Un effetto collaterale della recessione è che i prezzi non li fanno più i venditori, bensì i compratori. Vale anche per il solido mercato immobiliare, sfiorato dalla crisi quel tanto che basta a far ridimensionare il costo delle case, soprattutto a Roma, dove - secondo una ricerca Toscano - si è registrata una frenata delle compravendite più che in altre città. È dunque il momento di investire sul mattone.
La conferma arriva proprio dai dati pubblicati dal gruppo immobiliare: quest'estate, a Roma, meno venditori e acquirenti si sono seduti davanti alla scrivania di un notaio. Un calo del 7,8% rispetto all'anno precedente, ancor più significativo se confrontato con la media italiana dello stesso periodo: 4,7%. A sostegno dei risultati del focus di Toscano, viene un ulteriore dato relativo ai tempi medi di vendita degli immobili, molto distanti, per quanto riguarda il mercato romano, da quelli dell'anno scorso.
Se nel 2008 Roma era riuscita, in particolare nel primo semestre, a mantenere tempi di vendita più bassi della media nazionale (circa 5 mesi contro 6), nel primo semestre 2009 non sembra confermata la tendenza. La Capitale rallenta, guadagnando oltre un mese, facendo cioè salire il tempo necessario alla vendita di un immobile da 5 a 6,8 mesi, in linea con la nuova media nazionale di circa 7 mesi. Significa che il mercato ha bisogno di più tempo per digerire il giusto prezzo, e che quindi il costo delle case s'abbassa dal momento in cui l'immobile viene messo in vetrina, fino all'atto di vendita.
Probabilmente, spiegano i ricercatori Toscano, «se il mercato fosse più deciso nel capire il giusto prezzo, i tempi tornerebbero velocemente ai livelli di normalità». La frenata imposta dalla recessione improvvisa, giustifica, in parte, i listini prezzi dei venditori, inizialmente troppo ottimisti. Ora, però, la città è diventata terreno fertile per chi volesse acquistare. La contrazione dei prezzi, pur lieve, è sotto gli occhi di tutti. Le famiglie, mutuo e tasche permettendo, possono guardarsi intorno. Ed è bene approfittare dell'onda lunga autunnale della recessione. Farlo nel 2010 potrebbe essere troppo tardi. Di questo parere è anche Roberto Carlino, patron di Immobildream, una delle più grandi reti di intermediazione immobiliare della Capitale, secondo il quale «la flessione delle vendite registrata negli ultimi anni ha portato alla formazione di un bacino di clienti che presto tornerà a fare acquisti». Ciò significa che prima si sceglie di comprare e più probabilità ci sono di acquistare casa a prezzi convenienti. «Questo è il momento migliore - aggiunge Carlino - I tassi d'interesse dei mutui non sono mai stati così bassi. Per chi può, investire sugli immobili è sicuro ed è un modo ormai consolidato per risparmiare. Bot e titoli di Stato non sono una valida alternativa».
Per Roberto Carlino l'«assestamento» del mercato immobiliare romano non differisce da quello milanese e dalla media italiana. «Anzi - rilancia - Queste due grandi realtà urbane hanno retto meglio del resto della Penisola». Il dato romano o milanese, però, spiega Carlino, deve tenere conto anche della realtà provinciale, dove le compravendite hanno registrato numeri migliori rispetto ai capoluoghi. Pareri contrastanti sui dati, dunque, quelli di Carlino e dei ricercatori Toscano, ma l'invito è lo stesso: investire.
(Matteo VIncenzoni - ilTempo - 15.09.2009)
La conferma arriva proprio dai dati pubblicati dal gruppo immobiliare: quest'estate, a Roma, meno venditori e acquirenti si sono seduti davanti alla scrivania di un notaio. Un calo del 7,8% rispetto all'anno precedente, ancor più significativo se confrontato con la media italiana dello stesso periodo: 4,7%. A sostegno dei risultati del focus di Toscano, viene un ulteriore dato relativo ai tempi medi di vendita degli immobili, molto distanti, per quanto riguarda il mercato romano, da quelli dell'anno scorso.
Se nel 2008 Roma era riuscita, in particolare nel primo semestre, a mantenere tempi di vendita più bassi della media nazionale (circa 5 mesi contro 6), nel primo semestre 2009 non sembra confermata la tendenza. La Capitale rallenta, guadagnando oltre un mese, facendo cioè salire il tempo necessario alla vendita di un immobile da 5 a 6,8 mesi, in linea con la nuova media nazionale di circa 7 mesi. Significa che il mercato ha bisogno di più tempo per digerire il giusto prezzo, e che quindi il costo delle case s'abbassa dal momento in cui l'immobile viene messo in vetrina, fino all'atto di vendita.
Probabilmente, spiegano i ricercatori Toscano, «se il mercato fosse più deciso nel capire il giusto prezzo, i tempi tornerebbero velocemente ai livelli di normalità». La frenata imposta dalla recessione improvvisa, giustifica, in parte, i listini prezzi dei venditori, inizialmente troppo ottimisti. Ora, però, la città è diventata terreno fertile per chi volesse acquistare. La contrazione dei prezzi, pur lieve, è sotto gli occhi di tutti. Le famiglie, mutuo e tasche permettendo, possono guardarsi intorno. Ed è bene approfittare dell'onda lunga autunnale della recessione. Farlo nel 2010 potrebbe essere troppo tardi. Di questo parere è anche Roberto Carlino, patron di Immobildream, una delle più grandi reti di intermediazione immobiliare della Capitale, secondo il quale «la flessione delle vendite registrata negli ultimi anni ha portato alla formazione di un bacino di clienti che presto tornerà a fare acquisti». Ciò significa che prima si sceglie di comprare e più probabilità ci sono di acquistare casa a prezzi convenienti. «Questo è il momento migliore - aggiunge Carlino - I tassi d'interesse dei mutui non sono mai stati così bassi. Per chi può, investire sugli immobili è sicuro ed è un modo ormai consolidato per risparmiare. Bot e titoli di Stato non sono una valida alternativa».
Per Roberto Carlino l'«assestamento» del mercato immobiliare romano non differisce da quello milanese e dalla media italiana. «Anzi - rilancia - Queste due grandi realtà urbane hanno retto meglio del resto della Penisola». Il dato romano o milanese, però, spiega Carlino, deve tenere conto anche della realtà provinciale, dove le compravendite hanno registrato numeri migliori rispetto ai capoluoghi. Pareri contrastanti sui dati, dunque, quelli di Carlino e dei ricercatori Toscano, ma l'invito è lo stesso: investire.
(Matteo VIncenzoni - ilTempo - 15.09.2009)