venetia

Membro Attivo
Privato Cittadino
Buongiorno a tutti. Alcuni anni fa ho sottoscritto una impegnativa per l'acquisto di un bos pertinenziale con una cooperativa che stava costruendo 4 piani di box vicino a casa mia. Al momento di andare al rogito la cooperativa ha chiesto una cifra spropositata in più e voleva obbligare gli acquirenti ad andare da un loro notaio di fiducia notevolmente più caro del nostro.
Con una quarantina di altri acquirenti ci siamo opposti e dopo due anni, tramite avvocati, ci siamo accordati e abbiamo concluso l'atto facendo un verbale di conciliazione in tribunale tramite un giudice.
Siccome abbiamo pagato l'IVA alla cooperativa, abbiamo pagato una imposta di registro fissa di 168€ - il box è infatti stato reso pertinenziale.
Questo è successo nel 2010. Ora l'Agenzia delle Entrate ci chiede l'imposta di registro per atti giudiziari che secondo loro non è in misura fissa di 168€ , ma del 3% + 1% , imposta che avremmo dovuto pagare se il box fosse stato un bene strumentale non pertinenziale.
Qualcuno sa dirmi se questa richiesta è corretta?
Non vorrei spendere altri soldi per un ricorso per poi scoprire che avevano ragione loro.
Grazie a chi saprà aiutarmi
 

Kurt

Membro Attivo
Professionista
se ho compreso bene il notaio ha rogitato applicando le pattuizioni stabilite in un verbale di conciliazione. Ergo imposta fissa di 168 perché hai pagato l'IVA e l'immobile è pertinenziale alla primaria abitazione. Pertanto sino qui tutto bene.
Infatti secondo l’Amministrazione la sussistenza del vincolo pertinenziale, che rende il bene servente una proiezione del bene principale, «consente di attribuire alla pertinenza la medesima natura del bene principale». Non solo, l’Amministrazione precisa inoltre che «la sussistenza di tale nesso, alla luce dei criteri previsti dal codice civile, consente di estendere alla pertinenza l’applicazione della medesima disciplina dettata per la tipologia del fabbricato principale, sia nell’ipotesi in cui questo e la pertinenza siano oggetto del medesimo atto di cessione sia nell’ipotesi in cui i beni siano ceduti da atti separati».
Ne consegue che il notaio apparentemente ha operato correttamente.
Passiamo ora alle richieste dell'Agenzia delle Entrate premettendo che non è ben chiaro quello che hai esposto (almeno per me)
Quando il box auto è acquistato come pertinenza della prima casa è possibile applicare una imposizione agevolata, pari al 3% di imposta di registro in misura fissa per l'imposta ipotecaria e per l'imposta catastale ma se si acquista da un privato. Non è che l'Agenzia delle Entrate ha considerato l'acquisto come eseguito da un privato non accorgendosi che l'acquisto era soggetto a IVA? Un errore è possibile.
Però visto che l'atto è stato eseguito da un professionista vai tranquillamente dal tuo notaio e parla con lui della cosa, se la richiesta è arrivata a te sarà arrivata anche alle altre persone che hanno partecipato alla conciliazione.
E' interesse anche del notaio arrivare a fare chiarezza.
Ciao
Kurt
 

venetia

Membro Attivo
Privato Cittadino
Siamo stati all'Agenzia delle entrate con tutti i documenti comprovanti la nostra tesi e loro hanno risposto che, trattandosi di atto giudiziale e non rogito notarile - anche se sono equivalenti - la suddetta tassa di registro è da pagarsi.
Ma nessun notaio nè avvocato da noi interpellati ha trovato leggi a questo proposito.
Gli altri vogliono fare ricorso, ma io non vorrei trovarmi a pagare l'avvocato e poi ugualmente la tassa di registrazione ulteriormente richiesta.
Non so cosa fare.
 

Kurt

Membro Attivo
Professionista
Io andrei per vie legali. Tieni presente che se fate un'azione congiunta il costo si suddivide tra tutti voi.
Il ragionamento dell'agenzia delle Entrate è sbagliato.
Parto dal principio ovvero dall'etimologia del verbo rogare che non è come comunemente si intende equivalente di compravendita.
Rogare viene dal latino e significa richiedere, domandare, interrogare da una radice RAG, con il senso di andare o tendere verso dalla quale pure il gotico rak-jan = tedesco recken distendere e il greco o-reg-ein tendere , stendere, da cui il senso originario di stender la mano, implorare.
I Romani dicevano "rogare una legge" per proporla, votarla, deliberarla o perchè nei tempi antichi, prima che prevalesse l'uso di votare per schede il magistrato incaricato dello scrutinio domandava (rogabat) a ciascun cittadino per chi votava. Anche nei comizi di popolo il magistrato che li aveva convocati dopo aver tenuto il discorso leggeva ad alta voce la proposta di legge o altra proposizione da votarsi e quindi invitata (rogabat) le centurie a dare il loro suffragio con l'utilizzo della formula "Quititi, ite al suffragio, bene auspicanti gli Dei, e ciò che i senatori deliberarono voi sanzionate"
Ora il vocabolo latino è rimasto ai natai che dicono "rogare" o rogitare per fare un atto o un contratto, vuoi perchè all'uopo richiesti dall'interessato o vuoi perchè prima di stenderlo devono invitare espressamente le parti a manifestare la loro volontà e dare il loro consenso.

L'escursus mi è servito per farti meglio capire che dire che non si tratta di rogito ma di atto giudiziario è un non senso.
Il notaio ha predisposto un rogito in cui la volontà delle parti era espressa in un accordo giudiziale parte di una sentenza di un giudice.

Atti del genere sono molteplici, vedi ad esempio i trasferimenti immobiliari in ragione di sentenza di separazione o di divorzio o tutti quelli riconoscitivi di diritti di proprietà quali quelli di usucapione.

Nel tuo caso si tratta di un rogito, cioè di trasferimento di proprietà immobiliare intervivos in cui l'espressione di volontà delle parti è sostituita (almeno per la soccombente) dalla sentenza regolarmente omologata.

Confermo quello che ti hanno detto i vari notai o avvocati presso i quali siete stati. A mia modesta conoscenza non ci sono leggi in merito e quella che vi viene presentata è un tentativo della locale Agenzia delle Entrate di estorcere denaroa soggetti deboli (uso un termine forte perchè Befera anzichè parlare dovrebbe agire in questi ambiti). Le imposte o le tasse sono dovute in ragione di legge non di atti umorali dell'Agenzia delle Entrate di una città o di un singolo (ir)responsabile.

Per quanto manifestato se posso permettermi Ti consiglierei uno dei migliori studi di avvocati tributaristi della città in cui risiedi con il quale fare un'azione collettiva di tutti i contraenti contro l'Agenzia delle Entrate e richiesta di danni diretti e indiretti per lite temeraria (come dicevo costi ripartiti in quanto l'atto è sempre quello, cambiano i nomi).

Prima della presentazione del ricorso presenterei anche formale autotutela per annullamento dell'atto emanato

kurt
 

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