebbe a segnalarmi ( dicasi TIRATA o CAROGNATA ) magari al vigile del posto o al maresciallo compagno di merende
 

Ponz

Membro sognante
Agente Immobiliare
Grazie Ponz, davvero asaustivo il tuo intervento, ma lascia che ti chieda quali possono essere, almeno stando a casi precedenti, i presupposti per dichiarare una mediazione "abusiva".
Ripetendo quindi che io non dovrei nemmeno apparire sui documenti di rogito quale mediatore, trattandosi di una eventuale vendita diretta, tutto il discorso sulla lecita o non mediazione non avrebbe senso.
Sai dirmi di più sui controlli che possono fare che so? GdF Polizia locale o altri sugli strumenti pubblicitari da me adottati?
Purtroppo non saprei aiutarti molto.

Io direi che per non cadere nel sospetto di mediazione abusiva uno dei presupposti sia un compenso che esista a prescindere dal risultato, come prima cosa, che abbia un importo che non sia assimilabile a una provvigione, come seconda, e che sia indubbiamente riconoscibile come compenso per una prestazione che non sia riconducibile a quello che fa il mediatore.

Molti di noi pensano che il nostro lavoro sia di promozione, ad esempio, questo li porta nell'errore di considerare che solo noi possiamo fare pubblicità agli immobili in modo "organizzato".

Ciò è assolutamente errato, chiaramente, il nostro lavoro non è fare annunci di immobili ne farne promozione, il nostro lavoro è rendere possibile il concludersi di affari tra soggetti, attraverso le relazioni sociali, e quando queste parti concludono abbiamo l'esclusiva del diritto "naturale" che nasce grazie al codice civile.

Un mediatore ha diritto alla provvigione non solo indicando un immobile, ma anche una controparte.

Purtroppo molti colleghi si son perduti e hanno smarrito il senso del nostro lavoro che è appunto un lavoro di relazioni tra persone, gli immobili sono il bene che le perone si scambiano ma noi NON vendiamo immobili... molti colleghi pensano che sia poco creare relazioni e occasioni di affari che senza la nostra opera non esisterebbero, e si limitano a prendere incarichini e metterne annunci e sedersi ad aspettare... chiaro che poi perdano se stessi e non sappiano più chi siamo... e arrivano a pensare che fare il nostro mestiere sia "troppo poco" per prendere una provvigione, quando è esattamente il contrario: la provvigione ha senso SOLO in un contesto dove il mediatore crei occasioni di affari che senza la sua opera sarebbero state molto più improbabili, per questo ha diritto alla provvigione, che è un percentile sul valore che ha fatto scambiare.

Se dovessimo prendere soldi per i controlli, saremmo innanzitutto colpevoli di abusivismo nei confronti dei tecnici, e prenderemmo soldi immeritati.

Detto questo, tornando a bomba, se uno mettesse su un servizio dove compie tutte le azioni accessorie che anche noi mettiamo in atto (cura della promozione dell'immobile, gestione delle visite, raccolta strumentale dei documenti, indicazione di tecnici ecc.) in cambio di un compenso fisso, che abbia un importo non configurabile come provvigione per la sua entità, sarà molto difficile dire che "fa mediazione" (ci sono servizi simili da anni e non mi risulta abbiamo mai avuto problemi).

VIceversa, se uno si mette a fare la stessa cosa, configurando un compenso al risultato, magari con un % proporzionale all'importo e non alla prestazione che mette in atto...allora.... io fossi in lui starei parecchio attento.
 
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