Gentilissimi a fine aprile 2016 ho ottenuto il decreto di trasferimento di un'immobile acquistito attraverso una asta.
L'esecutato, ha chiaramente lasciato ingenti debiti candominiali per i quali il condominio ha avvaito le procedure di decreto ingiuntivo ben prima dell'acquisto e per i debiti fino alla conslusione dell'esercizio 2015 (decorrente da febbraio 2015-febbraio 2016).
Successivamente in Marzo 2016 -ben prima dell'acquisto- ha deciso di non rendere esecutivo il decreto ingiuntivo nei confronti dell'esecutato, ne tantomeno ha operato insinuandosi nella vendita alla fine di recuperare il credito ed inoltre ha adottato una deliberazione con la quale si riconosceva che era inutile procedere ad azionare il decreto ingiuntivo - che avrebbe comportato ulteriori costi per il condominio senza la certezza di recuperare le somme- ed i condomini all'unanimità si faceva carico della ripartizione del debito dell'esecutato pro quota.
Ad oggi nella prima riunione nella qualità di nuovo proprietario (Dicembre 2016) - e dopo che l'amministratore, ha cercato di "estorcermi" in primis tutta la quota di debito dell'esecutato (quote ordinarie, straordinarie e consumi idrici dal 2007 ad oggi), successivamente a seguito di resistenza dello scrivente solametne le quote ordinarie del corrente anno 2016 e dell'anno precedente 2015 - sono venuto a conoscenza di detta deliberazione e che la stessa seppur non è stata mai impugnata adesso viene disconosiuta da parte dei condomini, che guarda caso, vorrebbero che io pagassi in solido.
Alla luce di quanto sopra, sono a chiedere un vostro parere in merito all'obbligo di versare le quote ordinarie del condominio relativo all'anno 2015 stante la palese rinuncia del credito sancita dall'atto deliberativo da parte dei condomini nonchè dalla mancata insinuazione nel passivo e la decisione di non azionare il decreto ingiuntivo.
Vi chiedo se ci sono dei presupposti di legge per oppormi a tutto ciò.
Grazie.
L'esecutato, ha chiaramente lasciato ingenti debiti candominiali per i quali il condominio ha avvaito le procedure di decreto ingiuntivo ben prima dell'acquisto e per i debiti fino alla conslusione dell'esercizio 2015 (decorrente da febbraio 2015-febbraio 2016).
Successivamente in Marzo 2016 -ben prima dell'acquisto- ha deciso di non rendere esecutivo il decreto ingiuntivo nei confronti dell'esecutato, ne tantomeno ha operato insinuandosi nella vendita alla fine di recuperare il credito ed inoltre ha adottato una deliberazione con la quale si riconosceva che era inutile procedere ad azionare il decreto ingiuntivo - che avrebbe comportato ulteriori costi per il condominio senza la certezza di recuperare le somme- ed i condomini all'unanimità si faceva carico della ripartizione del debito dell'esecutato pro quota.
Ad oggi nella prima riunione nella qualità di nuovo proprietario (Dicembre 2016) - e dopo che l'amministratore, ha cercato di "estorcermi" in primis tutta la quota di debito dell'esecutato (quote ordinarie, straordinarie e consumi idrici dal 2007 ad oggi), successivamente a seguito di resistenza dello scrivente solametne le quote ordinarie del corrente anno 2016 e dell'anno precedente 2015 - sono venuto a conoscenza di detta deliberazione e che la stessa seppur non è stata mai impugnata adesso viene disconosiuta da parte dei condomini, che guarda caso, vorrebbero che io pagassi in solido.
Alla luce di quanto sopra, sono a chiedere un vostro parere in merito all'obbligo di versare le quote ordinarie del condominio relativo all'anno 2015 stante la palese rinuncia del credito sancita dall'atto deliberativo da parte dei condomini nonchè dalla mancata insinuazione nel passivo e la decisione di non azionare il decreto ingiuntivo.
Vi chiedo se ci sono dei presupposti di legge per oppormi a tutto ciò.
Grazie.