I Tribunali danno ragione ai consumatori contro i mutui “alla francese”
di Cristina Giua
19/11/2012
Solo due le sentenze per ora segnalate, ma in entrambi i casi i Tribunali hanno accolto le ragioni dei consumatori nei confronti del sistema di ammortamento sui mutui fondiari così detto alla francese, che impone la restituzione degli interessi prima del capitale.
Difficile immaginare se nell'immediato futuro ci sarà un effetto “a cascata” nei confronti delle banche che negli anni hanno acceso mutui – e sono comunque la maggioranza i prestiti così strutturati in Italia, anche se di cifre ufficiali non ne girano - con il sistema chiamato anche con il termine tecnico dell'anatocismo (ovvero con rate calcolate con la formula dell'interesse sugli interessi).
Una breccia però si è aperta.
Secondo il presidente dell'associazione di consumatori Adusbef, Elio Lannutti, dopo il Tribunale di Bari - che aveva pronunciato una sentenza sui mutui basati sull'ammortamento alla francese, dove le rate sono costanti (formate dalla somma di quota capitale che cresce e dalla quota interessi che cala al pagamento delle rate) - anche il Tribunale di Larino ha accolto le richieste di un utente difeso da un legale dell'associazione di consumatori.
L'associazione, conti alla mano, ha anche calcolato che un mutuo di durata ventennale da 100mila euro, con ammortamento alla francese genera una rata di 791 euro, invece di 716 euro mensili con l'equo rimborso di capitale ed interessi (ossia 900 euro di spesa in più in un anno, che ammontano ad un capitale di 18mila euro a fine estinzione del prestito).
Due le conseguenze, secondo un analista del settore che preferisce però non essere citato: “Forti di queste sentenze è possibile che aumenteranno i titolari di mutui pronti a rivolgersi alle banche per una revisione delle posizioni contrarie alla normativa, con la conseguente ridefinizione dei singoli piani di rientro”.
Questo per quanto riguarda i prodotti già in essere, ma una ricaduta potrebbe anche sentirsi sul fronte del mercato mutui, oggi già ai minimi storici per volumi erogati.
“Non credo che le banche in questo momento si metteranno a ridefinire i criteri di calcolo delle rate su basi più eque – continua – al contrario, è più facile piuttosto che diventino ancora più selettive nella concessione del credito”.
di Cristina Giua
19/11/2012
Solo due le sentenze per ora segnalate, ma in entrambi i casi i Tribunali hanno accolto le ragioni dei consumatori nei confronti del sistema di ammortamento sui mutui fondiari così detto alla francese, che impone la restituzione degli interessi prima del capitale.
Difficile immaginare se nell'immediato futuro ci sarà un effetto “a cascata” nei confronti delle banche che negli anni hanno acceso mutui – e sono comunque la maggioranza i prestiti così strutturati in Italia, anche se di cifre ufficiali non ne girano - con il sistema chiamato anche con il termine tecnico dell'anatocismo (ovvero con rate calcolate con la formula dell'interesse sugli interessi).
Una breccia però si è aperta.
Secondo il presidente dell'associazione di consumatori Adusbef, Elio Lannutti, dopo il Tribunale di Bari - che aveva pronunciato una sentenza sui mutui basati sull'ammortamento alla francese, dove le rate sono costanti (formate dalla somma di quota capitale che cresce e dalla quota interessi che cala al pagamento delle rate) - anche il Tribunale di Larino ha accolto le richieste di un utente difeso da un legale dell'associazione di consumatori.
L'associazione, conti alla mano, ha anche calcolato che un mutuo di durata ventennale da 100mila euro, con ammortamento alla francese genera una rata di 791 euro, invece di 716 euro mensili con l'equo rimborso di capitale ed interessi (ossia 900 euro di spesa in più in un anno, che ammontano ad un capitale di 18mila euro a fine estinzione del prestito).
Due le conseguenze, secondo un analista del settore che preferisce però non essere citato: “Forti di queste sentenze è possibile che aumenteranno i titolari di mutui pronti a rivolgersi alle banche per una revisione delle posizioni contrarie alla normativa, con la conseguente ridefinizione dei singoli piani di rientro”.
Questo per quanto riguarda i prodotti già in essere, ma una ricaduta potrebbe anche sentirsi sul fronte del mercato mutui, oggi già ai minimi storici per volumi erogati.
“Non credo che le banche in questo momento si metteranno a ridefinire i criteri di calcolo delle rate su basi più eque – continua – al contrario, è più facile piuttosto che diventino ancora più selettive nella concessione del credito”.