La recente giurisprudenza ha anche affermato che il completamento del condono non equivale anche a concessione (tacita o meno) dell'agibilità.
Agibilità che poi deve (o doveva, per le pratiche datate) seguire il proprio iter per l'ottenimento.
Quindi si potrà essere in presenza di immobile regolarmente condonato ma che non ha agibilità per mancanza di requisiti per quest'ultima.
La questione dei comuni permissivi in questo senso mi sa che è cosa datata e non recente
Tecnicamente (giuridicamente) può anche essere corretto: ma è figlia di una “ipocrisia italica”.
Viene deliberato un condono edilizio : giusto o sbagliato che sia, non l’ho approvato io.
Il Comune riceve ed esamina la documentazione e rilascia il condono con il versamento dell’ obolo .
Dopo qualche anno ti vengono a dire che … no, non c’è la agibilità ma comunque pagherai sempre per una abitazione signorile……
Quando ho scoperto tale questione la ns amministratrice (anche geometra professionista) mi aggiunse: “quando introdussero il condono e recupero sottotetto avemmo una riunione dei tecnici con l’ufficio tecnico, e riguardo alle problematiche sui rapporti AI la risposta fu: noi non indaghiamo. Quindi l’obiettivo fu solo fare cassa.
Possiamo dire che è una
carognata burocratica?
Ps: la mansarda che avevo realizzato è certamente mooolto più luminosa dell’alloggio sottostante, e non mi risulta che ordinariamente si viva con le finestre spalancate o senza vetri per arieggiare in permanenza.