Con questa mossa la banca sposta la sua esposizione verso una impresa decotta e la trasferisce su un privato. Se questo poi non paga si tiene l'acconto iniziale, l'immobile è di sua proprietà e se lo può vendere tramite la propria agenzia (visto che questo è il nuovo trend). Se avesse dovuto aggredire l'impresa decotta per prendere i propri soldi, la banca avrebbe invece impiegato molti anni ed affrontato notevoli spese.
non proprio.
se la banca non rileva dal costruttore (a prezzo pieno o "scontato" è irrilevante, per ora)
non può disporre di alcunchè.
è anche non corretto dire che trasferisce l'esposizione dal costruttore al privato, se non per la rata iniziale (che, sarei pronto a scommettere, non andrà oltre le 6 rate di canone mensile).
se invece lo rileva (così come comprerebbe un immobile in condizioni normali) allora ne può disporre e concederlo in leasing.
così facendo si è liberata di un credito a default (che gli costa un botto in termini di assorbimenti patrimoniali) e si porta a casa un impiego.
impiego sempre rischioso, come dimostra la quantità di finanziamenti in leasing andati a male in questi anni, ma che ha sottostante un bene assai più fungibile di un impianto industriale e che può sempre concedere a un altro cliente locatario.
se, al contrario, il locatario si trova bene, passati i 3 (5? 10?) anni può riscattare l'immobile.
se poi non ti piace chiamarlo rent to buy; chiamalo noleggio a lungo termine o come ti pare; sempre quello però è.