pensoperme

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Che altro non è che una conseguenza di quello che dicevo io: calo dei redditi disponibili che corrispondono a un aumento dei prezzi relativi. ;)
 

housecrash

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Che altro non è che una conseguenza di quello che dicevo io: calo dei redditi disponibili che corrispondono a un aumento dei prezzi relativi. ;)

Un calo è un calo.... un "non aumento" è un "non aumento".... l'inflazione pesa su entrambi... solo che il calo è peggio, perchè è sottinteso si stia parlando di nominale in entrambi i casi.

Comunque, nel medio termine, si continuerà come negli ultimi 10-12 anni. Redditi al palo .... stagnanti con tendenza alla diminuzione... con una accentuazione del trend rispetto agli ultimi anni.... per dirla tutta.... avete presente quando dicevano che il peggio era passato? Bene... era solo l'inizio... il peggio deve ancora arrivare... ma dopo non ci saranno scenari post-atomici ed il mondo continuerà ad esistere ancora... possibilmente con la forbice tra redditi e prezzi di acquisto per gli immobili meno larga
 

pensoperme

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si certo, concordo, con il dovuto tempo e con i dovuti morti. Se cali i redditi è come se aumentassero i prezzi dei beni, no? ;)
 
I

immpittaro

Ospite
e adesso stai pure diventando scurrile

scurrile....dove ? fammi vedere il punto .......la parola......grazie.
per uno appassionato di dati e fatti mi sembra che ti lasci prendere, la butti sul personale....

p.s. cosa vuol dire " il mercato vi punirà " ? il mercato premia e punisce tutti i giorni, per evitare ciò bisogna non rapportarsi, con il mercato.




 

housecrash

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Siccome vedo sempre allusioni ai suicidi, posto anche qui un articolo che si riferisce ad una ricerca dell'Eures in cui si diceva che i suicidi nel 2011 erano stati 4000, quando nel 2009 erano stati meno di 3000

http://www.eures.it/upload/doc_1305878239.pdf

Ora..... non so se nelle statistiche traspare che siano stati causati da Monti, ma non mi ricordo negli ultimi 3 anni si sia parlato di suicidi un giorno sì e l'altro pure, perchè 4k suicidi in un anno significano 11 suicidi al giorno. Dello studio di cui sopra ci sarebbe anche la versione aggiornata ad Aprile 2012

http://www.eures.it/dettaglio_ricerca.php?id=90

ma purtroppo è solo l'indice e per avere la versione completa occorre contattarli e secondo me anche pagare.

Sembra inoltre che negli ultimi anni ci sia stato un suicidio al giorno per motivi economici

http://pinoscaccia.wordpress.com/2012/04/17/due-suicidi-al-giorno-per-la-crisi/


La crisi economica ha i suoi effetti non solo sui disoccupati, ma anche fra imprenditori e lavoratori autonomi. Sono stati 362 nel 2010 i suicidi dei disoccupati, superando i 357 casi del 2009, che già rappresentavano una forte impennata rispetto ai 270 suicidi accertati in media del triennio precedente (rispettivamente 275, 270 e 260 nel 2006, 2007 e 2008), confermando la correlazione tra rischio e integrazione nel tessuto sociale.

Quindi se nel 2006-2008 il numero medio di suicidi a causa della crisi era 270, nel 2009 e 2010 erano già diventati 360 di media, ovvero +35%. E questo mentre governava quello del burlesque, dei festini e dei ristoranti sempre pieni.

Manca il dato dei suicidi per crisi economica del 2011, che penso sia pure bello tosto.

Questo era l'articolo che avevo trovato io... parlava del report Eures del 2011

Italia: record di suicidi, uno al giorno a causa della disoccupazione

Si verifica un suicidio al giorno - in Italia - tra i disoccupati. Emerge dal rapporto "Il suicidio in Italia ai tempi della crisi. Caratteristiche, evoluzioni e tendenze" stilato dall'Eures negli scorsi giorni. Per non parlare delle situazioni borderline di chi ricorre agli psicofarmaci, o torna a vivere dai genitori, o non esce più.
“L’incremento registrato investe sia la componente femminile della popolazione (+1,6%, con 643 casi rispetto ai 631 del 2008), sia soprattutto la componente maschile (+5,6%, passando da 2.197 a 2.343). A caratterizzare il fenomeno nel 2009 è il suo forte legame con la crisi economico-occupazionale: sono stati infatti 357 i suicidi compiuti da disoccupati nel 2009, con una crescita del 37,3% rispetto ai 260 casi del 2008, generalmente compiuti da persone espulse dal mercato del lavoro (272 in valori assoluti, pari al 76%, a fronte di 85 casi di persone in cerca di prima occupazione). Si registrano ben 18,4 suicidi ogni 100 mila disoccupati (il valore sale a 30,3 tra gli uomini a fronte di 5,7 tra le donne), contro 4,1 suicidi tra gli occupati (6 tra gli uomini e 1,4 tra le donne).
Oltre la metà dei suicidi censiti in Italia sono compiuti al Nord (1.600 casi nel 2009, pari al 53,6% del totale), a fronte del 18,8% al Centro (561 casi) e del 27,6% al Sud (825 casi). Anche in termini relativi il Nord conferma i valori più alti, con 5,8 suicidi ogni 100 mila abitanti, a fronte dei 4,8 del Centro e dei 4 del Sud. Ma è proprio il Meridione a registrare nel 2009 la crescita più consistente del fenomeno, con un incremento pari a +11% (sono stati 743 i suicidi nel 2008), a fronte di un +4,5% nel Centro e di un +3,4% nel Nord. A livello regionale gli incrementi più alti si sono registrati in Basilicata (+105%, passando da 20 suicidi nel 2008 a 41 nel 2009), in Campania (+38,7%), in Emilia Romagna (da 234 a 289 casi) e in Friuli(+19,6%). I decrementi più significativi in Umbria e Piemonte. Considerato i valori relativi (media 2005-2009), è la Sardegna a guidare la graduatoria dei suicidi (con un indice pari a 9,5 casi ogni 100mila abitanti), seguita dal Friuli Venezia Giulia (9,2), dalla Valle d’Aosta (8,6) e dall’Umbria (8,5). La Campania conserva il valore più basso (2,3 suicidi ogni 100 mila abitanti nel periodo 2005-2009), precedendo la Puglia (2,7) il Lazio (3,2) e la Calabria (3,3).


Il suicidio si conferma un fenomeno decisamente più diffuso tra le fasce della popolazione anziana: negli ultimi cinque anni (2005-2009) si contano infatti in Italia 8,9 suicidi ogni 100 mila over 64 (16,3 tra gli uomini e 3,6 tra le donne), a fronte di 6,1 nella fascia 45-64 anni (9,5 tra gli uomini e 2,8 tra le donne), di 4,4 suicidi ogni 100 mila 25-44enni (6,7 e 2,0), di 2,8 tra i 18-24enni (4,6 tra gli uomini e 0,9 tra le donne) e di 0,3 tra i minori (0,4 e 0,2).


Negli ultimi anni si osserva una forte crescita del fenomeno suicidario nelle carceri italiane, confermato dal valore del 2009 (72 suicidi, il più alto degli ultimi 20 anni) e del 2010 (66, il secondo valore più alto). In termini relativi anche il rischio suicidario aumenta costantemente, passando da 100,2 suicidi ogni 100 mila detenuti nel periodo 1990-1994 a 116,5 nel 2009. Confrontando inoltre il rischio nelle carceri con quello complessivamente rilevato in Italia (con 5 suicidi ogni 100 mila abitanti nel 2009), il primo risulta di circa venti volte superiore, evidenziando una forte criticità delle condizioni di vita tra le sbarre.


In linea di massima, i dati non fanno altro che confermare un dato risaputo. A suicidarsi sono principalmente coloro che hanno perso il lavoro, che sono stati costretti a chiudere un’attività, i detenuti, gli anziani soli. Resta comunque il fatto che i dati sono in aumento, sebbene ancora di gran lunga inferiori a quelli dei Paesi scandinavi o del Giappone. Paesi in cui il suicidio è una pratica altissima, anche tra giovani e giovanissimi”.

Aspettiamo la fine del 2012 per vedere quali saranno i numeri, anche se ritengo non ci discostermo molto dal trend crescente che c'è stato negli ultimi anni e, come per i redditi in calo, il fattore comune non è stato il premier, ma la crisi economica, prima taciuta (ecco perchè sembrava non ci fossero suicidi prima) ora dichiarata apertamente e senza tabù.
 

housecrash

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