Ho sottoposto 3 settimane fa una proposta di acquisto con data del rogito indicata 30/06 (termine NON PERENTORIO, scritto nella classica formula "entro il") che è stata accettata dal venditore.
Dopo qualche giorno emergono delle difformità al catasto e nei precedenti atti di compravendita (il piano dell'appartamento è errato), mentre nella proposta di acquisto i venditori dichiaravano che l'immobile era conforme ai dati catastali.
Il notaio, informato della cosa, non mi redige la relazione notarile preliminare che mi serve per chiedere il mutuo fino a quando i venditori non avranno consegnato l'ulteriore documentazione catastale richiesta (e che aspetto da quasi 2 settimane).
Tutto ciò determina uno slittamento dei tempi di richiesta del mutuo, e quindi possibile sforamento della data inizialmente prevista, per cui ho richiesto al venditore di posticiparla ai primi di settembre in via precauzionale (si noti con un preavviso di 4 mesi, e a sole 3 settimane dalla firma della proposta) per non avere problemi. Il venditore si rifiuta perchè a suoi dire aveva pianificato delle spese prevedendo la somma di denaro per quella data, concedendomi solo qualche giorno in più. Ora gli ho proposto di versargli un acconto comunque per il 30/06.
Com'è quantificabile la tolleranza dietro un termine non perentorio? Che valenza avrebbe una ipotetica lettera che mi diffida ad adempiere entro tot giorni a meno di non essere considerato inadempiente, sopratutto in questo caso in cui il ritardo è dovuto a difformità non dichiarate?
Per quanto tempo il venditore si deve considerare vincolato dal preliminare firmato con me?
Dopo qualche giorno emergono delle difformità al catasto e nei precedenti atti di compravendita (il piano dell'appartamento è errato), mentre nella proposta di acquisto i venditori dichiaravano che l'immobile era conforme ai dati catastali.
Il notaio, informato della cosa, non mi redige la relazione notarile preliminare che mi serve per chiedere il mutuo fino a quando i venditori non avranno consegnato l'ulteriore documentazione catastale richiesta (e che aspetto da quasi 2 settimane).
Tutto ciò determina uno slittamento dei tempi di richiesta del mutuo, e quindi possibile sforamento della data inizialmente prevista, per cui ho richiesto al venditore di posticiparla ai primi di settembre in via precauzionale (si noti con un preavviso di 4 mesi, e a sole 3 settimane dalla firma della proposta) per non avere problemi. Il venditore si rifiuta perchè a suoi dire aveva pianificato delle spese prevedendo la somma di denaro per quella data, concedendomi solo qualche giorno in più. Ora gli ho proposto di versargli un acconto comunque per il 30/06.
Com'è quantificabile la tolleranza dietro un termine non perentorio? Che valenza avrebbe una ipotetica lettera che mi diffida ad adempiere entro tot giorni a meno di non essere considerato inadempiente, sopratutto in questo caso in cui il ritardo è dovuto a difformità non dichiarate?
Per quanto tempo il venditore si deve considerare vincolato dal preliminare firmato con me?