Tutti amano il loro luogo di nascita. Tutti vogliono bene alla loro piccola patria, al loro borgo natio.. Molti hanno affetto, ugualmente, per il loro luogo di residenza che, spesso, è il posto che ha dato a tanti lavoro, famiglia, futuro.
Gli italiani sono settari per istinto e natura…8101 comuni italiani significano 8100 piccole madrepatrie.
Già 8100 piccole patrie su 8101 campanili….ne manca uno. Già, accidenti, ne manca uno!
Manca una terra natale all’appello.
Se tutti amano il loro luogo di nascita o di residenza in Italia, se tutti possono permettersi il lusso di essere campanilisti, però c’è una particolarità, una eccezione che quasi conferma la regola: Milano.
In Italia, persino l’abitante del più sperduto paesino di montagna è legittimato a fare il campanilista ma il milanese no!
Ai milanesi è quasi vietato di parlare bene della loro città! Precluso, proibito, se non addirittura impedito!
Quando un milanesi si azzarda a parlare bene della sua città viene fissato, dagli “stranieri”, con incredulità quasi credessero che stesse scherzando. Poi parte la frecciatina, la stoccata, la punzecchiata ed infine la pugnalata se l’incauto ambrosiano persiste nel suo elogio campanilistico:
“ Ma come fa a piacerti questa città cosi sporca, livida e grigia. Ma non lo vedi che Milano è la città più brutta d’Italia se non del mondo?”
Questa frase è diventato il bollettino di uno dei luoghi comuni italiani più difficili da sfatare: la tristezza, la malinconia della città della Madonnina!
Una vera leggenda metropolitana!
Il primo immigrato che arriva dal Sud ( ne arrivano ancora e tanti…) o l’ultimo studente fuoricorso e fuorisede dell’Università Statale si ritiene nel diritto di disprezzare e di denigrare la città del Duomo, la sua intima e sofferta meneghinità.
Addirittura, non appena si arriva in città e, scesi da pochissimo dal treno, già si comincia a dire peste e corna della città!
• Ma il Duomo, La Scala, il Cenacolo, i Navigli, Brera, la Torre Velasca di BBPR, La Bicocca, Sironi, Gregotti, Il Palazzo della Regione, Il Piccolo Teatro….la Stagione Operistica, le bellissime Storie umane ed industriali che, dentro la metropoli, si intrecciano, e ancora, Il Corriere della Sera, I Grandi Capitani d’ Industria, l’Editoria basilare, L’Inter il Milan…lo Stadio più bello d’ Italia cioè Il Meazza di San Siro, non contano niente per dare lustro e gloria a Milano? Non sono sufficienti per darle fama e simpatia universale?
E come mai?
Chissà perché, il primo pivello che viene dai confini della realtà, con le valigie di cartone, per trovare una qualche sistemazione esistenziale decente, poi sente il dovere di sputare nel piatto in cui mangia?
Chissà perché comincia a fare, non richiesto, il critico architettonico, urbanistico ed immobiliare?
Ma è proprio vero, che a Milano, anche gli alberi sono di trenta piani?
Gli Agenti Immobiliari di questa bellissima città, che hanno il privilegio di conoscerla e di viverla nei suoi angoli più belli e nascosti, nelle sue strade più larghe ed alberate, nei meandri più avviluppati ed intimi, cosa ne pensano della loro metropoli?
E’ proprio così inospitale e disagevole, scomoda ed inabitabile?
Ma è proprio così strano fare l’agente immobiliare a Milano?
Gli italiani sono settari per istinto e natura…8101 comuni italiani significano 8100 piccole madrepatrie.
Già 8100 piccole patrie su 8101 campanili….ne manca uno. Già, accidenti, ne manca uno!
Manca una terra natale all’appello.
Se tutti amano il loro luogo di nascita o di residenza in Italia, se tutti possono permettersi il lusso di essere campanilisti, però c’è una particolarità, una eccezione che quasi conferma la regola: Milano.
In Italia, persino l’abitante del più sperduto paesino di montagna è legittimato a fare il campanilista ma il milanese no!
Ai milanesi è quasi vietato di parlare bene della loro città! Precluso, proibito, se non addirittura impedito!
Quando un milanesi si azzarda a parlare bene della sua città viene fissato, dagli “stranieri”, con incredulità quasi credessero che stesse scherzando. Poi parte la frecciatina, la stoccata, la punzecchiata ed infine la pugnalata se l’incauto ambrosiano persiste nel suo elogio campanilistico:
“ Ma come fa a piacerti questa città cosi sporca, livida e grigia. Ma non lo vedi che Milano è la città più brutta d’Italia se non del mondo?”
Questa frase è diventato il bollettino di uno dei luoghi comuni italiani più difficili da sfatare: la tristezza, la malinconia della città della Madonnina!
Una vera leggenda metropolitana!
Il primo immigrato che arriva dal Sud ( ne arrivano ancora e tanti…) o l’ultimo studente fuoricorso e fuorisede dell’Università Statale si ritiene nel diritto di disprezzare e di denigrare la città del Duomo, la sua intima e sofferta meneghinità.
Addirittura, non appena si arriva in città e, scesi da pochissimo dal treno, già si comincia a dire peste e corna della città!
• Ma il Duomo, La Scala, il Cenacolo, i Navigli, Brera, la Torre Velasca di BBPR, La Bicocca, Sironi, Gregotti, Il Palazzo della Regione, Il Piccolo Teatro….la Stagione Operistica, le bellissime Storie umane ed industriali che, dentro la metropoli, si intrecciano, e ancora, Il Corriere della Sera, I Grandi Capitani d’ Industria, l’Editoria basilare, L’Inter il Milan…lo Stadio più bello d’ Italia cioè Il Meazza di San Siro, non contano niente per dare lustro e gloria a Milano? Non sono sufficienti per darle fama e simpatia universale?
E come mai?
Chissà perché, il primo pivello che viene dai confini della realtà, con le valigie di cartone, per trovare una qualche sistemazione esistenziale decente, poi sente il dovere di sputare nel piatto in cui mangia?
Chissà perché comincia a fare, non richiesto, il critico architettonico, urbanistico ed immobiliare?
Ma è proprio vero, che a Milano, anche gli alberi sono di trenta piani?
Gli Agenti Immobiliari di questa bellissima città, che hanno il privilegio di conoscerla e di viverla nei suoi angoli più belli e nascosti, nelle sue strade più larghe ed alberate, nei meandri più avviluppati ed intimi, cosa ne pensano della loro metropoli?
E’ proprio così inospitale e disagevole, scomoda ed inabitabile?
Ma è proprio così strano fare l’agente immobiliare a Milano?