Rosalba1965

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Buonasera, vi scrivo per chiedervi delucidazioni su quanto sta succedendo a mia sorella, la quale ha messo in vendita una villetta a febbraio, ora passato il virus ecc ha deciso di tenerla e non venderla più. Sul contratto non sono presenti ne citate penali di nessun tipo, mentre il suo agente ( quello con cui lei ha fatto il contratto) insiste a dire che comunque vanno pgate delle penali per la pubblicità ecc.
È possibile ciò anche se non previsto ne citato dal contratto fatto con lagente?
grazieee!
 

specialist

Membro Storico
Privato Cittadino
A parte che il virus non è "passato", riferisci a tua sorella che se le rimane un minimo di educazione e buon senso dovrebbe essere lei stessa a proporsi quantomeno per un rimborso spese adeguato (e comunque obbligatorio per legge) dato che ha conferito incarico all'agente facendolo lavorare a vuoto.
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Dove non sono previste penali già quantificate, resta il dovere legale di
risarcire il danno per recesso anticipato, cioè rifondere tutte le spese sostenute dall’agenzia in funzione della messa in vendita, soprattutto se l’incarico era in esclusiva.
 
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Zagonara Emanuele

Membro Senior
Agente Immobiliare
No non è possibile.

Solitamente l'incarico di vendita deve contenere eventuali penali da pagarsi in casi del genere e/o l'indicazione che le spese devo essere rimborsate.

Se non prevede nulla di tutto ciò, contrattualmente nulla è dovuto, perciò bene per tua sorella e male per l'agente che ha avuto il demerito di utilizzare un formulario mal concepito.

Poi è ovvio che trattandosi di un incarico ancora in corso di validità e tenendo conto del fatto che l'agente ha lavorato per la vendita dell'immobile (anche se limitatamente a causa del fermo dovuto alla pandemia) prassi vuole che venga richiesto il rimborso delle spese.

In questo caso, sarebbe giusto e doveroso pagare quantomeno le spese reali ed effettivamente sostenute dall'agente (che saranno poche decine di euro), ma buon senso vorrebbe (nel caso specifico di tua sorella) che ci si offrisse di pagare una somma congrua, anche per "il disturbo".
 

Zagonara Emanuele

Membro Senior
Agente Immobiliare
Però l'art. 1756 c.c. sembrerebbe indicare che il mediatore ha diritto comunque a un rimborso spese.


Ovvio, tuttavia si tratta di spese sostenute in esecuzione dell'incarico (pubblicità, visure, ecc...), spese che a conti fatti si possono quantificare in poche decine di euro e che devono essere dimostrate fatture alla mano.

E se viene richiesta una somma "x" a titolo di rimborso spese ma il conferente l'incarico non le versa cosa fa l'agente? Intenta causa per poche decine o al massimo poche centinaia di euro?

Io solitamente non le chiedo mai.
Se porto a compimento l'incarico le considero compensate nella provvigione richiesta (a meno che non si tratti di spese considerevoli e allora il discorso cambia).
Se non porto a compimento l'incarico non faccio la figura del barbone chiedendo qualche decina di euro.

Se e quando invece, programmo ad esempio una campagna pubblicitaria pressante, martellante e su più fronti (portali, carteceo su stampa nazionale, magari radio o tv, ecc.. e quindi onerosa), chiedo non un rimborso spese ma un "acconto spese" (per non correre il rischio di non incassare le spese sostenute).
+
Inoltre, l'incarico che utilizzo, prevede una penale in caso di revoca dello stesso (cosa che il collega a quanto pare non fà).
 
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