Michela_

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Ciao a tutti. Premetto che non penso sia questa la sezione giusta (ove ne fosse una, spostate pure), mi interessa approfondire a livello personale la rinuncia abdicativa della proprietà (parliamo di una quota indivisa di un immobile in comproprietà con altre persone non interessate a donazione o acquisto).
Pare sia (cito) "un negozio giuridico unilaterale con il quale il proprietario di un immobile dismette il suo diritto senza trasferirlo ad altro soggetto.
Essa può essere effettuata rivolgendosi ad un notaio tramite atto pubblico o scrittura privata autenticata al fine di consentirne la trascrizione nei pubblici registri." E dovrebbe diventare di proprietà del Comune o demanio (ma ovviamente non ne sono certa).
Qualcuno ne ha mai sentito parlare, ha mai avuto esperienze dirette/indirette in merito. Cito @francesca63 e @cafelab (visto che hai nominato le case ad 1€). Ma la domanda è rivolta a tutti. Ringrazio.
 
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ingelman

Membro Supporter
Agente Immobiliare
mi interessa approfondire a livello personale la rinuncia abdicativa della proprietà (parliamo di una quota indivisa di un immobile in comproprietà con altre persone non interessate a donazione o acquisto).
Certo che un quesito più complicato di questo non potevi trovarlo.

Addirittura una comproprietà dove i comproprietari, aventi in linea teorica un diritto di prelazione, dovrebbero prima formalmente esprimere la loro volontà di rinuncia per poi, il dante causa, formulare un atto di dubbia legittimità.

Che natura ha quest'immobile e perchè gli altri non intendono acquisirne anche a titolo gratuito l'accrescimento della loro quota?
 

francesca63

Moderatore
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Privato Cittadino
E dovrebbe diventare di proprietà del Comune o demanio (ma ovviamente non ne sono certa).
Nel caso di rinuncia abdicativa di una quota di comproprietà, il diritto dismesso va ad accrescere le quote degli altri comproprietari.
Ma è un istituto molto poco utilizzato nella pratica, e spesso sono i notai stessi che non si prestano ad effettuarlo.
Qui uno studio :
 

Michela_

Membro Assiduo
Agente Immobiliare
Certo che un quesito più complicato di questo non potevi trovarlo.
È un dubbio che mi porto dietro dai tempi del corso, e non ho mai avuto occasione di capire/approfondire. Però siamo su immobilio quindi sono tranquilla 😉. I quesiti di ieri però mi hanno fatto tornare in mente questo dubbio.
Che natura ha quest'immobile e perchè gli altri non intendono acquisirne anche a titolo gratuito l'accrescimento della loro quota?
Pare che l'accrescimento delle quote sia l'unica opzione per immobili in comproprietà, però pare anche che i comproprietari non possano impugnare o rifiutare questa operazione che alla fine pare essere una donazione indiretta .
Civile abitazione difficilmente vendibile per la zona in cui si trova, divenuta principalmente solo un "costo" .
Perché lo stato dovrebbe prendere la quota di un immobile ? È obbligato o deve essere d'accordo ?
Non so, lo potrebbe "ripristinare" e utilizzare per darlo in affitto a persone bisognose a basso canone di locazione (ad esempio in Trentino ci sono degli immobili donati alla chiesa ed essi vengono dati in locazione a persone con basso reddito, rispettando requisiti specifici). A seguito lettura dell'articolo pubblicato da Francesca (che ringrazio) pare che lo Stato possa "accettare" o meno gli immobili "ricevuti" in questo modo (ma devono essere di un solo proprietario, affinché l'operazione possa essere fattibile), in base allo stato dell'immobile, evidentemente non deve risultare "un peso" per lo Stato.
Pare però che in Italia non possono essere presenti degli immobili di proprietà di nessuno.
Per me resta comunque un argomento interessante, da capire/chiarire/approfondire.

N.b. il mio è solo un esempio, però mi vengono in mente proprietari anziani che non hanno interesse a lasciare eredità/testamento, immobili/terreni "sfuggiti" a successioni, persone che vogliono "sfuggire" ai creditori, ecc ecc ma ripeto, non so (a tutti gli effetti, o quasi) di cosa sto parlando e della fattibilità dell'operazione.
Siate clementi!
 
Ultima modifica:

brina82

Membro Storico
Professionista
Ciao a tutti. Premetto che non penso sia questa la sezione giusta (ove ne fosse una, spostate pure), mi interessa approfondire a livello personale la rinuncia abdicativa della proprietà (parliamo di una quota indivisa di un immobile in comproprietà con altre persone non interessate a donazione o acquisto).
Pare sia (cito) "un negozio giuridico unilaterale con il quale il proprietario di un immobile dismette il suo diritto senza trasferirlo ad altro soggetto.
Essa può essere effettuata rivolgendosi ad un notaio tramite atto pubblico o scrittura privata autenticata al fine di consentirne la trascrizione nei pubblici registri." E dovrebbe diventare di proprietà del Comune o demanio (ma ovviamente non ne sono certa).
Qualcuno ne ha mai sentito parlare, ha mai avuto esperienze dirette/indirette in merito. Cito @francesca63 e @cafelab (visto che hai nominato le case ad 1€). Ma la domanda è rivolta a tutti. Ringrazio.
Da ignorante mi viene da pensare che sia impossibile trasferire la quota o 1/1 da Tizio allo Stato o ad altro comproprietario, senza il loro consenso: se sono proprietario di un immobile fatiscente al centro storico, e per metterlo in sicurezza è necessario spendere 100k, poniamo (rischio ribaltamento muri, tegole che volano, ecc.), non è nè logico, nè giusto, fare pagare qualcun altro al posto mio!

È chiaro che il "beneficiario" dovrà necessariamente accettare questa specie di "donazione".
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
rò pare anche che i comproprietari non possano impugnare o rifiutare questa operazione che alla fine pare essere una donazione indiretta .

Nel caso di rinuncia abdicativa di una quota di comproprietà, il diritto dismesso va ad accrescere le quote degli altri comproprietari.
Ma è un istituto molto poco utilizzato nella pratica, e spesso sono i notai stessi che non si prestano ad effettuarlo.
Qui uno studio :

Sul tema ricordo che un noto partecipante al forum “propit” (Nemesis) ha fornito spesso risposte dello stesso tenore di Francesca, e se non ricordo male , curiosamente, ai comproprietari non è richiesto l’assenso.
Presumo che la conseguenza sia che anche l’ultimo proprietario rimasto possa rinunciare alla proprietà ( ma qui ricordo che lo stato non accetta se non conviene)
 

brina82

Membro Storico
Professionista
Sul tema ricordo che un noto partecipante al forum “propit” (Nemesis) ha fornito spesso risposte dello stesso tenore di Francesca, e se non ricordo male , curiosamente, ai comproprietari non è richiesto l’assenso.
Presumo che la conseguenza sia che anche l’ultimo proprietario rimasto possa rinunciare alla proprietà ( ma qui ricordo che lo stato non accetta se non conviene)
Quindi il cerino resterebbe in mano all'ultimo... non ci credo, se non mi portate un caso concreto.

Per quanto sia fattibile sul piano teorico, credo sia difficile su quello pratico.

Esempio che non c'entra nulla. In teoria si potrebbe acquisire la proprietà per possesso ventennale, peccato poi che quando ne parli coi Notai, ti tirano fuori 1000 questioni.
 

Bastimento

Membro Storico
Privato Cittadino
Per quanto sia fattibile sul piano teorico, credo sia difficile su quello pratico.
Il problema , come ricordava Francesca e Nemesis, sta infatti anche nelle remore dei notai a rogare atti del genere.
Personalmente non ho esperienze , certo il tema è interessante: ma è altrettanto vero che pare assurdo che un erede si trovi “impiccato” nel dover gestire un immobile ormai fatiscente.
Poi si vedono in giro capannoni, impianti industriali e strutture varie (vedi i casi sede di violenze recenti) abbandonati e dove la bonifica firmane a carico della collettività
Ps: chi ha pagato la bonifica delle ex aree Falk di Sesto o quelli di impiantimpetrolchimici dismessi?
 

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