Nel 1989 mi attaccavano il telefono in faccia come nel 2011. Oggi c'è maggiore conoscenza dell'argomento, così come ieri c'era la granitica convinzione che firmare un incarico significasse fregatura certa.
Non credo il mercato del lavoro degli agenti immobiliari sia meno florido di ieri.
Poca era ieri l'iniziale considerazione della gente comune verso gli Agenti Immobiliari e poca è oggi la stessa considerazione.
Direi che oggi l'aggravante è una, principalmente, e poco dipende dai potenziali Clienti.
Molti/e giovani condividono questa scarsa considerazione per il nostro lavoro, soprattutto se di medio/alto ceto o con titoli di studio universitari, considerandolo come un lavoraccio, un mestieraccio e per niente visto come una professione. A poco o nulla valgono le tavole rotonde delle Associazioni di Categoria che tentano costantemente di qualificare questa occupazione, sottolineandone la valenza eclettica (un buon Agenti Immobiliari è al contempo negoziatore, comunicatore, avvocato, commercialista, notaio, psicologo, arredatore, architetto, geometra, amico, confidente, trasformista, ecc. ecc....) e "l'unico contenitore" ufficiale degli iscritti è un neoRegistro che ha sostituito il già anonimo Ruolo in Camera di commercio! Neanche a parlarne di istituire un Albo o Collegio, con tanto di titolo universitario con possibilità specialistiche (che i molteplici aspetti della nostra professione consentono di istituire...), in modo da qualificare DAVVERO la professione, rendendola un giusto punto di riferimento per chi deve accingersi ad una transazione immobiliare.
Quel che depista il giovane, oltre a quanto detto finora, sempre secondo me, è che tutta la situazione di cui ho parlato, crea delle figure "poco rassicuranti" nella nostra categoria (i ragazzini presi dalle borgate e poi bruciati in pochi mesi, di cui sono affollate troppe agenzie in franchising, troppi "furbi" che aprono un'agenzia e si mettono a fare disastri munendosi di un bel completo giacca/cravatta, ecc.) che fanno passare la voglia al ragazzo o alla ragazza che vogliono tuffarsi in questo bellissimo lavoro.
Sono comunque convinto che, persino in un panorama del genere, un giovane motivato che voglia avviarsi alla professione, pronto ai sacrifici e scarsi guadagni iniziali, che sia BEN seguito passo passo da un abile collega/titolare anziano, possa fare strada e crearsi un futuro come Agente Immobiliare!
Nel 1989 mi attaccavano il telefono in faccia come nel 2011. Oggi c'è maggiore conoscenza dell'argomento, così come ieri c'era la granitica convinzione che firmare un incarico significasse fregatura certa.
Non credo il mercato del lavoro degli agenti immobiliari sia meno florido di ieri.
Poca era ieri l'iniziale considerazione della gente comune verso gli Agenti Immobiliari e poca è oggi la stessa considerazione.
Direi che oggi l'aggravante è una, principalmente, e poco dipende dai potenziali Clienti.
Molti/e giovani condividono questa scarsa considerazione per il nostro lavoro, soprattutto se di medio/alto ceto o con titoli di studio universitari, considerandolo come un lavoraccio, un mestieraccio e per niente visto come una professione. A poco o nulla valgono le tavole rotonde delle Associazioni di Categoria che tentano costantemente di qualificare questa occupazione, sottolineandone la valenza eclettica (un buon Agenti Immobiliari è al contempo negoziatore, comunicatore, avvocato, commercialista, notaio, psicologo, arredatore, architetto, geometra, amico, confidente, trasformista, ecc. ecc....) e "l'unico contenitore" ufficiale degli iscritti è un neoRegistro che ha sostituito il già anonimo Ruolo in Camera di commercio! Neanche a parlarne di istituire un Albo o Collegio, con tanto di titolo universitario con possibilità specialistiche (che i molteplici aspetti della nostra professione consentono di istituire...), in modo da qualificare DAVVERO la professione, rendendola un giusto punto di riferimento per chi deve accingersi ad una transazione immobiliare.
Quel che depista il giovane, oltre a quanto detto finora, sempre secondo me, è che tutta la situazione di cui ho parlato, crea delle figure "poco rassicuranti" nella nostra categoria (i ragazzini presi dalle borgate e poi bruciati in pochi mesi, di cui sono affollate troppe agenzie in franchising, troppi "furbi" che aprono un'agenzia e si mettono a fare disastri munendosi di un bel completo giacca/cravatta, ecc.) che fanno passare la voglia al ragazzo o alla ragazza che vogliono tuffarsi in questo bellissimo lavoro.
Sono comunque convinto che, persino in un panorama del genere, un giovane motivato che voglia avviarsi alla professione, pronto ai sacrifici e scarsi guadagni iniziali, che sia BEN seguito passo passo da un abile collega/titolare anziano, possa fare strada e crearsi un futuro come Agente Immobiliare!
Non credo il mercato del lavoro degli agenti immobiliari sia meno florido di ieri.
Poca era ieri l'iniziale considerazione della gente comune verso gli Agenti Immobiliari e poca è oggi la stessa considerazione.
Direi che oggi l'aggravante è una, principalmente, e poco dipende dai potenziali Clienti.
Molti/e giovani condividono questa scarsa considerazione per il nostro lavoro, soprattutto se di medio/alto ceto o con titoli di studio universitari, considerandolo come un lavoraccio, un mestieraccio e per niente visto come una professione. A poco o nulla valgono le tavole rotonde delle Associazioni di Categoria che tentano costantemente di qualificare questa occupazione, sottolineandone la valenza eclettica (un buon Agenti Immobiliari è al contempo negoziatore, comunicatore, avvocato, commercialista, notaio, psicologo, arredatore, architetto, geometra, amico, confidente, trasformista, ecc. ecc....) e "l'unico contenitore" ufficiale degli iscritti è un neoRegistro che ha sostituito il già anonimo Ruolo in Camera di commercio! Neanche a parlarne di istituire un Albo o Collegio, con tanto di titolo universitario con possibilità specialistiche (che i molteplici aspetti della nostra professione consentono di istituire...), in modo da qualificare DAVVERO la professione, rendendola un giusto punto di riferimento per chi deve accingersi ad una transazione immobiliare.
Quel che depista il giovane, oltre a quanto detto finora, sempre secondo me, è che tutta la situazione di cui ho parlato, crea delle figure "poco rassicuranti" nella nostra categoria (i ragazzini presi dalle borgate e poi bruciati in pochi mesi, di cui sono affollate troppe agenzie in franchising, troppi "furbi" che aprono un'agenzia e si mettono a fare disastri munendosi di un bel completo giacca/cravatta, ecc.) che fanno passare la voglia al ragazzo o alla ragazza che vogliono tuffarsi in questo bellissimo lavoro.
Sono comunque convinto che, persino in un panorama del genere, un giovane motivato che voglia avviarsi alla professione, pronto ai sacrifici e scarsi guadagni iniziali, che sia BEN seguito passo passo da un abile collega/titolare anziano, possa fare strada e crearsi un futuro come Agente Immobiliare!
Nel 1989 mi attaccavano il telefono in faccia come nel 2011. Oggi c'è maggiore conoscenza dell'argomento, così come ieri c'era la granitica convinzione che firmare un incarico significasse fregatura certa.
Non credo il mercato del lavoro degli agenti immobiliari sia meno florido di ieri.
Poca era ieri l'iniziale considerazione della gente comune verso gli Agenti Immobiliari e poca è oggi la stessa considerazione.
Direi che oggi l'aggravante è una, principalmente, e poco dipende dai potenziali Clienti.
Molti/e giovani condividono questa scarsa considerazione per il nostro lavoro, soprattutto se di medio/alto ceto o con titoli di studio universitari, considerandolo come un lavoraccio, un mestieraccio e per niente visto come una professione. A poco o nulla valgono le tavole rotonde delle Associazioni di Categoria che tentano costantemente di qualificare questa occupazione, sottolineandone la valenza eclettica (un buon Agenti Immobiliari è al contempo negoziatore, comunicatore, avvocato, commercialista, notaio, psicologo, arredatore, architetto, geometra, amico, confidente, trasformista, ecc. ecc....) e "l'unico contenitore" ufficiale degli iscritti è un neoRegistro che ha sostituito il già anonimo Ruolo in Camera di commercio! Neanche a parlarne di istituire un Albo o Collegio, con tanto di titolo universitario con possibilità specialistiche (che i molteplici aspetti della nostra professione consentono di istituire...), in modo da qualificare DAVVERO la professione, rendendola un giusto punto di riferimento per chi deve accingersi ad una transazione immobiliare.
Quel che depista il giovane, oltre a quanto detto finora, sempre secondo me, è che tutta la situazione di cui ho parlato, crea delle figure "poco rassicuranti" nella nostra categoria (i ragazzini presi dalle borgate e poi bruciati in pochi mesi, di cui sono affollate troppe agenzie in franchising, troppi "furbi" che aprono un'agenzia e si mettono a fare disastri munendosi di un bel completo giacca/cravatta, ecc.) che fanno passare la voglia al ragazzo o alla ragazza che vogliono tuffarsi in questo bellissimo lavoro.
Sono comunque convinto che, persino in un panorama del genere, un giovane motivato che voglia avviarsi alla professione, pronto ai sacrifici e scarsi guadagni iniziali, che sia BEN seguito passo passo da un abile collega/titolare anziano, possa fare strada e crearsi un futuro come Agente Immobiliare!