Se una società/ditta/impresa subisce un esecuzione immobiliare, al 90% non è un soggetto fallibile (con la riforma del 2005 si sono alzati di molto i requisiti di fallibilità).
Comprare l'immobile prima che vada all'asta ha diversi vantaggi
1) se l'acquirente è privato e l'immobile è residenziale pagherà le imposte sul valore catastale (IVA o Imposte registro, ipocatastali che siano) e non sul prezzo di acquisto come all'asta
2) l'acquirente non pagherà il costo e gli onorari dovuti per le cancellazioni delle formalità pregiudizievoli
3) molti istutituti di credito non finanziano l'acquisto da esecuzioni immobiliari (tutte le banche on line e quelle "straniere", Banco Posta compreso)
4) la trascrizione del passaggio di proprietà, il saldo e l'immissione nel possesso saranno contestuali (molte persone non partecipano alle aste per la paura - ingiustificata - che fra il saldo ed il passaggio di proprietà qualcosa vada storto e si perda tempo/denaro
5) sicurezza del buon esito della transazione (sia della data di vendita in quanto programmabile fra le parti, che della consegna)
6) possibilità di inserire - con alcuni limiti - nel preliminare di compravendita le clausole sospensive e risolutive tipiche (acquisto condizionato al mutuo, condizioni sospensive inerenti la vendita di altro immobile etc...)
7) certezza inerente il quantum delle eventuali spese condominiali arretrate o molto più semplicemente contestuale saldo di tali pendenze da parte del venditore all'atto di compravendita (come avviene normalmente nel libero mercato) onde evitare la solidale responsabilità del biennio.
Molto spesso si riesce a compravendere l'immobile allo stesso prezzo della futura base asta (diciamo nel 75% dei casi). Inoltre se un immobile è andato all'asta a 100.000,00 Euro con esito negativo e viene riproposto a 80.000,00 Euro, qualora si acquisisca il bene a 85.000,00 compreso di cancellazioni ipotecarie e spese condominiali arretratte (del biennio) è veramente improbabile che un successivo fallimento possa sperare di vendere l'immobile ad una cifra superiore e soprattutto c'è già stata la formale esplicitazione attraverso una procedura di alienazione pubblica concorsuale che l'immobile "vale" meno di 100.000,00 Euro.
Il contro è il costo della società che normalmente transa questi cespiti che su importi ridoti incide in maniera così rilevante da non rendere l'operazione economicamente interessante.