Dal primo gennaio 2012 l'obbligo della certificazione energetica degli edifici in vendita o in affitto è legge anche in Italia, ma secondo un’analisi di Immobiliare.it, a un anno dall’entrata in vigore della norma, solo il 53% degli annunci di vendita e appena il 37% di quelli in affitto è in regola.
L’attestato di classificazione energetica (Ace) è uno strumento di trasparenza importante per il consumatore perché offre la possibilità di conoscere, prima ancora di acquistare l'immobile quanto incideranno i consumi energetici nella sua gestione.
“Quello che emerge dalla nostra indagine, – spiega Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it – è che per evitare i costi della perizia, sovente si ricorre ad un’autocertificazione in classe G, pratica peraltro non legalmente valida né consentita, con l’intento di classificare realmente l’immobile solo all’atto del rogito; questo è espressione di una forte resistenza da parte dei proprietari che, scoraggiati dai lunghi tempi di vendita, sono disposti a spendere solo dopo aver trovato l’acquirente”.
Le parole di Giordano trovano conferma nei numeri: sugli oltre 60.000 annunci in mano ai privati presi in considerazione nell’analisi, solo l’11% ha una certificazione valida.
La percentuale sale al 46% per gli annunci gestiti da agenzie immobiliari indipendenti, al 58% per quelli gestiti da intermediari affiliati a grandi gruppi (dotati di sistemi di certificazione dalle sedi centrali) e addirittura al 97% per quelli proposti direttamente dai costruttori per i quali, però, la certificazione energetica è un obbligo fin dalla fase progettuale.
L’Ace viene redatto a seguito dell’analisi degli indici di prestazione energetica del sistema di raffrescamento, di riscaldamento e di produzione di acqua dell’immobile: un edificio classificato in buona classe energetica (A+, A e B) avrà elevata efficienza energetica e consumi più bassi, uno in classe G sarà molto più inquinante e comporterà costi di gestione più alti.
Secondo una stima del ministero dello Sviluppo economico, agli immobili presenti in Italia va imputato all’incirca il 35% dell'inquinamento prodotto nel Paese: questo perché 7 edifici su 10 sono stati realizzati prima del 1976, anno in cui fu firmata la prima legge sull'efficienza energetica.
Il dato, da solo, prova lo stato di arretratezza degli edifici italiani: considerando solamente gli immobili provvisti di Ace, appena il 30% si trova nelle tre migliori classi energetiche.
La percentuale di annunci con certificazione valida è molto diversa da Nord a Sud.
Il Trentino Alto Adige, da sempre molto attento alle tematiche green, può vantare ben l’80% di unità immobiliari certificate; a seguire si trovano il Veneto (62%), la Valle d’Aosta (58%) e la Lombardia (57%); agli ultimi posti di questa classifica la Puglia (24%), la Sicilia (23%) e la Basilicata, dove hanno un documento valido di attestazione dei consumi appena il 19% delle proposte.
“Se guardiamo alla domanda – continua Giordano – si notano alcune incongruenze.
Il 24% di chi cerca un immobile in vendita o affitto lo fa filtrando gli annunci in base alla classe energetica, ma spesso le attese non sono corrispondenti alla realtà italiana.
Il 59% dei potenziali acquirenti limita la sua ricerca agli immobili di classe A o superiore, ma nel nostro Paese la maggior parte delle case hanno una certificazione energetica compresa fra la D e la F”.
Posted by Monitorimmobiliare