Arrivo qui in nona pagina credendo che tutti voi abbiate ragione: avete tutti un pezzo della ragione, tutti esprimete concetti corretti che andrebbero messi insieme. Hanno ragione coloro che vogliono annientare i portali, ma hanno ragione anche coloro che dicono che comunque sia i portali sono uno strumento importante. In tutto ciò l'espressione che i portali ci danno da mangiare non è corretta letteralmente, ma ognuno di noi è abbastanza intelligente da comprendere cosa
@desmo volesse dire: qui ognuno di noi può fare la guerra che vuole, ma resta il fatto che bisogna saper trattare anche con il nemico perchè se il popolo italiano è ormai indottrinato a cercare casa su Immobiliare.it qualcuno di noi molto probabilmente dovrà stringere i denti e farsi trovare presente sul portale. In parallelo avete tutti ragione sul discorso della professionalità che prevale rispetto al portale, ma signori colleghi io credo che la nostra professionalità oggi debba essere accompagnata dalla giusta visibilità, altrimenti la bravura che ci distingue rimane nel nostro ufficio. Con "oggi" intendo con la società di oggi, una società tutta social network, una società che vede aumentare i casi di cervicalgia perchè ormai tutti sono chinati sugli smartphone o pc. Ognuno di noi dovrebbe essere abbastanza bravo, capace e professionale al punto da essere un riferimento nel quartiere, al punto di non aver necessità di una vetrina virtuale, ma credete che non sia indispensabile? Io mi trovo in un'ottima posizione logistica, ottimo passaggio di persone, ma sono consapevole che tanta clientela che mi arriva lo fa da un link. Dopotutto oggi si guarda il cellulare anche prima di andare dal medico. Detto ciò sono concorde nel fare la guerra a chi non ci rispetta, ma prima prepariamo l'alternativa su cui concentrarci. La professionalità ce la porteremo sempre dietro e i clienti se ne accorgono se valiamo o meno, sempre.
ci sono imprenditori che falliscono, perchè non sanno adeguarsi, non sanno lavorare diversamente da come hanno sempre fatto. Valgono pochissimo, pensano di sapere come si fa l'imprenditore invece sanno solamente come lavorare in un contesto preciso con mezzi precisi e appena gli si cambia qualcosa vanno in tilt dando la colpa alla crisi. In tempi di vacche grasse grasse sono tutti bravi a fare soldi ma i veri cavalli da corsa si vedono all'arrivo.
E infatti quando non falliscono campano di vecchi allori, perchè in tempi migliori hanno fatto investimenti che li aiutano, magari qualche rendita e/o il locale nel quale lavorano ce l'hanno in proprietà avendo approfittato di un periodo d'oro, che non ritornerà. Ci sono poi gli speculatori, quelli del mordi e fuggi, e ci sono quelli bravi che si muovono con estrema destrezza in vari campi cercando e ottenendo anche circostanze profittevoli, a volte anche facendo della crisi un'occasione. Tutto il mio rispetto a costoro. Ci sono poi imprenditori che non sono altrettanto bravi, che speculano solo perchè non sanno strutturare, di quelli che fanno un pò di tutto e nulla di buono. Noi apparteniamo alla prima categoria, quelli che non si schiodano dalla locandina in bacheca e dal decantare professionalità che oggi è superata da un ragazzino di 23 anni con dei buoni studi (oggi la laurea e una perfetta conoscenza della lingua inglese, oltre all'ottimo uso del pacchetto office, excel intendo, non solo word..vengono richieste anche per andare a pulire i cessi, con tutto il rispetto per chi lo fa già). E quindi mettiamo su carta questa professionalità, queste doti negoziali, e vediamo se le aziende che contano ci assumerebbero per rappresentarle in trattative sui propri immobili. Nessuno di noi è mai stato chiamato da un'azienda importante per trattare i propri affari riconoscendoci la introvabile specialistica competenza, come pochi di noi godono della fiducia di parte dei clienti che ci pagano volentieri e che si fidano veramente di noi. L'ipocrisia, le fette di salame davanti agli occhi, sono il nostro peggior nemico, non i concorrenti che fanno solo il loro lavoro, quello di fare soldi facendoci a pezzi sui nostri punti deboli. Io farei esattamente lo stesso, ed è quello che faccio contro la mia piccola concorrenza, se fosse più grande, lo farei più in grande, ma la solfa è sempre la stessa. Non vado ad ammazzare l'AD di un'azienda che fa milioni mentre io non li so fare, ma cerco di capire perchè quel modello sta funzionando, e ne prendo ciò che ha di buono, valuto di farne parte, di sfruttarlo a mio favore perchè io è al fatturato che devo pensare non al vangelo del mediatore che metterebbe alla forca qualsiasi concorrente nella consapevolezza della scarsa spendibilità che abbiamo sul mercato odierno, dove chiunque ci entri in concorrenza ci fa male con una carezza. Dovremmo porci delle domande, invece di sparare solo risposte.
Mi chiedo quanti di noi sono pronti al cambiamento, e quanti di noi pensano invece che per far proliferare i propri affari bisogna combattere la concorrenza con il cavillo legale, con la lettera mal scritta, in un Paese dove chi ruba miliardi non si fa un solo giorno di galera o dove c'è chi pensa che aumentando le imposte si riprenda l'economia. Quell'imbecille li, è messo male, molto male, la paura è figlia dell'ignoranza e non ci muniamo di armi e proiettili utili a combattere la concorrenza a suon di competenze, dinamismo, collaborazione, proposte di legge, faremo la fine degli indiani che combatterono con le frecce contro chi disponeva di armi da fuoco. La guerra, nel mercato della concorrenza, non si fa con l'ostruzionismo, ci pensa già abbastanza lo Stato anche nei nostri confronti che siamo imprenditori solo nominalmente, pertanto se vogliamo essere coerenti, prima di tutto tiriamo via tutti gli abusivi e i truffatori dalla nostra categoria, e poi smettiamola di lavorare con le banche e con i portali che ci rubano fatturato. Perchè non lo fanno, i signori integralisti timorati di Dio che predicano bene e razzolano male? La risposta è una: il Dio denaro. Sono tutti bravi a fare i froci con il cuxo degli altri, e se c'è una cosa che va fatta prima di studiare e impostare qualsiasi strategia di mercato che ci riguardi, è sradicare l'ipocrisia, il principale freno delle nostre aziende, togliersi i paraocchi e iniziare a capire che senza quelle persone che vediamo per strada dalle nostre vetrine noi non mangeremmo, ed è quindi non doveroso ma quantomeno intelligente chiedersi cosa vogliono, quali sono le loro abitudini di consumo, come cercano gli immobili, come ci vedono cioè se si fidano più di noi o delle banche, e modellare la nostra aziendalità di conseguenza. Non sono i clienti che si adeguano a noi, ficcatevelo bene in testa voi pseudo perbenisti che additano la irregolarità degli altri quando siete i primi a non essere mai aposto al 100%. Comprendete una volta per tutte che il clima legale italiano è incerto, lento, e che sbagliare è facile, e a volte anche conveniente, ce lo insegnano tutti i giorni i colossi, e i governatori. Ficcatevi in testa che le banche sono potentissime e noi non abbiamo un mercato regolato, nè una categoria omogenea, nè forza contrattuale rispetto a loro. Non attaccarci sarebbe la mossa più stupida che un manager possa fare, un emerito cretino. Nessuna pensa ai vantaggi? Ci sono banche che assumono agenti immobiliari perchè sanno già maneggiare immobili, molti di noi non ce la fanno ed un posto in banca non è da scartare. Inoltre gli agenti di banca di oggi potrebbero essere manager di domani, e potrebbero nascere manovre legali su sloro suggerimento che possono far bene a tutta la categoria. Possono nascere collaborazioni, partnerships, ma sapete quale credo sia il vantaggio più grande? Far capire a un branco di lumaconi che chi dorme non piglia pesci.
Noi non abbiamo autorità, nè armi per combattere in maniera intelligente, cioè contrastare quando si deve contrastare (e qui ci vuole autorità) e andare a braccetto quando è conveniente collaborare (e qui ci vogliono competenze e struttura). Ma no, noi pensiamo a quale cavillo appellarci per salvare le nostre comode chiappe. Mi ricorda quella moglie che dà la colpa a tutte le belle donne se il marito le mette le corna.
Domani potrei essere io il nemico, e credete che avrei pietà quando pagato per fare gli interessi di chi mi ha assunto? credete che non attaccherei la mia concorrenza sui propri punti deboli sfruttando e imparando invece da quelli forti? Poveri miopi se pensate di combattere contro Mike Tyson (le aziende milionarie) con mezz'ora di palestra al mese. Qui ognuno pensa al proprio fatturato e non dovete scandalizzarvi se a portali e banche ieri hanno fatto comodo i nostri soldi e oggi ci vogliono buttare fuori dal mercato, ammesso che sia cosi, perchè nel mercato non esistono matrimoni ma al più fidanzamenti, scappatelle comprese
Carlo spero di aver risposto anche a te