Fonte: Il Secolo XIX
Case, prezzi in calo e vendite a picco
rapporto nomisma
A Bologna (-7,7%) e Milano (-5,6%) le flessioni più consistenti
Bologna.
Prezzi in calo e mercato delle compravendite congelato.
È il quadro che è emerso dal terzo rapporto dell'Osservatorio sul mercato immobiliare di Nomisma presentato ieri a Bologna.
Nel primo semestre di quest'anno, il calo delle compravendite nelle 13 grandi aree urbane monitorate dal centro studi è stato del 14%. Mentre i prezzi, al netto dell'inflazione, sono calati in media del 2,5% nell'ultimo semestre e del 2,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
A risentire maggiormente del calo sono le città di Bologna, che registra un taglio medio dei prezzi reali del 7,7% su base annuale, e Milano con un -5,6%.
In generale a risentire di più della contrazione dei prezzi sono le periferie delle grandi città, meno influenzati da ribassi risultano invece gli immobili di pregio e di alta qualità. Ma a preoccupare di più gli addetti del settore è lo stallo delle compravendite: nel 2008 Nomisma stima che ne verranno concluse meno di 700.000, un dato che rimanda ai livelli - decisamente bassi - del periodo 2000-2001. Alla fine dell'anno il calo potrebbe raggiungere la percentuale record del 20% pari a 160.000 abitazioni per una perdita di valore di 24 miliardi di euro.
«È la prima volta, nell'arco di 11 anni, che si registra un calo dei prezzi - ha spiegato Gualtiero Tamburini, presidente di Nomisma, commentando i dati diffusi ieri -. Un calo al quale però non corrisponde un aumento dei volumi». I tempi di vendita medi delle case si sono ulteriormente allungati arrivando a toccare i 5,8 mesi con sconti applicati, in fase di compravendita, del 12,5% per le abitazioni usate e del 7% per le nuove.
Le ragioni, ha analizzato il centro studi bolognese, risiedono nelle origini della crisi finanziaria che sta investendo l'economia internazionale (iniziata con il caos statunitense dei mutui sub-prime), nella scarsa propensione all'erogazione di mutui e finanziamenti, nell'elevato costo del denaro e, ha aggiunto Tamburini, «in particolare nella mancanza di fiducia, ormai conclamata, delle famiglie e degli investitori».
In discesa anche gli investimenti nel settore costruzioni. È la prima volta che ciò accade da nove anni a questa parte: il -1,1% attuale potrebbe arrivare a -1,5% nel 2009.
Flettono poi le nuove costruzioni residenziali del 2,8% e, in linea con un trend in atto dal 2005, sono in calo anche gli investimenti in opere pubbliche (-3,7%). «Considerando che il mercato immobiliare vale il 10% del Prodotto interno lordo italiano - ha ricordato Tamburini - è necessario intervenire per contenere questo clima di incertezza agendo a sostegno delle famiglie, sempre più in difficoltà nei pagamenti delle rate del mutuo, per agevolare l'accesso al credito, incentivando la liquidità, promuovendo l'attrazione di investimenti esteri, lavorando sui veicoli finanziari».
È in particolare alle Siiq (Società di investimento immobiliare quotate) «mai decollate» e in attesa di una serie di cambiamenti della normativa cui fa riferimento il presidente di Nomisma. «Vanno promossi strumenti efficienti fiscalmente, competitivi rispetto all'estero - ha continuato -.
Per aiutare il settore immobiliare a ripartire, va, in pratica, riportato il timone sugli investimenti». Per quanto riguarda le erogazioni dei mutui per l'acquisto di abitazioni, infine, sono calate del 5,3% in un solo anno.
Per il 2009, definito «anno problematico», Nomisma ipotizza una ulteriore riduzione dei prezzi - non comunque superiore al 5% -. La ripresa? Si fa affidamento sul 2010, anno in cui dovrebbe aumentare il numero degli scambi.
Infine la capitalizzazione di società immobiliari quotate e di fondi immobiliari quotati ammonta oggi a poco meno di 5 miliardi di euro, il 56% in meno rispetto ad un anno fa e il 68% in meno rispetto al picco registrato nel marzo del 2007.
I titoli immobiliari hanno perso circa il 60% negli ultimi 12 mesi e sono scesi ad una capitalizzazione che sfiora i 4 miliardi.
R. S.
Case, prezzi in calo e vendite a picco
rapporto nomisma
A Bologna (-7,7%) e Milano (-5,6%) le flessioni più consistenti
Bologna.
Prezzi in calo e mercato delle compravendite congelato.
È il quadro che è emerso dal terzo rapporto dell'Osservatorio sul mercato immobiliare di Nomisma presentato ieri a Bologna.
Nel primo semestre di quest'anno, il calo delle compravendite nelle 13 grandi aree urbane monitorate dal centro studi è stato del 14%. Mentre i prezzi, al netto dell'inflazione, sono calati in media del 2,5% nell'ultimo semestre e del 2,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
A risentire maggiormente del calo sono le città di Bologna, che registra un taglio medio dei prezzi reali del 7,7% su base annuale, e Milano con un -5,6%.
In generale a risentire di più della contrazione dei prezzi sono le periferie delle grandi città, meno influenzati da ribassi risultano invece gli immobili di pregio e di alta qualità. Ma a preoccupare di più gli addetti del settore è lo stallo delle compravendite: nel 2008 Nomisma stima che ne verranno concluse meno di 700.000, un dato che rimanda ai livelli - decisamente bassi - del periodo 2000-2001. Alla fine dell'anno il calo potrebbe raggiungere la percentuale record del 20% pari a 160.000 abitazioni per una perdita di valore di 24 miliardi di euro.
«È la prima volta, nell'arco di 11 anni, che si registra un calo dei prezzi - ha spiegato Gualtiero Tamburini, presidente di Nomisma, commentando i dati diffusi ieri -. Un calo al quale però non corrisponde un aumento dei volumi». I tempi di vendita medi delle case si sono ulteriormente allungati arrivando a toccare i 5,8 mesi con sconti applicati, in fase di compravendita, del 12,5% per le abitazioni usate e del 7% per le nuove.
Le ragioni, ha analizzato il centro studi bolognese, risiedono nelle origini della crisi finanziaria che sta investendo l'economia internazionale (iniziata con il caos statunitense dei mutui sub-prime), nella scarsa propensione all'erogazione di mutui e finanziamenti, nell'elevato costo del denaro e, ha aggiunto Tamburini, «in particolare nella mancanza di fiducia, ormai conclamata, delle famiglie e degli investitori».
In discesa anche gli investimenti nel settore costruzioni. È la prima volta che ciò accade da nove anni a questa parte: il -1,1% attuale potrebbe arrivare a -1,5% nel 2009.
Flettono poi le nuove costruzioni residenziali del 2,8% e, in linea con un trend in atto dal 2005, sono in calo anche gli investimenti in opere pubbliche (-3,7%). «Considerando che il mercato immobiliare vale il 10% del Prodotto interno lordo italiano - ha ricordato Tamburini - è necessario intervenire per contenere questo clima di incertezza agendo a sostegno delle famiglie, sempre più in difficoltà nei pagamenti delle rate del mutuo, per agevolare l'accesso al credito, incentivando la liquidità, promuovendo l'attrazione di investimenti esteri, lavorando sui veicoli finanziari».
È in particolare alle Siiq (Società di investimento immobiliare quotate) «mai decollate» e in attesa di una serie di cambiamenti della normativa cui fa riferimento il presidente di Nomisma. «Vanno promossi strumenti efficienti fiscalmente, competitivi rispetto all'estero - ha continuato -.
Per aiutare il settore immobiliare a ripartire, va, in pratica, riportato il timone sugli investimenti». Per quanto riguarda le erogazioni dei mutui per l'acquisto di abitazioni, infine, sono calate del 5,3% in un solo anno.
Per il 2009, definito «anno problematico», Nomisma ipotizza una ulteriore riduzione dei prezzi - non comunque superiore al 5% -. La ripresa? Si fa affidamento sul 2010, anno in cui dovrebbe aumentare il numero degli scambi.
Infine la capitalizzazione di società immobiliari quotate e di fondi immobiliari quotati ammonta oggi a poco meno di 5 miliardi di euro, il 56% in meno rispetto ad un anno fa e il 68% in meno rispetto al picco registrato nel marzo del 2007.
I titoli immobiliari hanno perso circa il 60% negli ultimi 12 mesi e sono scesi ad una capitalizzazione che sfiora i 4 miliardi.
R. S.