Buongiorno,
sono proprietario di un immobile la cui planimetria interna presenta una serie di difformità.
Chiamerò A la disposizione interna secondo quanto riportato in planimetria catastale
Chiamerò B la disposizione interna secondo quanto riportato nella concessione edilizia
Chiamerò C la disposizione attuale.
Chiamerò D la disposizione secondo una possibile ipotesi di ristrutturazione.
Chiarisco che:
-A è diverso da B per un palese errore nell'indicare una porta interna ma comunque differisce
-la situazione attuale, C, non è regolarizzabile in quanto non è presente l'antibagno ed è comunque diversa da A e B
-D è una soluzione sensata che, presumibilmente non dovrebbe avere problemi di regolarizzazione e che è diversa da A, B, C.
-devo venderlo e vorrei fare tutto assolutamente in regola per non rischiare di avere problemi futuri
-L'immobile è totalmente da ristrutturare, si deve entrare con la ruspa e rifare tutto
Potrei venderlo dopo averlo ristrutturato e regolarizzato come D ma vorrei comunque valutare la fattibilità legale/tecnica di venderlo così com'è.
Preciso che l'immobile ha un valore estremamente limitato e quindi l'ipotesi di regolarizzarlo come D senza una vera ristrutturazione, solo con un minimo di opere murarie in cartongesso , l'aggiornamento catastale ed urbanistico avrebbe un importo rilevante rispetto al prezzo di vendita. Escludo quindi tale ipotesi per problemi di fattibilità economica.
Nel caso io renda note le difformità facendo firmare in fase di proposta le planimetrie A, B e C e inserissi una clausola del tipo "la parte acquirente dichiara di essere stata informata sulle difformità catastali/urbanistiche, ne accetta lo stato di fatto e rinuncia ad ogni possibile rivalsa nei confronti dell'acquirente, del notaio e dell'intermediatore immobiliare" è legale?
Lasciamo da parte per un momento le problematiche dovute al far accettare una tale clausola è possibile/legale inserirla nell'atto di vendita?
Grazie
sono proprietario di un immobile la cui planimetria interna presenta una serie di difformità.
Chiamerò A la disposizione interna secondo quanto riportato in planimetria catastale
Chiamerò B la disposizione interna secondo quanto riportato nella concessione edilizia
Chiamerò C la disposizione attuale.
Chiamerò D la disposizione secondo una possibile ipotesi di ristrutturazione.
Chiarisco che:
-A è diverso da B per un palese errore nell'indicare una porta interna ma comunque differisce
-la situazione attuale, C, non è regolarizzabile in quanto non è presente l'antibagno ed è comunque diversa da A e B
-D è una soluzione sensata che, presumibilmente non dovrebbe avere problemi di regolarizzazione e che è diversa da A, B, C.
-devo venderlo e vorrei fare tutto assolutamente in regola per non rischiare di avere problemi futuri
-L'immobile è totalmente da ristrutturare, si deve entrare con la ruspa e rifare tutto
Potrei venderlo dopo averlo ristrutturato e regolarizzato come D ma vorrei comunque valutare la fattibilità legale/tecnica di venderlo così com'è.
Preciso che l'immobile ha un valore estremamente limitato e quindi l'ipotesi di regolarizzarlo come D senza una vera ristrutturazione, solo con un minimo di opere murarie in cartongesso , l'aggiornamento catastale ed urbanistico avrebbe un importo rilevante rispetto al prezzo di vendita. Escludo quindi tale ipotesi per problemi di fattibilità economica.
Nel caso io renda note le difformità facendo firmare in fase di proposta le planimetrie A, B e C e inserissi una clausola del tipo "la parte acquirente dichiara di essere stata informata sulle difformità catastali/urbanistiche, ne accetta lo stato di fatto e rinuncia ad ogni possibile rivalsa nei confronti dell'acquirente, del notaio e dell'intermediatore immobiliare" è legale?
Lasciamo da parte per un momento le problematiche dovute al far accettare una tale clausola è possibile/legale inserirla nell'atto di vendita?
Grazie