Buongiorno,
chiedo cortesemente un consiglio e riposrto quanto segue.
Abito in un appartamento anni '60 sito al piano terra e servito da una canna collettiva ramificata, tipo shunt + canna monoflusso. Al momento dell'acquisto e tuttora in casa ho una calda a camera aperta tipo B a tiraggio naturale per il solo riscaldamento dell'acqua in quanto il riscaldamento dei caloriferi è di tipo condominiale.
Il condomino del primo piano ha da qualche mese ristrutturato il suo appartamento installando una caldaia scaldaacqua di tipo elettrico sostenendo, sulla base di un presunto documento ritirato in comune dall'archietetto che ha fatto i lavori, che la canna fumaria era solo un condotto di ventilazione per cucine.
C'è stata una videoispezione la quale ha evidenziato che la mia caldaia a camera aperta non è collegata alla canna fumaria ramificata ma ad una canna monoflusso, peraltro sottodimensionata e quindi non a norma.
I condomini del piano di sopra hanno invece installato nella canna collettiva ramificata la ventilazione del bagno cieco.
La videoispezione ha evidenziato che la canna collettiva ramificata non ha tenuta stagna ed è logorata per cui pare necessiterebbe di un risanamento.
Fermo restando che il tecnico che ha installato ai precedenti proprietari del mio appartamento la caldaia ha sbagliato perchè avrebbe dovuto installarla nella canna collettiva ramificata e non nella monoflusso, credo che anche i condomini del piano di sopra abbiano commesso delle irregolarità costringendomi ora a trovare altre soluzioni ovvero a mettere lo scaldabagno elettrico.
Preciso che nel mio condominio, a fronte di tre appartamenti, c'è una canna collettiva ramificata tipo shunt (cui i condomini del primo piano hanno collegato la ventilazione del bagno cieco) e ci sono tre canne fumarie monoflusso. ad una di queste è collegata la mia caldaietta, ad un'altra la ventilazione della cappa dei condomini del piano di sopra (la videoispezione ha evidenziato che la canna fumaria monoflusso sarebbe sottodimensionata anche per questo uso), l'ultima non è utilizzata in quanto serve un appartamento che ha lo sbocco sul tetto.
Tutte sfociano in un comignolo comune, senza dispositivo antivento.
L'amministratore si è lavato le mani di questa situazione e, con fare molto prepotente, mi ha intimato di togliere la caldaia come da risultanze della videoispezione ma senza spartire la ragione anche e soprattutto considerando che la canna fumaria collettiva è di proprietà condominiale.
Ma dico.
1. E' vero che nel 1957 non esisteva il metano ma possono loro appellarsi al documento che è stato ritirato in comune dall'architetto?
2. La ditta non doveva chiedere il parere dell'amministratore prima di fare i lavori o chiedere la videoispezione prima di fare i lavori?
3. Non si poteva risanare la canna collettiva ramificata? A quel punto avrebbero potuto installare anche loro una camera aperta come la mia?
Ringrazio anticipatamente per le risposte che mi saranno date.
Cordiali saluti.
Mia
chiedo cortesemente un consiglio e riposrto quanto segue.
Abito in un appartamento anni '60 sito al piano terra e servito da una canna collettiva ramificata, tipo shunt + canna monoflusso. Al momento dell'acquisto e tuttora in casa ho una calda a camera aperta tipo B a tiraggio naturale per il solo riscaldamento dell'acqua in quanto il riscaldamento dei caloriferi è di tipo condominiale.
Il condomino del primo piano ha da qualche mese ristrutturato il suo appartamento installando una caldaia scaldaacqua di tipo elettrico sostenendo, sulla base di un presunto documento ritirato in comune dall'archietetto che ha fatto i lavori, che la canna fumaria era solo un condotto di ventilazione per cucine.
C'è stata una videoispezione la quale ha evidenziato che la mia caldaia a camera aperta non è collegata alla canna fumaria ramificata ma ad una canna monoflusso, peraltro sottodimensionata e quindi non a norma.
I condomini del piano di sopra hanno invece installato nella canna collettiva ramificata la ventilazione del bagno cieco.
La videoispezione ha evidenziato che la canna collettiva ramificata non ha tenuta stagna ed è logorata per cui pare necessiterebbe di un risanamento.
Fermo restando che il tecnico che ha installato ai precedenti proprietari del mio appartamento la caldaia ha sbagliato perchè avrebbe dovuto installarla nella canna collettiva ramificata e non nella monoflusso, credo che anche i condomini del piano di sopra abbiano commesso delle irregolarità costringendomi ora a trovare altre soluzioni ovvero a mettere lo scaldabagno elettrico.
Preciso che nel mio condominio, a fronte di tre appartamenti, c'è una canna collettiva ramificata tipo shunt (cui i condomini del primo piano hanno collegato la ventilazione del bagno cieco) e ci sono tre canne fumarie monoflusso. ad una di queste è collegata la mia caldaietta, ad un'altra la ventilazione della cappa dei condomini del piano di sopra (la videoispezione ha evidenziato che la canna fumaria monoflusso sarebbe sottodimensionata anche per questo uso), l'ultima non è utilizzata in quanto serve un appartamento che ha lo sbocco sul tetto.
Tutte sfociano in un comignolo comune, senza dispositivo antivento.
L'amministratore si è lavato le mani di questa situazione e, con fare molto prepotente, mi ha intimato di togliere la caldaia come da risultanze della videoispezione ma senza spartire la ragione anche e soprattutto considerando che la canna fumaria collettiva è di proprietà condominiale.
Ma dico.
1. E' vero che nel 1957 non esisteva il metano ma possono loro appellarsi al documento che è stato ritirato in comune dall'architetto?
2. La ditta non doveva chiedere il parere dell'amministratore prima di fare i lavori o chiedere la videoispezione prima di fare i lavori?
3. Non si poteva risanare la canna collettiva ramificata? A quel punto avrebbero potuto installare anche loro una camera aperta come la mia?
Ringrazio anticipatamente per le risposte che mi saranno date.
Cordiali saluti.
Mia