Sbaglio?
Secondo me, si.
E provo a spiegarti il mio pensiero che non è assolutamente vincolante, ma è come un pensare o ragionare a voce alta.
In marzo i costi per i lavori in facciata sono stati quantificati in 5 mila euro.
Subito dopo sottoscrivi il compromesso e ti accolli la spesa.
Nel maggio nasce un problema con l'impresa e si bloccano i lavori.
L'impresa sostiene che i lavori costeranno di più del preventivato e abbandona il cantiere.
L'amministratore tenta di recuperare le somme già anticipate all'impresa grazie alla garanzia (fidejussoria?).
Corrisponde tutto sino a questo punto?
Se si, insisto nel dire che i lavori dovranno essere eseguiti (questo conforta la prima delibera) e con costi superiori in un prossimo futuro.
Tu asserisci che decaduta quella delibera non hai più l'obbligo di pagare.
Ma se tu non paghi i lavori devono essere comunque eseguiti e una volta venduto l'immobile il costo lo dovrà pagare l'acquirente.
L'acquirente, a sua volta, non intende pagare dei costi che sono a carico tuo e tali dichiarati ed accettati nel compromesso.
Più che la legge o gli avvocati, invocherei il buon senso e mi accollerei la spesa.
Non so per quale importo venderai l'immobile, ma non mi ficcherei per niente al mondo in una simile causa che, a parer mio, ti vede perdente dall'inizio ed anche in considerazione dell'imposto esiguo dei costi di rifacimento della facciata.