Scusa, Antonello....io sarei del parere che sia possibile, rivolgendosi ad un tecnico, richiedere al catasto il cambio di destinazione d'uso da a10 ad a2 , prima dell'atto, spese naturalmente a carico dell'acquirente,per poter usufruire delle agevolazioni prima casa ai fini ICI ,IRPEF e acquisto prima casa.
Aggiunto dopo 18 minuti :
Proprio adesso ho letto questo che sembra avvalorare la mia tesi
E' un consiglio giusto quello di proporre al venditore di effettuare un cambio di destinazione d'uso dell'immobile da ufficio ad abitazione PRIMA del contratto di compravendita. Ed è vero che in questo caso tu risparmieresti sulle imposte di acquisto (e un po' anche sull'onorario del notaio) e risparmieresti poi anche in futuro sulle aliquote ICI, ma bisogna vedere se ciò è possibile.
E' assolutamente insufficiente ed errato "far presentare la corrispondente variazione catastale dal venditore prima del rogito", perché sarebbe una procedura incompleta e il cambio di destinazione d'uso sarebbe ABUSIVO dal punto di vista urbanistico-edilizio.
Per il cambio di destinazione d'uso i problemi da considerare quindi sono due:
1)- Le caratteristiche urbanistiche ed edilizie dell'unità immobiliare e del fabbricato di cui essa fa parte.
Bisogna dire che questa è la problematica principale, infatti per utilizzare come civile abitazione un ufficio è necessario inoltrare all'Ufficio Tecnico del Comune una richiesta di provvedimento abilitativo, che di solito è una denuncia di inizio attività edilizia, appunto per cambio di destinazione d'uso.
Tale pratica, soprattutto se non prevede opere edilizie, dovrebbe poter essere accettata dal Comune, ma c'è da tenere conto di un ulteriore fattore: le prescrizioni della licenza edilizia che ha permesso la costruzione dell'edificio.
Essa potrebbe infatti essere stata a suo tempo rilasciata con l'obbligatorietà che tutte le unità immobiliari del fabbricato fossero destinate ad ufficio o comunque ad uso direzionale e che fossero vietati altri usi.
2)- la categoria catastale dell'unità immobiliare.
Una volta risolto il problema dal punto di vista urbanistico, e quindi dopo aver ottenuto il provvedimento edilizio da parte del competente ufficio del Comune che consenta il cambio di destinazione d'uso, è ovvio che, anche dal punto di vista catastale, l'immobile debba avere una categoria catastale a ciò congrua, e cioè A/2, A/3, A/4 ecc. e non A/10.
Dal punto di vista dell'Ufficio del Catasto non dovrebbero esserci problemi all'accetazione del mutamento di categoria, ma purtroppo intervenire soltanto con una denuncia di variazione catastale senza avere ottenuto l'autorizzazione comunale di cui ho parlato sopra, rappresenterebbe un'incongruenza tra la destinazione edilizia e quella catastale e renderebbe impossibile anche la stipula del contratto.