Il disagio sociale può essere combattuto anche con la costruzione di appartamenti a canone contenuto, nell'Isola previsti 917 nuovi alloggi.
L a crisi economica sta colpendo le famiglie più povere. E per molte di loro è già scattato l'allarme casa. Secondo il terzo rapporto Uil “famiglia-reddito-casa”, la Sardegna registra la percentuale di sfratti per morosità più elevata d'Italia (con l'88,8% dei casi). Un'emorragia che potrebbe essere tamponata anche grazie alla costruzione di nuove abitazioni a canone sociale.
GLI INTERVENTI L'agenzia Area (ex Iacp), per la verità, è già all'opera da un po' di tempo: con circa 99 milioni a disposizione e 42 comuni coinvolti, ha iniziato ad acquisire le aree dove realizzare 917 abitazioni, di cui 485 dalla riconversione di vecchi edifici. Tutto bene, dunque. Non proprio. «La recessione», spiega Gesuino Macciocu, direttore generale dell'Area Sardegna, «ha infoltito la schiera di chi avrebbe bisogno di un tetto senza spendere molto». Qualche esempio? «A Sassari», continua Macciocu, «oltre 1.500 persone hanno chiesto di partecipare al bando del Comune per l'assegnazione di nuovi appartamenti a canone sociale. E se si dovesse fare un bando a Cagliari, ci sarebbero almeno 2.000 richieste».
IL PIANO CASA Insomma, l'intervento regionale - varato nel 2008 - non sembra sufficiente. Occorre fare di più. Macciocu guarda al piano casa lanciato dal governo Berlusconi. «Ancora i dettagli non sono chiari, ma se arrivassero nuovi finanziamenti per nuove case, non potremmo che essere contenti». Di certo c'è che il provvedimento nazionale per l'edilizia sociale è stato approvato dal Cipe l'8 maggio scorso. Un piano che cercherà di superare il disagio sociale degli italiani, mettendo in pista 350 milioni, da ripartire fra le regioni. In totale, dovrebbero essere costruite seimila abitazioni. Quanto spetterà alla Sardegna, non è ancora noto. «Il problema», sottolinea Macciocu, «non è solo l'ammontare di denaro che arriverà: l'Area deve essere messa anche in condizione di lavorare». In altre parole, prosegue il direttore dell'Agenzia regionale per l'edilizia abitativa, «i soldi che vengono stanziati spesso restano bloccati perché i Comuni non hanno a disposizione aree per costruire questo tipo di alloggi».
I NUMERI Oggi in Sardegna, ci sono 24.144 appartamenti di edilizia popolare, di proprietà dell'Area, affittati a un canone medio di 80 euro. Nel Cagliaritano ce ne sono 6.934 (di cui 1.580 nel Medio Campidano), nel Sulcis raggiungono quota 4.115, mentre nel Nuorese toccano i 4.051 (di cui 457 in Ogliastra). Completano l'elenco Olbia-Tempio con 1.350 alloggi, il Sassarese con 5.446 case e l'Oristanese con 2.109. Il valore complessivo degli immobili sfiora 800 milioni di euro (per la precisione 789.483.773).
LA VENDITA Ma per costruire nuovi appartamenti, sono necessarie risorse fresche. Ecco perché - con una delibera di Giunta del febbraio scorso - l'assessorato ai Lavori pubblici ha proposto la vendita del 75% degli immobili dell'Area. Il prezzo medio di cessione è di 32.698 euro, ma non sarà facile ottenere il risultato. «Molti affittuari non hanno il denaro sufficiente per riscattare l'appartamento, anche se è possibile pagarlo a rate», osserva Macciocu. L'obiettivo dell'Area è riuscire a cedere almeno il 30-35% dell'intero patrimonio.
L a crisi economica sta colpendo le famiglie più povere. E per molte di loro è già scattato l'allarme casa. Secondo il terzo rapporto Uil “famiglia-reddito-casa”, la Sardegna registra la percentuale di sfratti per morosità più elevata d'Italia (con l'88,8% dei casi). Un'emorragia che potrebbe essere tamponata anche grazie alla costruzione di nuove abitazioni a canone sociale.
GLI INTERVENTI L'agenzia Area (ex Iacp), per la verità, è già all'opera da un po' di tempo: con circa 99 milioni a disposizione e 42 comuni coinvolti, ha iniziato ad acquisire le aree dove realizzare 917 abitazioni, di cui 485 dalla riconversione di vecchi edifici. Tutto bene, dunque. Non proprio. «La recessione», spiega Gesuino Macciocu, direttore generale dell'Area Sardegna, «ha infoltito la schiera di chi avrebbe bisogno di un tetto senza spendere molto». Qualche esempio? «A Sassari», continua Macciocu, «oltre 1.500 persone hanno chiesto di partecipare al bando del Comune per l'assegnazione di nuovi appartamenti a canone sociale. E se si dovesse fare un bando a Cagliari, ci sarebbero almeno 2.000 richieste».
IL PIANO CASA Insomma, l'intervento regionale - varato nel 2008 - non sembra sufficiente. Occorre fare di più. Macciocu guarda al piano casa lanciato dal governo Berlusconi. «Ancora i dettagli non sono chiari, ma se arrivassero nuovi finanziamenti per nuove case, non potremmo che essere contenti». Di certo c'è che il provvedimento nazionale per l'edilizia sociale è stato approvato dal Cipe l'8 maggio scorso. Un piano che cercherà di superare il disagio sociale degli italiani, mettendo in pista 350 milioni, da ripartire fra le regioni. In totale, dovrebbero essere costruite seimila abitazioni. Quanto spetterà alla Sardegna, non è ancora noto. «Il problema», sottolinea Macciocu, «non è solo l'ammontare di denaro che arriverà: l'Area deve essere messa anche in condizione di lavorare». In altre parole, prosegue il direttore dell'Agenzia regionale per l'edilizia abitativa, «i soldi che vengono stanziati spesso restano bloccati perché i Comuni non hanno a disposizione aree per costruire questo tipo di alloggi».
I NUMERI Oggi in Sardegna, ci sono 24.144 appartamenti di edilizia popolare, di proprietà dell'Area, affittati a un canone medio di 80 euro. Nel Cagliaritano ce ne sono 6.934 (di cui 1.580 nel Medio Campidano), nel Sulcis raggiungono quota 4.115, mentre nel Nuorese toccano i 4.051 (di cui 457 in Ogliastra). Completano l'elenco Olbia-Tempio con 1.350 alloggi, il Sassarese con 5.446 case e l'Oristanese con 2.109. Il valore complessivo degli immobili sfiora 800 milioni di euro (per la precisione 789.483.773).
LA VENDITA Ma per costruire nuovi appartamenti, sono necessarie risorse fresche. Ecco perché - con una delibera di Giunta del febbraio scorso - l'assessorato ai Lavori pubblici ha proposto la vendita del 75% degli immobili dell'Area. Il prezzo medio di cessione è di 32.698 euro, ma non sarà facile ottenere il risultato. «Molti affittuari non hanno il denaro sufficiente per riscattare l'appartamento, anche se è possibile pagarlo a rate», osserva Macciocu. L'obiettivo dell'Area è riuscire a cedere almeno il 30-35% dell'intero patrimonio.