Avete scelto questa professione per passione, esercitarla non vi pesa, ne avete fatto una ragione di vita, essa vi ha donato un ruolo sociale e il pane quotidiano, vi ha permesso di conoscere tanta gente e di raffinare la vostra “competenza sociale”, vi sentite realizzati, soddisfatti, appagati, eppure se in questo lavoro non ci fosse quell’aspetto negativo, quell’ elemento riprovevole, quella condizione che vi imbarazza, quell’obbligo che vi limita, quel requisito che mette piombo sulle ali e non mi fa volare abbastanza, sarebbe molto meglio.
Qual’e quel punto “nero” del lavoro del mediatore che vi mette in difficoltà, quel “tabù” che ancora oggi vi blocca , vi inibisce?
C’è ne uno?
Oppure siete diventati dei vecchi lupi di mare, rotti a tutte le esperienze e, niente e nessuno, vi fa più paura?
Rispondete se volete, naturalmente.
Qual’e quel punto “nero” del lavoro del mediatore che vi mette in difficoltà, quel “tabù” che ancora oggi vi blocca , vi inibisce?
C’è ne uno?
Oppure siete diventati dei vecchi lupi di mare, rotti a tutte le esperienze e, niente e nessuno, vi fa più paura?
Rispondete se volete, naturalmente.