A meno di 5 giorni dall'appuntamento con notaio per il rogito (e con il fine settimana di mezzo), ho ricevuto diffida dall'avvocato dell'acquirente, dicendo che la documentazione inviata al notaio non corrisponde allo stato di fatto, ai dati catastali e alle planimetrie depositate, che l'acquirente recede dal rogito e pretende la restituzione del doppio della caparra entro 7 giorni.
Data la complicazione della situazione su cui non mi dilungo (siamo in 3 proprietari di cui una rappresentata da amministratrice di sostegno e gli altri 2 viventi all'estero), non abbiamo ancora nominato un legale che risponda alla lettera, ma abbiamo preparato una lettera di risposta negando che ci siano difformità, e chiedendo che il contratto di compravendita venga eseguito. E' sufficiente una lettera da parte nostra per il momento, mentre nel frattempo troviamo un avvocato che ci rappresenti?
Dettagli importanti. Dalla maniera in cui si è comportato l'acquirente fino ad ora, abbiamo l'impressione che l'intenzione di acquisto non fosse mai esistita, ma che si tratti di una manovra predatoria escogitata fin dall'inizio, sfruttando delle irregolarità edilizie e la posizione di svantaggio della persona disabile che vive nella casa. Un amico che ha assistito professionalmente a casi simili in passato dice che secondo la sua esperienza è probabile che l'agenzia immobiliare sia in qualche maniera complice con l'acquirente. Il notaio, contattato per telefono sostiene che i documenti che ha ricevuto sono a posto.
La casa aveva fino a questa primavera irregolarità edilizie, che poi sono state sanate con una procedura accettata dal comune e per la quale è stata regolarmente pagata la penale richiesta ad agosto. L'acquirente era a conoscenza dell'esistenza di irregolarità, tanto che nella proposta di acquisto iniziale, accompagnata da caparra, c'era un punto che accettava la irregolarità:
Data la complicazione della situazione su cui non mi dilungo (siamo in 3 proprietari di cui una rappresentata da amministratrice di sostegno e gli altri 2 viventi all'estero), non abbiamo ancora nominato un legale che risponda alla lettera, ma abbiamo preparato una lettera di risposta negando che ci siano difformità, e chiedendo che il contratto di compravendita venga eseguito. E' sufficiente una lettera da parte nostra per il momento, mentre nel frattempo troviamo un avvocato che ci rappresenti?
Dettagli importanti. Dalla maniera in cui si è comportato l'acquirente fino ad ora, abbiamo l'impressione che l'intenzione di acquisto non fosse mai esistita, ma che si tratti di una manovra predatoria escogitata fin dall'inizio, sfruttando delle irregolarità edilizie e la posizione di svantaggio della persona disabile che vive nella casa. Un amico che ha assistito professionalmente a casi simili in passato dice che secondo la sua esperienza è probabile che l'agenzia immobiliare sia in qualche maniera complice con l'acquirente. Il notaio, contattato per telefono sostiene che i documenti che ha ricevuto sono a posto.
La casa aveva fino a questa primavera irregolarità edilizie, che poi sono state sanate con una procedura accettata dal comune e per la quale è stata regolarmente pagata la penale richiesta ad agosto. L'acquirente era a conoscenza dell'esistenza di irregolarità, tanto che nella proposta di acquisto iniziale, accompagnata da caparra, c'era un punto che accettava la irregolarità:
- L’immobile ad oggi non è totalmente conforme alla normativa edilizia ed urbanistica vigente, il proponente dichiara di essere a conoscenza delle difformità esistenti e da la sua disponibilità a ripristinare ..., a riportare la cubatura esistente a quella concessionata, a sanare successivamente ... accollandosi i costi della sanzione amministrativa definita dall’ufficio tecnico del comune.