LAWTAR

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Nel marzo 2008, malconsigliati, abbiamo chiesto al comune la dichiarazione di inagibilità per un immobile (nell'intento di risparmiare sulle imposte). Dopo un sommario sopralluogo da parte del tecnico comunale, è stata rilasciata la dichiarazione di inagibilità. Precisazioni: l'immobile (frutto di eredità e successiva divisione) era regolarmente abitato fino al dicembre 2006; il "corpo" più antico dell'edificio è antecedente agli anni 50 e un rifacimento successivo (di una parte) antecedente gli anni 70; non vi sono stati fatti altri interventi; la casa aveva luce, telefono, acqua, vi si può allacciare alla linea del gas; priva di riscaldamento centrale; al riscaldamento si provvedeva con stufe a legna e termoconvettori elettrici; scarico igienico non allacciato alla fogna, bensì convogliato in fondo perso (sado). Avendo deciso per la vendita ed essendoci un interessato all'acquisto, son sorte le difficoltà: il mutuo (per prima casa) non viene dato se l'immobile è inagibile; ci viene suggerito (dal tecnico del possibile acquirente) di fare una richiesta di autotutela annullamento inagibilità; la richiesta (dopo un sopralluogo) non viene accolta semplicemente con la dicitura "non si riscontrano motivazioni tecniche ed amministrative (??) sufficienti per effettuare l'annullamento per autotutela". Ora verbalmente , il tecnico comunale dice: provvedete al rifacimento dell'impianto elettrico, collegatevi alla fogna, vedete di dotarvi di un tipo di riscaldamento (il tutto con gli attestati tecnici previsti) e... vi potrà essere data l'agibilità, magari parziale. Una precisazione ancora: le altezze della cucina, di una camera e del bagno sono regolamentari, mentre il corridoio di cui per forza ci si dovrebbe servire ha l'altezza di cm233 . L'abitazione dovrebbe servire a 2 persone... ( nella parte restante dell'immobile ci sono altri vani senza i requisiti delle altezze..). Visto che il possibile acquirente sarebbe disposto a sobbarcarsi, prima dell'acquisto vero e proprio, le spese per portare "a norma" la parte minima richiesta (purché restino entro i 10.000€), chiedo se questa sarebbe una via percorribile.
Oppure se è meglio aspettare (se mai ci sarà) chi se la prende così per demolire e rifare tutto? Comunque, amaramente constato che, prima due poi una persona, ci vivevano, ora (e la casa è sempre quella!) non si può perché non ci sono i requisiti.
 

Architetto

Nuovo Iscritto
Professionista
Dipende tutto dove risiedi; per via del Regolamento d'igiene, poiché questo determina le condizioni, oppure dovresti guardare il regolamento edilizio alla sezione del regolamento igiene e vedere cosa dice.
Da quanto descritto, penso che sia notevolmente difficile che ti sia data nuovamente l'agibilità se prima non metti a posto l'intero complesso abitativo.
Inoltre devi tenere presente che per le abitazioni esiste il DM del 1975, che detta regole ben precise e dai cui sono stati redatti quasi tutti i Regolamenti d'Igiene.;)
Perdona se ti esprimo che a mio parere necessità sempre stare molto attenti, perchè non ascoltare professionisti seri che ti consigliano per il tuo unico interesse, per risparmiare alcune €... ne devi pagare tanti altri per ripristinare la situazione...:occhi_al_cielo:
 

SALVES

Membro Senior
Professionista
Concordo con quanto scritto da Architetto.
Occorre precisare che stiamo parlando di edificio storico realizzato con parametri antecedenti il d.m. del 1975.
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità
Alto