Con il termine stretta del credito (in inglese credit crunch), si indica un calo significativo (o inasprimento improvviso delle condizioni) dell'offerta di credito al termine di un prolungato periodo espansivo, in grado di accentuare la fase recessiva.
Il credit crunch avviene solitamente al termine della fase di espansione, quando le banche centrali alzano i tassi di interesse al fine di raffreddare l'espansione ed evitare il rischio inflazione, spingendo gli istituti di credito ad alzare i propri tassi di interesse e chiudendo l'accesso al credito per chi non può permettersi la spesa. In altri casi, può avvenire che, sull'onda di fallimenti bancari e ritiro della liquidità, le banche applichino una chiusura del credito per evitare esse stesse il fallimento.
A seguito della stretta del credito, possono verificarsi fallimenti sia di banche che di imprese e famiglie debitrici. I mancati pagamenti che vengono a crearsi, e gli eventuali fallimenti, si traducono in pignoramenti dei beni ipotecati a garanzia dei crediti, e un aumento delle proprietà in capo alle banche.
I crediti in sofferenza espongono gli istituti di credito ad un rischio simile di pignoramenti o fallimento. Le proprietà acquisite restano nell'ambito degli istituti di credito, tenendo conto che i principali finanziatori di tali istituti sono eventualmente soggetti che svolgono lo stesso tipo di attività creditizia.
Laddove la maggiore iniezione di liquidità proviene da una banca centrale, se questa è controllata dalle stesse banche alle quali presta denaro, il rischio di impresa degli istituti di credito è ridotto anche in caso di forti insolvenze dei loro clienti. In caso di fallimento di un istituto, che nel contempo controlla il suo principale creditore, questo potrebbe non esercitare le garanzie previste dalla legge a sua tutela.
Il credit crunch non solo può essere avviato da disposizioni provenienti delle autorità monetarie ma anche su volontà delle banche. Nel caso in cui le banche, come avvenuto nei tempi passati ed ancora oggi, sono preoccupate della solvibilità di coloro a cui prestano i soldi, si attua una stretta del credito concedendo a condizioni molto più rigide prestiti futuri: aumentando i tassi oppure chiedendo più garanzie. In tal caso non si ha una stretta pilotata dalle banche centrali, bensì direttamente dagli istituti di credito.
Fonte Wikipedia
Il credit crunch avviene solitamente al termine della fase di espansione, quando le banche centrali alzano i tassi di interesse al fine di raffreddare l'espansione ed evitare il rischio inflazione, spingendo gli istituti di credito ad alzare i propri tassi di interesse e chiudendo l'accesso al credito per chi non può permettersi la spesa. In altri casi, può avvenire che, sull'onda di fallimenti bancari e ritiro della liquidità, le banche applichino una chiusura del credito per evitare esse stesse il fallimento.
A seguito della stretta del credito, possono verificarsi fallimenti sia di banche che di imprese e famiglie debitrici. I mancati pagamenti che vengono a crearsi, e gli eventuali fallimenti, si traducono in pignoramenti dei beni ipotecati a garanzia dei crediti, e un aumento delle proprietà in capo alle banche.
I crediti in sofferenza espongono gli istituti di credito ad un rischio simile di pignoramenti o fallimento. Le proprietà acquisite restano nell'ambito degli istituti di credito, tenendo conto che i principali finanziatori di tali istituti sono eventualmente soggetti che svolgono lo stesso tipo di attività creditizia.
Laddove la maggiore iniezione di liquidità proviene da una banca centrale, se questa è controllata dalle stesse banche alle quali presta denaro, il rischio di impresa degli istituti di credito è ridotto anche in caso di forti insolvenze dei loro clienti. In caso di fallimento di un istituto, che nel contempo controlla il suo principale creditore, questo potrebbe non esercitare le garanzie previste dalla legge a sua tutela.
Il credit crunch non solo può essere avviato da disposizioni provenienti delle autorità monetarie ma anche su volontà delle banche. Nel caso in cui le banche, come avvenuto nei tempi passati ed ancora oggi, sono preoccupate della solvibilità di coloro a cui prestano i soldi, si attua una stretta del credito concedendo a condizioni molto più rigide prestiti futuri: aumentando i tassi oppure chiedendo più garanzie. In tal caso non si ha una stretta pilotata dalle banche centrali, bensì direttamente dagli istituti di credito.
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