Grandi affari solo nell’hinterland
Gli appartamenti a Cagliari costano ancora troppo, meglio emigrare
Uno studio sull’area metropolitana: da Sant’Elia a Monserrato
CAGLIARI. Gli operatori immobiliari osservano con attenzione i progetti di sviluppo dell’area
metropolitana e nel mercato immobiliare di Cagliari e provincia
tre soprattutto sono gli eventi progettuali destinati a dare una scossa al mercato: il rilancio del
porto storico, in via Roma, il museo della civiltà dei sardi, il discusso e probabilmente accantonato
Bétile, nel quartiere cagliaritano di Sant’Elia, e lo sviluppo urbanistico nei comuni dell’hinterland.
All’ipotesi del Betile, come si sa fortemente voluta dall’ex governatore Soru ma che per il
momento non è ripresa in considerazione dalle istituzioni (Regione, qui intesa come governata
dall’attuale giunta di centrodestra, e Comune), è collegata la rinascita del quartiere di Sant’Elia e
dunque anche un possibile aumento dei prezzi immobiliari in un’area dove le contraddizioni non
mancano: su un fronte ci sono le palazzine signorili, dietro il mercato comunale, e sull’altro i
palazzoni popolari.
Importante, ma di impatto di gran lunga minore, è l’operazione sullo stagno di Santa Gilla, col
costruendo palazzone-fungo che fa strazio del paesaggio urbano. Naturalmente l'analisi
non dà giudizi sugli interventi, ma annette grande capacità di traino agli
episodi porto e Sant’Elia-Bétile, mentre per la piazza Santa Gilla, nell’area dell’ex cementeria, con
il contorno di negozi e uffici nonché delle redazioni del gruppo Zuncheddu cita soltanto il fatto che
«ci saranno impianti a risparmio energetico per la climatizzazione e un sistema per la produzione
dell’acqua calda sanitaria integrato dall’uso di pannelli solari». Ancora sui progetti «in pentola»:
«C’è attesa per il recupero dell’ex ospedale Marino al Poetto, da
riconvertire in beauty farm», anche se quel progetto è stato nei fatti accantonato dalla stessa
giunta Soru dopo una gara pasticciata e poi annullata. È chiaro quale sia l’interesse di un
immobiliarista per tali progetti: danno valore alle case che ci stanno attorno. Il tema del valore è di
peso soprattutto in un momento come questo:l'analisi ha stimato che nel
capoluogo cagliaritano, nel secondo semestre , la compravendita di case è calata del 3.2
per cento e i tempi medi di vendita sono intorno ai cinque, sei mesi. Questi tempi sono
«mediamente più brevi a Pirri-Monserrato e più lunghi a San Benedetto e nelle zone centrali». Si
spiega nella nota «che le zone centrali hanno scontato la progressiva perdita di popolazione,
soprattutto giovane, che si è spostata verso i comuni esterni per motivi di costi. Un altro elemento
che penalizza gli acquisti è la carenza strutturale di parcheggi e box ne i quartieri cagliaritani,
«perché diversi acquirenti li considerano necessari». Nonostante la crisi, anche a Cagliari resiste
una «domanda elitaria»: ci sono aspiranti acquirenti di villini indipendenti con giardino al Poetto o
attici panoramici a Monte Urpinu.Si sottolinea l’importanza della popolazione
universitaria a Cagliari: 21 mila studenti, di cui il 50 per cento provenienti da fuori provincia.
L’analisi lancia qualche informazione per chi volesse investire: potrebbe essere interessante
la zona di Monserrato per via della Cittadella universitaria e dei nascenti collegamenti come la
metropolitana leggera.La zona di Castello si è rivalutata «in seguito
alla realizzazione di ascensori che ne permettono il collegamento diretto con altre zone, tra
queste viale Regina Elena».
Per Pirri si segnala che i bilocali costano meno: 20 mila euro circa in diminuzione rispetto a due
anni fa.
Nell’analisi condotta non mancano i cenni ai trasporti: dove ci sono buoni collegamenti
o c’è il progetto di farli, il prezzo delle case riprende quota. Infine: il valore ambientale «fa
prezzo». Se ne ricordino gli speculatori senza rispetto per il paesaggio.
Gli appartamenti a Cagliari costano ancora troppo, meglio emigrare
Uno studio sull’area metropolitana: da Sant’Elia a Monserrato
CAGLIARI. Gli operatori immobiliari osservano con attenzione i progetti di sviluppo dell’area
metropolitana e nel mercato immobiliare di Cagliari e provincia
tre soprattutto sono gli eventi progettuali destinati a dare una scossa al mercato: il rilancio del
porto storico, in via Roma, il museo della civiltà dei sardi, il discusso e probabilmente accantonato
Bétile, nel quartiere cagliaritano di Sant’Elia, e lo sviluppo urbanistico nei comuni dell’hinterland.
All’ipotesi del Betile, come si sa fortemente voluta dall’ex governatore Soru ma che per il
momento non è ripresa in considerazione dalle istituzioni (Regione, qui intesa come governata
dall’attuale giunta di centrodestra, e Comune), è collegata la rinascita del quartiere di Sant’Elia e
dunque anche un possibile aumento dei prezzi immobiliari in un’area dove le contraddizioni non
mancano: su un fronte ci sono le palazzine signorili, dietro il mercato comunale, e sull’altro i
palazzoni popolari.
Importante, ma di impatto di gran lunga minore, è l’operazione sullo stagno di Santa Gilla, col
costruendo palazzone-fungo che fa strazio del paesaggio urbano. Naturalmente l'analisi
non dà giudizi sugli interventi, ma annette grande capacità di traino agli
episodi porto e Sant’Elia-Bétile, mentre per la piazza Santa Gilla, nell’area dell’ex cementeria, con
il contorno di negozi e uffici nonché delle redazioni del gruppo Zuncheddu cita soltanto il fatto che
«ci saranno impianti a risparmio energetico per la climatizzazione e un sistema per la produzione
dell’acqua calda sanitaria integrato dall’uso di pannelli solari». Ancora sui progetti «in pentola»:
«C’è attesa per il recupero dell’ex ospedale Marino al Poetto, da
riconvertire in beauty farm», anche se quel progetto è stato nei fatti accantonato dalla stessa
giunta Soru dopo una gara pasticciata e poi annullata. È chiaro quale sia l’interesse di un
immobiliarista per tali progetti: danno valore alle case che ci stanno attorno. Il tema del valore è di
peso soprattutto in un momento come questo:l'analisi ha stimato che nel
capoluogo cagliaritano, nel secondo semestre , la compravendita di case è calata del 3.2
per cento e i tempi medi di vendita sono intorno ai cinque, sei mesi. Questi tempi sono
«mediamente più brevi a Pirri-Monserrato e più lunghi a San Benedetto e nelle zone centrali». Si
spiega nella nota «che le zone centrali hanno scontato la progressiva perdita di popolazione,
soprattutto giovane, che si è spostata verso i comuni esterni per motivi di costi. Un altro elemento
che penalizza gli acquisti è la carenza strutturale di parcheggi e box ne i quartieri cagliaritani,
«perché diversi acquirenti li considerano necessari». Nonostante la crisi, anche a Cagliari resiste
una «domanda elitaria»: ci sono aspiranti acquirenti di villini indipendenti con giardino al Poetto o
attici panoramici a Monte Urpinu.Si sottolinea l’importanza della popolazione
universitaria a Cagliari: 21 mila studenti, di cui il 50 per cento provenienti da fuori provincia.
L’analisi lancia qualche informazione per chi volesse investire: potrebbe essere interessante
la zona di Monserrato per via della Cittadella universitaria e dei nascenti collegamenti come la
metropolitana leggera.La zona di Castello si è rivalutata «in seguito
alla realizzazione di ascensori che ne permettono il collegamento diretto con altre zone, tra
queste viale Regina Elena».
Per Pirri si segnala che i bilocali costano meno: 20 mila euro circa in diminuzione rispetto a due
anni fa.
Nell’analisi condotta non mancano i cenni ai trasporti: dove ci sono buoni collegamenti
o c’è il progetto di farli, il prezzo delle case riprende quota. Infine: il valore ambientale «fa
prezzo». Se ne ricordino gli speculatori senza rispetto per il paesaggio.