Buongiorno,
Ho un dubbio di questo tipo:
A sta pagando un canone di leasing a B per un immobile uso ufficio.
C vuole acquistare questo immobile per trasformarlo in abitazione (è un semplice cambio d’uso senza opere in quanto l’immobile già prima era abitazione).
NOTE:
A è un professionista con partita IVA (ingegnere).
B è una banca (specializzata in leasing).
C è un privato cittadino.
In qualsiasi caso, B cede l’immobile applicando l’IVA.
Quale è il modo meno dispendioso, e più semplice affinché C arrivi a possedere l’immobile (uso abitazione)?
Soluzione 1: A riscatta l’immobile, fa un cambio di destinazione d’uso, e lo rivende a C. Ma A, essendo libero professionista (settore edile), deve fare pagare l’IVA a C? Inoltre, può un professionista fare questo passaggio con la propria partita IVA?
Soluzione 2: C riscatta il leasing al posto di A, pagandoci sopra l’IVA come ufficio, più tutte le altre imposte (…). Inoltre, per fare ciò ci deve essere prima una cessione del contratto di leasing, con imposta di registro al 4% (più eventuale prezzo da concordare in favore di A).
Soluzione 3: A e B rinunciano contestualmente al contratto di leasing, e C compra il bene direttamente da B, senza fare figurare un riscatto di leasing (quantomeno, configurandosi come una vendita fatta e finita, si risparmia il 4 % di registro per la cessione di contratto). E’ possibile questa rinuncia al contratto di leasing? Si fa dal notaio o è una semplice scrittura privata tra A e B?
Infine, mi confermate che essendo l’ufficio situato in un c.d. fabbricato Tupini, la vendita è al 10% di IVA? E il fatto che l’edificio rispetti la normativa Tupini, in riferimento alle percentuali d’uso, va dimostrato in qualche modo, asseverato da un tecnico, è relativo all’iniziale concessione edilizia o cos’altro?
Grazie mille per l’aiuto che potrete darmi.
Ho un dubbio di questo tipo:
A sta pagando un canone di leasing a B per un immobile uso ufficio.
C vuole acquistare questo immobile per trasformarlo in abitazione (è un semplice cambio d’uso senza opere in quanto l’immobile già prima era abitazione).
NOTE:
A è un professionista con partita IVA (ingegnere).
B è una banca (specializzata in leasing).
C è un privato cittadino.
In qualsiasi caso, B cede l’immobile applicando l’IVA.
Quale è il modo meno dispendioso, e più semplice affinché C arrivi a possedere l’immobile (uso abitazione)?
Soluzione 1: A riscatta l’immobile, fa un cambio di destinazione d’uso, e lo rivende a C. Ma A, essendo libero professionista (settore edile), deve fare pagare l’IVA a C? Inoltre, può un professionista fare questo passaggio con la propria partita IVA?
Soluzione 2: C riscatta il leasing al posto di A, pagandoci sopra l’IVA come ufficio, più tutte le altre imposte (…). Inoltre, per fare ciò ci deve essere prima una cessione del contratto di leasing, con imposta di registro al 4% (più eventuale prezzo da concordare in favore di A).
Soluzione 3: A e B rinunciano contestualmente al contratto di leasing, e C compra il bene direttamente da B, senza fare figurare un riscatto di leasing (quantomeno, configurandosi come una vendita fatta e finita, si risparmia il 4 % di registro per la cessione di contratto). E’ possibile questa rinuncia al contratto di leasing? Si fa dal notaio o è una semplice scrittura privata tra A e B?
Infine, mi confermate che essendo l’ufficio situato in un c.d. fabbricato Tupini, la vendita è al 10% di IVA? E il fatto che l’edificio rispetti la normativa Tupini, in riferimento alle percentuali d’uso, va dimostrato in qualche modo, asseverato da un tecnico, è relativo all’iniziale concessione edilizia o cos’altro?
Grazie mille per l’aiuto che potrete darmi.