No, il cedente non ha pensato ad eventuale morosità del cessionario, che appariva solido e discreto pagatore. In conseguenza ha ritenuto che la riserva di proprietà lo tutelasse sulla compravendita dell'azienda. Ma si è aperta la morosità nella locazione che sta per essere persa. Riassumo il cedente contava che locazione ed attività erano tutelate dalla riserva di proprietà, ma non è così. E' stato carente, secondo me anche, il notaio che non ha inserito nell'atto alcuna clausola per la morosità del cessionario nel pagamento del canone locatizio
..e quale clausola doveva inserire...?
Il cedente resta obbligato al locatore.
Che muove indipendentemente da accordi che riguardano terzi.
Per effetto delle norme che hai gia' citato, senza per altro, farti mancare una inopportuna supponenza.
Se no sarebbe troppo bello.
Appena cominciano le difficolta' il conduttore cede ditta e contratto e a morte Sansone con tutti i Filistei.
Inutile nei contratti, di qualsiasi natura siano, cercare con l'inserimento di clausole e clausolette ad orologeria, di prevedere avvenimenti futuri, che per loro stessa definizione, restano sempre incerti o ancora peggio, possono dare luogo a pasticci, pretese e pretesti, da qualsiasi parte.
Sempre meglio attendere prima gli avvenimenti e poi convenire.
Personalmente, evito di trattare cessioni di aziende o di ditte, come ad es. Bar e ristoranti, perche' il piu' delle volte, si rappresentano di quei soggetti che senza cambiali, non saprebbero come ottemperare ai pagamenti.
Tuttavia altri colleghi e operatori di settore che se ne occupano, raggiunto l'accordo economico, invece di cedere ed attendere le rate, subendo gli eventi, avviano prima delle fasi contrattuali, una gestione assistita e concorsuale.
Trattenendo le rate acconto, alla fine di ogni esercizio, direttamente dal cassetto.