Barbara Marcos
Nuovo Iscritto
In data 14/7/2006, ho venduto la mia quota del 50% dell'appartamento in cui vivevo al mio ex convivente (che era proprietario dell'altra metà), con atto di compravendita, stipulato presso un notaio.
Alla voce "Prezzo - Ipoteca Legale" di detto atto, viene specificato il prezzo e di seguito: "che la parte venditrice (cioè io) dichiara di aver già ricevuto dalla parte acquirente (il mio ex), cui ne rilascia ampia e finale quietanza di saldo con rinuncia all'ipoteca legale".
In realtà non sono mai stata pagata (ma eravamo d'accordo così, perchè sul finire della relazione ho voluto restituirgli quanto mi aveva intestato) e nemmeno c'è stata una simulazione di giro di assegni. In seguito, non avendo le possibilità economiche, sono sempre stata in affitto. Il problema però è che io, per questo schiaffo morale che ho voluto infliggere al mio ex, mi sono ritrovata a pagare il 6% di IVA che mi era stato abbuonato dallo Stato come agevolazione sulla prima casa, di cui purtroppo non sapevo l'esistenza.....
In pratica mi sono arrivati da pagare oltre € 7.000,00 a Equitalia (concordato in rate fino al 2017). E il mio ex non ha nessuna intenzione di contribuire.
Lasciando da parte i commenti sulla mia *******eria e/o irresponsabilità e/o ignoranza, la domanda è:
visto che l'atto è stato stipulato pochi giorni dopo l'entrata in vigore del Decreto Legge 4/7/2006 n. 223(Bersani), che mi pare imponga l'obbligo proprio della tracciabilità dei pagamenti, e visto che nell'atto di compravendita in questione non si fa nemmeno lontano accenno di come sia avvenuto il pagamento, posso ora (dopo 7 anni) chiedere il riconoscimento dell'invalidità di tale atto?
Grazie, Barbara
Alla voce "Prezzo - Ipoteca Legale" di detto atto, viene specificato il prezzo e di seguito: "che la parte venditrice (cioè io) dichiara di aver già ricevuto dalla parte acquirente (il mio ex), cui ne rilascia ampia e finale quietanza di saldo con rinuncia all'ipoteca legale".
In realtà non sono mai stata pagata (ma eravamo d'accordo così, perchè sul finire della relazione ho voluto restituirgli quanto mi aveva intestato) e nemmeno c'è stata una simulazione di giro di assegni. In seguito, non avendo le possibilità economiche, sono sempre stata in affitto. Il problema però è che io, per questo schiaffo morale che ho voluto infliggere al mio ex, mi sono ritrovata a pagare il 6% di IVA che mi era stato abbuonato dallo Stato come agevolazione sulla prima casa, di cui purtroppo non sapevo l'esistenza.....
In pratica mi sono arrivati da pagare oltre € 7.000,00 a Equitalia (concordato in rate fino al 2017). E il mio ex non ha nessuna intenzione di contribuire.
Lasciando da parte i commenti sulla mia *******eria e/o irresponsabilità e/o ignoranza, la domanda è:
visto che l'atto è stato stipulato pochi giorni dopo l'entrata in vigore del Decreto Legge 4/7/2006 n. 223(Bersani), che mi pare imponga l'obbligo proprio della tracciabilità dei pagamenti, e visto che nell'atto di compravendita in questione non si fa nemmeno lontano accenno di come sia avvenuto il pagamento, posso ora (dopo 7 anni) chiedere il riconoscimento dell'invalidità di tale atto?
Grazie, Barbara