Salve mi chiamo Alexandra, 4 anni fa ho ricevuto in donazione da mia nonna alcuni beni immobili e siccome ora vivo all'estero vorrei venderli in quanto sono solo una spesa.
Mi chiedevo se li vendessi ora che mia nonna è ancora viva che problemi potrebbero esserci anche con una donazione IRREVOCABILE, questo c'è scritto sull'atto di proprietà... e se invece di venderla a uno sconosciuto la vendessi a mio marito e a sua volta lui la vendesse a qualcun'altro potrebbero esserci comunque problemi riguardo un'eventuale rivalsa da parte di altri eredi che non si sono ancora fatti avanti, e se così fosse c'è un tempo massimo in cui questi eredi hanno il diritto a fare un ricorso se venissero a sapere della vendita?? Ultima domanda, in ambito di tempistiche e a livello economico quanto costerebbe a un erede eventuale fare ricorso per rendere nulla la vendita? spero qualcuno bene informato al riguardo mi possa rispondere al più presto
grazie mille a tutti
Tecnicamente la risposta della
@Luna_ e' molto corretta ed esaustiva.
Tuttavia "leggendo tra le righe" nel tuo quesito, ritengo "diversa", la risposta che cercavi.
La circostanza del riferimento ad un doppio passaggio, "quello col marito", lascia intendere che sono possibili i rischi, di contese con altri coeredi.
Rischi che dovete allontanare.
La donazione, pregiudichera' gravemente il "giusto scambio" di denaro, nella tua compravendita.
Salvo rari istittuti di credito, che concedono finanziamenti sui "donati", chi acquista in questo regime, potra' farlo solo con capienze di denaro proprie.
Se facciamo un paragone,
Dicendo che gli atti di provenienza, i suoi successivi passaggi di diritto e o proprieta', sono come una catena;
Dove ogni anello, contribuisce a comporla, chiudendosi e saldandosi con se stesso;
Ecco.
Quando si arriva a quell'anello, la donazione, ovvero a Te, quell'anello della catena, non si e' chiuso.
Lasciando quella catena in assetto precario.
Devi annullare la donazione, saldando la catena.
Stando accorta a "mantenerla in pugno".
Procedendo, muovendoti nel normale "terreno da giuoco" degli atti "inter vivos".
Nel contesto di atto tra vivi, ti muoverai procedendo nella vendita, con icisivita', in tutta garanzia e sicurezza.
Allargando la rosa dei probabili acquirenti.
Mantenere quel "vulnus" nella tua catena invece, ti mettera' in una posizione di svantaggio, nei confronti dell'acquirente.
Quel cliente che ha soldi propri per acquistare, "tirera' il collo", al saldo prezzo offerto, ammesso che intanto che vendi, ne troverai uno.
Ma pure i rischi, portati da quegli altri contendenti, che fino a poco tempo prima potevano solo guardare, potrebbero trovare efficacia, nella loro insidia.
Ora,
Non conosco il vostro "asset" ereditario, ma in linea generale, se e quando tua nonna dovesse venire a mancare, cambierebbe lo scenario del giuoco.
Dalla "mortis causa", infatti, potrebbero fare il loro ingresso nel "terreno di giuoco", altri successori coeredi.
Quindi come bene ha spiegato la collega luna, ci si muove nell'ambito della successione.
Non necessariamente, per insidiare i tuoi interessi, a questi successori - coeredi, serve contestare o vantar diritto su quegli stessi immobili, che tua nonna solo a te ti ha lasciato.
Potrebbe infatti, accadere di ritrovarsi coeredi, su diritti di altri immobili, per cui il defunto non ha lasciato disposizioni.
Anche piccole quote di comproprieta' possono risultare fatali.
In quegli atti di compravendita cosi' cointestati, uno dei "tradizionali trucchetti " e' quello che vede i coeredi rifiutarsi improvvisamente di firmare il rogito con l'acquirente.
Lasciando nel dilemma la malcapitata coerede, nella sua scelta:
Restituire il doppio della caparra a quell' acquirente, oppure decidere di venire a piu' miti consigli, per quelle parti di proprieta' che la nonna, lascio' solo a Lei.
Comincia a mettere in vendita.
Poi vai da un buon notaio.
Ti occorono 3 o 4 k euro per un lavoro fatto bene che ti ponga lontano dai rischi.