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Ma gli annunci raccontano ancora troppe bugie
MILANO - Certo non si può chiedere a un venditore di parlare male della sua merce, ma troppo spesso gli annunci di vendita delle case presentano l’immobile in maniera troppo distante dalla realtà; poco male se l’agente immobiliare agisse come mandatario, cioè nell’esclusivo interesse di chi vuol vendere, la cosa è molto più discutibile quando l’agente è mediatore: prende la provvigione da entrambe le parti ma deve essere super partes e quindi presentare l’immobile per quello che è. Alcuni aspetti sono francamente incomprensibili: è il caso delle caratteristiche dell’immobile, che quando sono presentate in maniera falsa costituiscono un autogol.
Nell’analisi di annunci che abbiamo compiuto nelle pagine di Corriere per voi dedicate a Casa e condominio abbiamo, per fare solo alcuni esempi, anche trovato case che Donato Bramante avrebbe abbellito cento anni prima di nascere, bilocali in piazza Angilberto (periferia Sud di Milano) che si vantavano come «adiacenti» alla Bocconi e uno congrua quantità di open space fascinosi che a un esame appena approfondito si rivelavano seminterrati per cui è impossibile ottenere l’abitabilità. E’ chiaro che ben difficilmente case così presentate si riescono a vendere, se non con un congruo sacrificio di prezzo.
E a proposito di prezzi: il guaio vero degli annunci è che in molti casi presentano valori palesemente incredibili; negli ultimi anni sul Corriere abbiamo provato più volte a confrontare il prezzo richiesto da una serie di annunci, prendendo per buone (e quindi facendo professione di ottimismo) le caratteristiche vantate per l’alloggio e la superficie, e il prezzo che si ricaverebbe adottando i listini immobiliari che peraltro sono tutti realizzati con la consulenza delle agenzie. Abbiamo trovato differenze nell’ordine del 30% e più e soprattutto abbiamo visto dopo qualche mese gli stessi immobili ancora in vendita. Che cosa significa? Che pur di prendere l’incarico le agenzie stanno assecondando una quotazione irrealistica, sulla base delle aspettative del cliente. Un 5-10% di margine da riservare alla trattativa è fisiologico, se si parte da prezzi gonfiati oltremisura il mercato si blocca. Soprattutto se l’economia non aiuta.
Come si vede la bugia più grossa è ritenuta quella sul prezzo proposto in vendita e le conclusioni sono tratte in base alle informazioni imprecise fornite dalle stesse agenzie quando si "costruiscono" i famigerati listini immobiliari ...
Gli AI sono veramente i conoscitori del mercato immobiliare?
Questo articolo li smentisce spudoratamente utilizzando gli stessi dati forniti proprio dagli AI ...
non ausiliari ma professionisti?
cambiare/migliorare la percezione della categoria?
"professionisti" che hanno il polso del mercato?
Avete sentito AI che si sono lamentati di questo articolo?