Ciao ragazzi.
Grazie per le risposte.
Purtroppo mi state confermando quanto quel poco di diritto che conosco, ma soprattutto il buon senso, già mi avevano suggerito.
Resto sempre allibito quando mi rendo conto dell'inerzia dei genitori nei confronti di un tema così delicato, quasi come si sentissero "immortali". Io stesso ho dovuto affrontare una situazione non proprio idilliaca in passato...
Tornando a "palla", ho seri dubbi che il genitore lucido, che temo presto sarà purtroppo anche vedovo, abbia la volontà di prendere in pugno la situazione. E' assai probabile che tutto resti così com'è!
Azzardo una soluzione:
Viene meno A, B rinuncia (magari mantenendo il diritto di abitazione, se tecnicamente possibile), il figlio X riceve 5/8 dell'immobile A, Y 3/8. Supponendo che Y non "rompa le scatole" cosa probabile, le cose restano di fatto invariate (mi riferisco al godimento dei beni). Viene meno B, i figli ricevono rispettivamente 1/2 dei relativi beni, in particolare dell'imm. B.
A questo punto, potrebbe essere fatta una divisione dell'intero "pacchetto" beni di A e di B, considerandoli come unico asse ereditario? (alcuni beni minori potrebbero bilanciare il valore degli immobili principali!)
Oppure sarebbe necessaria o economicamente più conveniente una reciproca donazione? In questa fase, nella quale ritengo possibile un disaccordo, il testamento del genitore A potrebbe avere un qualche valore legale?
Scusate se vi faccio venire mal di testa, ma vorrei dare ai direttamente interessati dei consigli sensati!
Grazie di nuovo per l'attenzione!!!