Salve gentili professionisti e frequentatori di questo forum,
vi presento il seguente caso:
due fratelli A e B sono, in seguito a donazione fatta a suo tempo, comproprietari al 50% dell'appartamento genitoriale. Negli anni i rapporti si deteriorano al punto che le comunicazioni avvengono solo attraverso legali, e defunti i due genitori, dopo molte mediazioni degli avvocati, si risolvono a vendere l'immobile in comune. Si rivolgono pertanto a una rinomata agenzia, specializzata nella vendita di immobili di pregio, con un mandato che prevede un prezzo minimo di vendita pari a quello stimato in una perizia commissionata da A (che poniamo pari a 100). Purtroppo il mercato, in un contesto di crisi economica e di stagnazione del mercato immobiliare aggravatesi negli ultimi mesi, rifiuta la valutazione di 100 e l'unica offerta che arriva in 6 mesi di mandato è pari ad 85. A questo punto B rifiuta l'offerta di 85, e fa sapere tramite il noto agente immobiliare che sarebbe disposto ad accettarla a condizione che gli venga riconosciuto comunque un ricavo di 50, contro il 35 di A, facendo leva sul fatto che in una causa di separazione giudiziale difficilmente A riuscirebbe ad ottenere un ricavo maggiore e sapendo che A non ha la disponibilità per rilevare la quota dell'altro, neanche in una ipotetica asta giudiziaria.
Le domande sono due:
1) E' deontologicamente corretto l'operato del noto agente immobiliare, che prestandosi anche solo come portavoce a una sorta di ricatto di B nei confronti di A, pone A in una condizione di oggettiva debolezza rispetto a B e viene meno al suo dovere di imparzialità nei confronti dei due clienti?
2) Per evitare l'insorgenza di situazioni collusive come quella sopra descritta, nell'ipotesi di un futuro conferimento di nuovo mandato, stante la situazione particolarmente conflittuale, è ipotizzabile che ognuno dei due contitolari stipuli un mandato di compravendita in semi-esclusiva con una propria agenzia immobiliare di fiducia? (ovviamente dopo aver fissato delle condizioni di vendita concordate)? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi, sempre tenendo conto la peculiarità della situazione?
Grazie a tutti per gli eventuali consigli.
vi presento il seguente caso:
due fratelli A e B sono, in seguito a donazione fatta a suo tempo, comproprietari al 50% dell'appartamento genitoriale. Negli anni i rapporti si deteriorano al punto che le comunicazioni avvengono solo attraverso legali, e defunti i due genitori, dopo molte mediazioni degli avvocati, si risolvono a vendere l'immobile in comune. Si rivolgono pertanto a una rinomata agenzia, specializzata nella vendita di immobili di pregio, con un mandato che prevede un prezzo minimo di vendita pari a quello stimato in una perizia commissionata da A (che poniamo pari a 100). Purtroppo il mercato, in un contesto di crisi economica e di stagnazione del mercato immobiliare aggravatesi negli ultimi mesi, rifiuta la valutazione di 100 e l'unica offerta che arriva in 6 mesi di mandato è pari ad 85. A questo punto B rifiuta l'offerta di 85, e fa sapere tramite il noto agente immobiliare che sarebbe disposto ad accettarla a condizione che gli venga riconosciuto comunque un ricavo di 50, contro il 35 di A, facendo leva sul fatto che in una causa di separazione giudiziale difficilmente A riuscirebbe ad ottenere un ricavo maggiore e sapendo che A non ha la disponibilità per rilevare la quota dell'altro, neanche in una ipotetica asta giudiziaria.
Le domande sono due:
1) E' deontologicamente corretto l'operato del noto agente immobiliare, che prestandosi anche solo come portavoce a una sorta di ricatto di B nei confronti di A, pone A in una condizione di oggettiva debolezza rispetto a B e viene meno al suo dovere di imparzialità nei confronti dei due clienti?
2) Per evitare l'insorgenza di situazioni collusive come quella sopra descritta, nell'ipotesi di un futuro conferimento di nuovo mandato, stante la situazione particolarmente conflittuale, è ipotizzabile che ognuno dei due contitolari stipuli un mandato di compravendita in semi-esclusiva con una propria agenzia immobiliare di fiducia? (ovviamente dopo aver fissato delle condizioni di vendita concordate)? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi, sempre tenendo conto la peculiarità della situazione?
Grazie a tutti per gli eventuali consigli.