Per riepilogare e concludere:
dunque, chi sono i mercati?
Sono delle macchine che creano ricchezza e che usano un particolare carburante per camminare: il guadagno. Puro, intangibile, immediato, colossale ma in pronta cassa.
Ma come guadagna il mercato, quali sono le condizioni esterne dalle quali trae il suo profitto? Le condizioni siamo noi; sono i nostri guai, i nostri problemi, i nostri sacrifici, le nostre privazioni. Noi siamo le sue vittime sacrificali.
Infatti cosa desidera il mercato? Cosa vogliono gli investitori e i loro intermediari? L’equilibrio fiscale? Garantire la solvibilità del debito a lungo termine? Vogliono che le aziende siano in attivo?
La piena occupazione
No! No! No!
No purtroppo. I grossi guadagni si ottengono sulla pelle dei disoccupati, sui sogni morti dei sottoccupati, sulla svalutazione delle monete, sul differenziale dello Spread, sulle turbolenze dei mercati, sulle perdite delle Borse, sul debito sovrano degli Stati, e persino sul loro default.
L’equilibrio politico, la stabilità dell’ economia, l’ indifferenza finanziaria, sono delle prospettive nere per i mercati. Per loro, queste condizioni ottimali sono da evitare come la peste. I mercati non guadagnano sulla proporzione, sull’ordine, sulla simmetria delle relazioni internazionali, sulla pacifica convivenza delle politiche economiche.
No! Esso prospera e si ingrassa solo sui conflitti, sulle guerre, magari "umanitarie", sulle sproporzioni produttive tra Stati, sulle disuguaglianze economiche, sulle ingiustizie sociali che si devono continuamente alimentare, moltiplicare, riprodurre. E, se nel caso, provocare, cagionare, far scoppiare…
Tu, povero Cristo, perdi il lavoro, ti impoverisci, ti riduci alla pura sopravvivenza, non puoi più pagare il mutuo sulla casa, non puoi assicurare un futuro dignitoso ai tuoi figli, sei soggetto a misure fiscali sempre più onerose?
Certamente c’è un Cattivo Ladrone, uno speculatore squalo, un investitore sciacallo che, nello stesso momento,ci ha guadagnato su magnificamente.
E tu povero Cireneo? Come puoi tu salvarti?
Tu che possiedi la sovranità popolare, tu che eserciti il potere sovrano, come ti assicura la Costituzione democratica, ebbene tu, proprio tu, non hai nessuna possibilità di replicare, opporti, dire semplicemente la tua.
Dunque, mettiamola così: per la crescita esponenziale dell'escrescenza tumorale del Mercato Finanziaro Globale é entrata in crisi lo stesso concetto di sovranità dello Stato di diritto e il DIRITTO AL LAVORO dei cittadini. Tutto questo viene rimesso radicalmente in discussione, nel mondo occidentale.
Adesso i Mercati Finanziari governano e prendono le decisioni fondamentali, la Magistratura e i tecnici dello Stato amministrano, mentre i politici vanno in televisione a rispondere alle domande di Bruno Vespa.
Lo vedete come siamo messi?
dunque, chi sono i mercati?
Sono delle macchine che creano ricchezza e che usano un particolare carburante per camminare: il guadagno. Puro, intangibile, immediato, colossale ma in pronta cassa.
Ma come guadagna il mercato, quali sono le condizioni esterne dalle quali trae il suo profitto? Le condizioni siamo noi; sono i nostri guai, i nostri problemi, i nostri sacrifici, le nostre privazioni. Noi siamo le sue vittime sacrificali.
Infatti cosa desidera il mercato? Cosa vogliono gli investitori e i loro intermediari? L’equilibrio fiscale? Garantire la solvibilità del debito a lungo termine? Vogliono che le aziende siano in attivo?
La piena occupazione
No! No! No!
No purtroppo. I grossi guadagni si ottengono sulla pelle dei disoccupati, sui sogni morti dei sottoccupati, sulla svalutazione delle monete, sul differenziale dello Spread, sulle turbolenze dei mercati, sulle perdite delle Borse, sul debito sovrano degli Stati, e persino sul loro default.
L’equilibrio politico, la stabilità dell’ economia, l’ indifferenza finanziaria, sono delle prospettive nere per i mercati. Per loro, queste condizioni ottimali sono da evitare come la peste. I mercati non guadagnano sulla proporzione, sull’ordine, sulla simmetria delle relazioni internazionali, sulla pacifica convivenza delle politiche economiche.
No! Esso prospera e si ingrassa solo sui conflitti, sulle guerre, magari "umanitarie", sulle sproporzioni produttive tra Stati, sulle disuguaglianze economiche, sulle ingiustizie sociali che si devono continuamente alimentare, moltiplicare, riprodurre. E, se nel caso, provocare, cagionare, far scoppiare…
Tu, povero Cristo, perdi il lavoro, ti impoverisci, ti riduci alla pura sopravvivenza, non puoi più pagare il mutuo sulla casa, non puoi assicurare un futuro dignitoso ai tuoi figli, sei soggetto a misure fiscali sempre più onerose?
Certamente c’è un Cattivo Ladrone, uno speculatore squalo, un investitore sciacallo che, nello stesso momento,ci ha guadagnato su magnificamente.
E tu povero Cireneo? Come puoi tu salvarti?
Tu che possiedi la sovranità popolare, tu che eserciti il potere sovrano, come ti assicura la Costituzione democratica, ebbene tu, proprio tu, non hai nessuna possibilità di replicare, opporti, dire semplicemente la tua.
Dunque, mettiamola così: per la crescita esponenziale dell'escrescenza tumorale del Mercato Finanziaro Globale é entrata in crisi lo stesso concetto di sovranità dello Stato di diritto e il DIRITTO AL LAVORO dei cittadini. Tutto questo viene rimesso radicalmente in discussione, nel mondo occidentale.
Adesso i Mercati Finanziari governano e prendono le decisioni fondamentali, la Magistratura e i tecnici dello Stato amministrano, mentre i politici vanno in televisione a rispondere alle domande di Bruno Vespa.
Lo vedete come siamo messi?