Infatti il mio timore è anche che l'eventuale acquirente possa in seguito contestare di aver acquistato qualcosa non corrispondente alle normative. Poi una considerazione che mi viene è che pur avendo sanato un abuso con il condono, ne viene di fatto subito commesso un altro. Di questo nuovo abuso qualcuno sarà pur responsabile (chi l'ha chiesto? Chi l'ha concesso? Chi non ha controllato?). Per informazione le altezze sono 1,25-2,65 da una parte del tetto e 1,40-2,65 dall'altra, con altezze medie pari a 1,95 e 2 metri, mentre le finestre sono ben lontane dall'1/8 richiesto.
Mi pare sia ancora incerto il significato del condono.
Se un condono è avvenuto, questo dovrebbe essere stato rilasciato e concesso a fronte di un abuso edilizio ed urbanistico. Se viene accordato, da non addetto ai lavori, penserei che viene concessa l'abitabilità, se la domanda di condoni si esprimeva in quesi termini. (Se si è chiesto di condonare una tettoia, tettoia resta: se si è chiesto di condonare un alloggio, se concesso, avrà sanato l'eventuale difformità..
Per la cronaca il Corriere della sera di oggi, tratta del recupero dei sottotetti: in quel caso le altezze utili, minime ecc, sono ben diverse da quelle normalmente prescritte: nonostante ciò vengono rese agibili ad uso abitazione.
Quanto a dichiarare il falso, beh... non lo consiglierei; si cade dalla padella alla brace.
Nei sottotetti poi conta l'altezza media: nella presentazione del condono si sarebbe dovuta evidenziare un'eventuale anomalia: se non fosse stata sufficiente non avrebbero rilasciato la licenza, che credo sia stata onerosa.
Consiglierei da ultimo di affidarsi ad un buon tecnico: dall'esterno, non leggendo i documenti e non vedendo la situazione potremmo dissertare all'infinito.