1960: condominio di nuova costruzione. 28 appartamenti e 28 cantine. Molte vendite di appartamenti e cantine in particolare vengono effettuate prima dell'accatastamento dell'immobile. Quindi nei primi atti di acquisto si descrivono solo i confini e si allega la planimetria del costruttore, senza far riferimento ai dati catastali. Intanto le prime due cantine vengono fuse probabilmente in modo abusivo per l'ampliamento di un locale condominiale. Quando viene il tecnico del Catasto per l'accertamento, "manca" una cantina. L'accatastamento è falsato (Il Catasto ha ammesso candidamente di avere "sbagliato", ma tant'è): risultano accatastate come unico locale le prime due cantine e ciascun proprietario si trova in visura intestatario della cantina non effettivamente acquistata e descritta nell'atto di acquisto ma della successiva. Dopo l'accatastamento i successivi atti di acquisto vengono stipulati con la corretta descrizione ma gli "erronei" riferimenti catastali. Le planimetrie non vengono allegate, allora non era obbligatorio. Escludendo lo scambio fisico abbiamo altre chance di risolvere la situazione? Bhè, naturalmente il Catasto si rifiuta di fare un accertamento e risolvere d'ufficio la situazione. Intanto con la nuova normativa in materia di conformità catastale le nostre cantine sono diventate tutte invendibili.