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E allora se ritieni sia l'unica strada percorribile rivolgiti ad un legale. Il mio timore però è che finchè la causa non si concluderà l'appartamento rimarrà comunque bloccato. Io al posto del venditore, nel dubbio che un tribunale in ragione del casino creatosi possa anche invalidare l'intero atto, mi tutelerei per avere la certezza di riavere l'immobile nel caso in cui dovessi restituire l'importo. E' solo un'ipotesi. Vi ripeto che la sentenza è relativa ad un preliminare di vendita e che la parte venditrice nelle udienze non mi risulta abbia mai evidenziato il caos che si è venuto a creare ovvero: delibera 33 con ammissione di responsabilità del Comune, eventuali nulla osta, responsabilità notarili, mancata attuazione normativa affrancamento. Sono tutti elementi "recenti" che in una eventuale nuova causa avrebbero un certo peso e una consistente rilevanza quantomeno nell'individuazione delle responsabilità. Oggi la situazione è notevolmente mutata rispetto a quando la sentenza è stata emessa, se non altro per l'evidente corsa ai ripari del comune e per l'atteggiamento dei notai che non ratificano più. Ripeto...sono semplicemente mie considerazioni e sarei ben lieto se qualcuno mi indicasse in che termini risultassero prive di fondamento


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