Sarà il ragionier Artemio Pecorazzi a salvare gli affari degli agenti immobiliari italiani?
Se non l’avete capita bene ripeto la singolare domanda: sarà il ragionier Artemio Pecorazzi a soccorrere e proteggere gli agenti immobiliari?
Vi state chiedendo, voi lettori di Immobilio, facendo una faccia meravigliata:ma chi è il ragionier Artemio Pecorazzi, novello ed ipotetico salvatore della categoria degli agenti immobiliari ? Noi non abbiamo mai sentito nominare il suo nome.
Vi credo. Per tutti voi egli è un perfetto sconosciuto, una persona ignota, un carneade di manzoniana memoria…
Eppure il rag. Artemio Pecorazzi esiste.
E’ una persona in carne ed ossa e vive e lavora in Italia.E’ un individuo ricco di buonsenso e di saggezza. Un italiano autentico ed antico.
Ma, allora, vi chiederete, che ruolo ricoprirà nella scala sociale?
E’ un imprenditore di successo?
Un politico di lungo corso?
Un economista affermato?
Un tecnico di fama?
E’ un agente immobiliare di talento superiore?
No, acqua, siete lontani dalla giusta soluzione.
Acqua, egli non è nulla di tutto questo.
Artemio Pecorazzi, classe 1952, nato in provincia di Frosinone, ciociaro purosangue, diploma di ragioneria, in gioventù militante politico della corrente democristiana andreottiana “Primavera”, è un semplice e anonimo impiegato del Ministero del Lavoro con la qualifica funzionale di “capufficio”, prossimo all’agognata pensione (riforma Fornero permettendo…).
Un ministeriale come tanti, uno “con le mezza maniche” onesto e probo, un uomo serio e posato, ma sicuramente non un bell’ Adone, con quell’altezza di 165 cm, con quella testa pelata e liscia come un uovo e con quella pancia prominente; ma è lo stesso un uomo felicemente sposato da trent’anni con Adelina, un’assistente tecnica-amministrativa in una scuola media della capitale. Un matrimonio pienamente riuscito quello tra Artemio e Adelina, allietato dalla nascita di due figli senza grilli per la testa chiamati Pietro e Anna.
Una famiglia stabile e serena quella Pecorazzi, timorata di Dio, ordinata e riservata - mai uno scandalo mai un pettegolezzo - tranquilla e solida dal punto di vista economico, almeno fino all’insediamento del governo tecnico di Mario Monti.
Come sappiamo tutti, l’Italia ad un certo punto dell’anno 2011 si è trovato sull’orlo della abisso finanziario (o perlomeno così ci hanno fatto credere…), il governo Berlusconi, che vivacchiava a palazzo Chigi da quasi quattro anni tra inconcludenze, divisioni, fratture e frequenti escursioni in ville di tolleranze, fu fatto rapidamente sloggiare da tutte le cariche e da tutte le poltrone da una sollevazione di palazzo (Quirinale…) e celermente sostituito da un esecutivo composto esclusivamente da “ottimati” in quanto “ottimamente” accreditati da tutte le autorità finanziarie e da tutti gli organismi internazionali che contano, i veri poteri forti sul pianeta Terra.
Stabilitosi il governo Monti a Palazzo Chigi, per ottemperare alla superiore Ragion di Stato, tra gli squilli di tromba della politica internazionale, gli osanni delle istituzioni economiche e i giulebbe dei mass media, per il pacifico e mite ragionier Pecorazzi iniziarono delle grigie giornate di dubbi e di afflizioni.
Da una parte, l’aureolato Monti che camminava con indicibile grazia, lentamente e benedicente, a mezzo metro da terra, e gravava, imponeva e taglieggiava tutto il tassabile, dall’altra parte, il borghese piccolo e calvo, l'anonimo lavoratore e l'indefesso risparmiatore, che sentiva puzzo di bruciato e cominciava a fare furiosamente di conto con la sua calcolatrice.
"Ce la farò? Non ce la farò?
Cominciava a chiedersi sempre più ossessivamente il rag. Pecorazzi premendo nervosamente i polpastrelli sui tasti della calcolatrice.
“Tassare, dormire, forse morire. Tassare. Morire. Dormire.
Dormire, gravare, forse sognare.”
Chissà perché nella mente del rag. Pecorazzi cominciavano a mulinare, in modo disordinato, brandelli di versi scespiriani, malamente digeriti in gioventù, insieme ai regolamenti ministeriali del famigerato decreto legge sull’ IMU
“IMU, o non IMU, questo è il dilemma.
Se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa tassa
o prendere le armi contro
e, contrastandola, porre, ad essa, fine. Morire, dormire…nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui sono eredi le Imposte Municipali; è una conclusione da desiderarsi devotamente.”
Già, solo dormendo e sognando, pensa il ragionier Pecorazzi, si può immaginare che gli italiani prenderanno, uniti e in un cuor solo, le armi contro l’odiosa gabella che tassa e, quasi espropria, il patrimonio immobiliare messo su con indicibile sacrifici e inenarrabili rinunce da quasi tutti i connazionali!
E’ bello sognare, medita il rag. Pecorazzi, ma, intanto, l’ IMU sulle due seconde case che ho acquistato, in tempi favorevoli, per la famiglia e per i figli e per garantirmi una pensione serena e senza sorprese, bisogna pagarla, Shakespeare o non Shakespeare.
Lo Stato non ti concede di fare l’Amleto, pagare o non pagare questo è il problema….
Qui bisogna pagare o pagare e farlo e subito…Questo è il SOLO E UNICO problema.
Mario Monti è un economista e pare non sia molto sensibile all’ arte poetica scespiriana…
Inoltre, il rag. Pecorazzi, dopo trent’anni di impiego al Ministero, ha imparato a leggere il messaggio, sempre quello, scritto tra le righe delle innumerevoli leggi che gli sono passati sotto gli occhi e che ha dovuto, a volte, anche applicare nell’ambito delle sue competenze:”e tu, popolo bue, devi solo portare l’avena ai cavalli di razza e di regime e asportare i loro escrementi. E non ti azzardare a chiedere e fare nient’altro”.
"Quindi l’IMU montiana occorre pagarla, volenti o nolenti, ma come si fa?" Si chiede corrucciato il rag. Artemio Pecorazzi, una vita di lavoro al Ministero del Lavoro. (Scusate il bisticcio lessicale…).
“E inutile che faccio e rifaccio i calcoli, tra base imponibile, aliquote e detrazioni…. Mi viene sempre 3.054 euro da pagare in pronta cassa”.
“Sono 700 euro tondi la prima casa di Roma a Montesacro vecchio, 1843 l’appartamento in zona Talenti e 511 euro la casetta al mare, zona Torvaianica…
Totale: euro 3054.
La matematica non è un’opinione.”
Eh già, deve proprio pagare quella somma di IMU allo Stato il povero rag. Artemio Pecorazzi, il nostro piccolo eroe simpatico e gentile, calvo e panciuto, basso e tarchiatello, senza appeal e senza potere, ma che insieme ad altri impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai, onesti e lavoratori come lui, hanno fatto, in questi ultimi cinquant’anni, andare avanti l’Italia…tirando la carretta.
Altri impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai che a loro volta, a milioni, dovranno versare miliardi di euro di IMU nelle affamate casse dell’erario.
“Tutto questo è indecente” andava ripetendo il rag. Pecorazzi, come un automa, in ufficio, a casa, al bar, alla barberia, nel mercato rionale, nel circolo di bocciofila che frequentava regolarmente e dove era apprezzato umanamente e stimato come un ottimo stoccatore…
“Tutto questo è indecente” andavano ripetendo, in giro per l’ Italia, milioni di impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai, onesti e lavoratori che, come il rag. Pecorazzi ed insieme a lui, hanno fatto, in questi ultimi cinquant’anni, andare avanti l’Italia…tirando la carretta.
Ma a questo punto, il rag. Artemio Pecorazzi, questo borghese piccolo piccolo, questo modesto burocrate del sottobosco ministeriale romano, questo campione da bocciofila, come se fosse preso da un incantesimo, come se fosse rapito da un’improvvisa ispirazione, fa una mossa a sorpresa, quella giusta, quella spiazzante, quella capace di ridare ossigeno all’asfittico e cianotico mercato immobiliare, la mossa capace di salvare dal burrone un certo numero di mediatori in difficoltà.
Affitta e vende.
Artemio Pecorazzi, affitta e vende.
Gridatelo forte! Pecorazzi affitta e vende!
Fa proprio queste due azioni: affittare la casa di Talenti e vendere la casetta al mare di Torvaianica.
Infatti, egli non può sostenere la spesa di 3054 euro di IMU che si replicherà, probabilmente, in modo inesorabile, ogni anno…magari persino maggiorata, se andrà in vigore l’istituenda riforma del catasto…Un’ altra oscura minaccia che pende sul capo degli proprietari di casa italiani.
La figlia minore Anna sta facendo ancora l’Università e le sue tasse sono salate per non parlare del costo dei libri di testo. Una brava ragazza, Anna, ma chissà, per quanto tempo, graverà ancora sul bilancio familiare…
Il primo figlio Pietro, nonostante la laurea in Scienze Politiche, lavoricchia in un call center e guadagna stentatamente 700 euro al mese e non puo’ progettare nemmeno lontanamente di farsi una famiglia; a pensare che quel bell’appartamento di 90 mq. in zona Talenti il rag Pecorazzi l’aveva lasciato sfitto con la speranza che ci andasse ad abitare, quanto prima, suo figlio magari con una futura moglie…
Invece Pietro vive ancora con i genitori costretto a fare il bamboccione chissà per quanto tempo ancora!
E allora il rag. Pecorazzi prende la decisione di affittarlo, l'immobile di zona Talenti, così almeno, con la pigione, ci paga l’IMU e ci guadagna pure qualcosa…
La villetta al mare, con le pareti mezze scrostate e con le inferriate tutte arrugginite, non varrà sul mercato poi molto ma si trova a 50 metri dalla spiaggia sabbiosa di Torvaianica una zona che 40 anni fa era molto a la page… E che, neanche adesso che è passata di moda, è poi tanto male, anzi…
Il ragionier Pecorazzi e famiglia ormai ci si rintana per non più di 3 settimane all’anno…Uno spreco tenersela ancora con tutte queste tasse…
Se il ragioniere riesce a venderla per una discreta somma, con gli interessi in titoli obbligazionari di quest’ultima e con il risparmio annuale di 511 euro di IMU, la vacanza al mare se la potrà fare pagandosi un albergo decente per 15 giorni…
Quindi, la parola d’ordine in casa Pecorazzi, è una sola ed irrevocabile: rifuggire dall’ IMU, vendendo il vendibile e affittando l’affittabile…
Il ragionier Artemio Pecorazzi si ripropone di chiamare, l’indomani, un agente immobiliare di Pomezia per dargli l’incarico di vendita della villetta al mare e un altro agente immobiliare di Roma per dargli il compito di trovare un inquilino o più inquilini solvibili per l’appartamento di Roma….
“Ma se lo fa lui, lo possiamo fare anche noi” gridarono “gli altri” attori di questa vicenda come se si fossero riuniti in un armonioso coro greco a commento delle gesta del nostro simpatico eroe.
“Se il rag. Pecorazzi darà incarico di vendita e di affitto ad un paio di mediatori, anche noi, milioni di impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai, onesti e lavoratori come lui, che abbiamo fatto, in questi ultimi cinquant’anni, andare avanti l’Italia…tirando la carretta, daremo incarico ai nostri agenti immobiliari di fiducia di vendere ed affittare i nostri immobili vuoti e sconfiggere, in questo modo, il mostro dell’ IMU.”
Il coro geco così continua:“ Vendere ed affittare. Bravo Pecorazzi ci hai dato una bella idea che ci ha convinto. A proposito, ci daresti l’indirizzo di qualche mediatore d’immobili bravo?”
“Nessun indirizzo, cari connazionali, di mediatori bravi in Italia ce ne sono a bizzeffe ma un consiglio da amico ve lo voglio dare: vendete ed affittate esclusivamente a prezzo di mercato. Altrimenti rischierete di non vendere e di non affittare un bel nulla e di pagare l’ IMU ancora per tanti anni. Vi conviene?”
Tutti i connazionali del rag. Pecorazzi si dichiararono d’accordo con lui e, come tanti Pecorazzi, corsero, in gregge, per le contrade italiane a scegliersi i migliori agenti immobiliari su piazza per conferire loro l’incarico di vendere e affittare i propri appartamenti. Si riversarono, così, sul mercato milioni di nuovi immobili; il loro prezzo, per la legge della domanda e dell’offerta, calò fisiologicamente del 50-60%. E in questo modo, dopo pochi mesi, il mercato immobiliare ripartì alla grande e tutti gli agenti immobiliari salvarono la ghirba.
E fu così che il rag. Artemio Pecorazzi, piccolo impiegato di un grande Ministero di Roma, riuscì a mettere in salvo il mercato immobiliare italiano e, con esso, il lavoro di migliaia agenti immobiliari esperti ed onesti…
Se non l’avete capita bene ripeto la singolare domanda: sarà il ragionier Artemio Pecorazzi a soccorrere e proteggere gli agenti immobiliari?
Vi state chiedendo, voi lettori di Immobilio, facendo una faccia meravigliata:ma chi è il ragionier Artemio Pecorazzi, novello ed ipotetico salvatore della categoria degli agenti immobiliari ? Noi non abbiamo mai sentito nominare il suo nome.
Vi credo. Per tutti voi egli è un perfetto sconosciuto, una persona ignota, un carneade di manzoniana memoria…
Eppure il rag. Artemio Pecorazzi esiste.
E’ una persona in carne ed ossa e vive e lavora in Italia.E’ un individuo ricco di buonsenso e di saggezza. Un italiano autentico ed antico.
Ma, allora, vi chiederete, che ruolo ricoprirà nella scala sociale?
E’ un imprenditore di successo?
Un politico di lungo corso?
Un economista affermato?
Un tecnico di fama?
E’ un agente immobiliare di talento superiore?
No, acqua, siete lontani dalla giusta soluzione.
Acqua, egli non è nulla di tutto questo.
Artemio Pecorazzi, classe 1952, nato in provincia di Frosinone, ciociaro purosangue, diploma di ragioneria, in gioventù militante politico della corrente democristiana andreottiana “Primavera”, è un semplice e anonimo impiegato del Ministero del Lavoro con la qualifica funzionale di “capufficio”, prossimo all’agognata pensione (riforma Fornero permettendo…).
Un ministeriale come tanti, uno “con le mezza maniche” onesto e probo, un uomo serio e posato, ma sicuramente non un bell’ Adone, con quell’altezza di 165 cm, con quella testa pelata e liscia come un uovo e con quella pancia prominente; ma è lo stesso un uomo felicemente sposato da trent’anni con Adelina, un’assistente tecnica-amministrativa in una scuola media della capitale. Un matrimonio pienamente riuscito quello tra Artemio e Adelina, allietato dalla nascita di due figli senza grilli per la testa chiamati Pietro e Anna.
Una famiglia stabile e serena quella Pecorazzi, timorata di Dio, ordinata e riservata - mai uno scandalo mai un pettegolezzo - tranquilla e solida dal punto di vista economico, almeno fino all’insediamento del governo tecnico di Mario Monti.
Come sappiamo tutti, l’Italia ad un certo punto dell’anno 2011 si è trovato sull’orlo della abisso finanziario (o perlomeno così ci hanno fatto credere…), il governo Berlusconi, che vivacchiava a palazzo Chigi da quasi quattro anni tra inconcludenze, divisioni, fratture e frequenti escursioni in ville di tolleranze, fu fatto rapidamente sloggiare da tutte le cariche e da tutte le poltrone da una sollevazione di palazzo (Quirinale…) e celermente sostituito da un esecutivo composto esclusivamente da “ottimati” in quanto “ottimamente” accreditati da tutte le autorità finanziarie e da tutti gli organismi internazionali che contano, i veri poteri forti sul pianeta Terra.
Stabilitosi il governo Monti a Palazzo Chigi, per ottemperare alla superiore Ragion di Stato, tra gli squilli di tromba della politica internazionale, gli osanni delle istituzioni economiche e i giulebbe dei mass media, per il pacifico e mite ragionier Pecorazzi iniziarono delle grigie giornate di dubbi e di afflizioni.
Da una parte, l’aureolato Monti che camminava con indicibile grazia, lentamente e benedicente, a mezzo metro da terra, e gravava, imponeva e taglieggiava tutto il tassabile, dall’altra parte, il borghese piccolo e calvo, l'anonimo lavoratore e l'indefesso risparmiatore, che sentiva puzzo di bruciato e cominciava a fare furiosamente di conto con la sua calcolatrice.
"Ce la farò? Non ce la farò?
Cominciava a chiedersi sempre più ossessivamente il rag. Pecorazzi premendo nervosamente i polpastrelli sui tasti della calcolatrice.
“Tassare, dormire, forse morire. Tassare. Morire. Dormire.
Dormire, gravare, forse sognare.”
Chissà perché nella mente del rag. Pecorazzi cominciavano a mulinare, in modo disordinato, brandelli di versi scespiriani, malamente digeriti in gioventù, insieme ai regolamenti ministeriali del famigerato decreto legge sull’ IMU
“IMU, o non IMU, questo è il dilemma.
Se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa tassa
o prendere le armi contro
e, contrastandola, porre, ad essa, fine. Morire, dormire…nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui sono eredi le Imposte Municipali; è una conclusione da desiderarsi devotamente.”
Già, solo dormendo e sognando, pensa il ragionier Pecorazzi, si può immaginare che gli italiani prenderanno, uniti e in un cuor solo, le armi contro l’odiosa gabella che tassa e, quasi espropria, il patrimonio immobiliare messo su con indicibile sacrifici e inenarrabili rinunce da quasi tutti i connazionali!
E’ bello sognare, medita il rag. Pecorazzi, ma, intanto, l’ IMU sulle due seconde case che ho acquistato, in tempi favorevoli, per la famiglia e per i figli e per garantirmi una pensione serena e senza sorprese, bisogna pagarla, Shakespeare o non Shakespeare.
Lo Stato non ti concede di fare l’Amleto, pagare o non pagare questo è il problema….
Qui bisogna pagare o pagare e farlo e subito…Questo è il SOLO E UNICO problema.
Mario Monti è un economista e pare non sia molto sensibile all’ arte poetica scespiriana…
Inoltre, il rag. Pecorazzi, dopo trent’anni di impiego al Ministero, ha imparato a leggere il messaggio, sempre quello, scritto tra le righe delle innumerevoli leggi che gli sono passati sotto gli occhi e che ha dovuto, a volte, anche applicare nell’ambito delle sue competenze:”e tu, popolo bue, devi solo portare l’avena ai cavalli di razza e di regime e asportare i loro escrementi. E non ti azzardare a chiedere e fare nient’altro”.
"Quindi l’IMU montiana occorre pagarla, volenti o nolenti, ma come si fa?" Si chiede corrucciato il rag. Artemio Pecorazzi, una vita di lavoro al Ministero del Lavoro. (Scusate il bisticcio lessicale…).
“E inutile che faccio e rifaccio i calcoli, tra base imponibile, aliquote e detrazioni…. Mi viene sempre 3.054 euro da pagare in pronta cassa”.
“Sono 700 euro tondi la prima casa di Roma a Montesacro vecchio, 1843 l’appartamento in zona Talenti e 511 euro la casetta al mare, zona Torvaianica…
Totale: euro 3054.
La matematica non è un’opinione.”
Eh già, deve proprio pagare quella somma di IMU allo Stato il povero rag. Artemio Pecorazzi, il nostro piccolo eroe simpatico e gentile, calvo e panciuto, basso e tarchiatello, senza appeal e senza potere, ma che insieme ad altri impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai, onesti e lavoratori come lui, hanno fatto, in questi ultimi cinquant’anni, andare avanti l’Italia…tirando la carretta.
Altri impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai che a loro volta, a milioni, dovranno versare miliardi di euro di IMU nelle affamate casse dell’erario.
“Tutto questo è indecente” andava ripetendo il rag. Pecorazzi, come un automa, in ufficio, a casa, al bar, alla barberia, nel mercato rionale, nel circolo di bocciofila che frequentava regolarmente e dove era apprezzato umanamente e stimato come un ottimo stoccatore…
“Tutto questo è indecente” andavano ripetendo, in giro per l’ Italia, milioni di impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai, onesti e lavoratori che, come il rag. Pecorazzi ed insieme a lui, hanno fatto, in questi ultimi cinquant’anni, andare avanti l’Italia…tirando la carretta.
Ma a questo punto, il rag. Artemio Pecorazzi, questo borghese piccolo piccolo, questo modesto burocrate del sottobosco ministeriale romano, questo campione da bocciofila, come se fosse preso da un incantesimo, come se fosse rapito da un’improvvisa ispirazione, fa una mossa a sorpresa, quella giusta, quella spiazzante, quella capace di ridare ossigeno all’asfittico e cianotico mercato immobiliare, la mossa capace di salvare dal burrone un certo numero di mediatori in difficoltà.
Affitta e vende.
Artemio Pecorazzi, affitta e vende.
Gridatelo forte! Pecorazzi affitta e vende!
Fa proprio queste due azioni: affittare la casa di Talenti e vendere la casetta al mare di Torvaianica.
Infatti, egli non può sostenere la spesa di 3054 euro di IMU che si replicherà, probabilmente, in modo inesorabile, ogni anno…magari persino maggiorata, se andrà in vigore l’istituenda riforma del catasto…Un’ altra oscura minaccia che pende sul capo degli proprietari di casa italiani.
La figlia minore Anna sta facendo ancora l’Università e le sue tasse sono salate per non parlare del costo dei libri di testo. Una brava ragazza, Anna, ma chissà, per quanto tempo, graverà ancora sul bilancio familiare…
Il primo figlio Pietro, nonostante la laurea in Scienze Politiche, lavoricchia in un call center e guadagna stentatamente 700 euro al mese e non puo’ progettare nemmeno lontanamente di farsi una famiglia; a pensare che quel bell’appartamento di 90 mq. in zona Talenti il rag Pecorazzi l’aveva lasciato sfitto con la speranza che ci andasse ad abitare, quanto prima, suo figlio magari con una futura moglie…
Invece Pietro vive ancora con i genitori costretto a fare il bamboccione chissà per quanto tempo ancora!
E allora il rag. Pecorazzi prende la decisione di affittarlo, l'immobile di zona Talenti, così almeno, con la pigione, ci paga l’IMU e ci guadagna pure qualcosa…
La villetta al mare, con le pareti mezze scrostate e con le inferriate tutte arrugginite, non varrà sul mercato poi molto ma si trova a 50 metri dalla spiaggia sabbiosa di Torvaianica una zona che 40 anni fa era molto a la page… E che, neanche adesso che è passata di moda, è poi tanto male, anzi…
Il ragionier Pecorazzi e famiglia ormai ci si rintana per non più di 3 settimane all’anno…Uno spreco tenersela ancora con tutte queste tasse…
Se il ragioniere riesce a venderla per una discreta somma, con gli interessi in titoli obbligazionari di quest’ultima e con il risparmio annuale di 511 euro di IMU, la vacanza al mare se la potrà fare pagandosi un albergo decente per 15 giorni…
Quindi, la parola d’ordine in casa Pecorazzi, è una sola ed irrevocabile: rifuggire dall’ IMU, vendendo il vendibile e affittando l’affittabile…
Il ragionier Artemio Pecorazzi si ripropone di chiamare, l’indomani, un agente immobiliare di Pomezia per dargli l’incarico di vendita della villetta al mare e un altro agente immobiliare di Roma per dargli il compito di trovare un inquilino o più inquilini solvibili per l’appartamento di Roma….
“Ma se lo fa lui, lo possiamo fare anche noi” gridarono “gli altri” attori di questa vicenda come se si fossero riuniti in un armonioso coro greco a commento delle gesta del nostro simpatico eroe.
“Se il rag. Pecorazzi darà incarico di vendita e di affitto ad un paio di mediatori, anche noi, milioni di impiegati, dirigenti, professionisti, imprenditori e operai, onesti e lavoratori come lui, che abbiamo fatto, in questi ultimi cinquant’anni, andare avanti l’Italia…tirando la carretta, daremo incarico ai nostri agenti immobiliari di fiducia di vendere ed affittare i nostri immobili vuoti e sconfiggere, in questo modo, il mostro dell’ IMU.”
Il coro geco così continua:“ Vendere ed affittare. Bravo Pecorazzi ci hai dato una bella idea che ci ha convinto. A proposito, ci daresti l’indirizzo di qualche mediatore d’immobili bravo?”
“Nessun indirizzo, cari connazionali, di mediatori bravi in Italia ce ne sono a bizzeffe ma un consiglio da amico ve lo voglio dare: vendete ed affittate esclusivamente a prezzo di mercato. Altrimenti rischierete di non vendere e di non affittare un bel nulla e di pagare l’ IMU ancora per tanti anni. Vi conviene?”
Tutti i connazionali del rag. Pecorazzi si dichiararono d’accordo con lui e, come tanti Pecorazzi, corsero, in gregge, per le contrade italiane a scegliersi i migliori agenti immobiliari su piazza per conferire loro l’incarico di vendere e affittare i propri appartamenti. Si riversarono, così, sul mercato milioni di nuovi immobili; il loro prezzo, per la legge della domanda e dell’offerta, calò fisiologicamente del 50-60%. E in questo modo, dopo pochi mesi, il mercato immobiliare ripartì alla grande e tutti gli agenti immobiliari salvarono la ghirba.
E fu così che il rag. Artemio Pecorazzi, piccolo impiegato di un grande Ministero di Roma, riuscì a mettere in salvo il mercato immobiliare italiano e, con esso, il lavoro di migliaia agenti immobiliari esperti ed onesti…