Va be'. dopo questa predica di cattivi pensieri che facciamo liquidiamo le federazioni con 20.000 iscritti ???
Oltre il 65% degli operatori italiani !!!!
Lasciamo la categoria al suo destino, senza rappresentanti ??
Un esempio !
Il 22/7 pv. chi va al Ministero a difendere i nostri interessi all'incontro per definire i contenuti del decreto che ci trasferisce al RI-REA, con tutte le relative problematiche sul controllo dei requisiti prrofessionali ??
Cerchiamo di essere piu' propositivi e' interesse di tutti, associati o meno !
NO, non liquidiamo le Federazioni ed i 20mila iscritti, ma li coinvolgiamo come parte attiva dei loro interessi, sempre che ce ne sia ancora il tempo, perchè diversamente le Federezioni si liquideranno automaticamente e prevarranno i franchising.
La categoria è già al suo destino, siamo al count down, entro e non oltre 8 mesi recita la manovra.
Mi spieghi quale contenuti andate a discutere inerenti al decreto che avendo abolito il ruolo ci trasferisce al RI-REA tenuto dalle Camere di Commercio?
I requisiti professionali! quali sarebbero, cittadini italiani o equiparati, diploma minimo di scuola superiore, non avere subito condanne penali, avere superato l'esame frequentando un corso di qualche manciata di ore? Tutto ciò ci da competenza e professionalità, ma va là, siamo seri,
Ancora oggi esercitano personaggi che hanno iscrizioni antecedenti alla 39/89, molti senza istruzione(anche la 5a elementare e se va bene la media inferiore) non hanno frequentato corsi e neppure ne è stato reso obbligatorio uno di aggiornamento.
Vista la levata di scudi, minacciando di far cadere il governo e che ha invalidato l'abolizione degli ordini professionali ,in netto contrasto con quanto stabilito dall'UE, perchè chi andrà al Ministero per tutelare la categoria non proporrà di indire esami di stato e istituzione di un ordine di un ordine.
Sarebbe essere propositivi nell'interesse di tutti associati o meno.
Avreste il supporto di Calderoli, Di Pietro, Radicali, Verdi, Grillini che presenteranno in parlamento emendamenti contro le le rivendicazioni e privilegi discriminatori delle lobby delle quali una nutrita rappresentanza siede in Parlamento.