Bagudi

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Sto segunedo un cliente che vende in edlizia convenzionata, vaolre imposto 115.000,00 rivalutato con un "balzello inventato dal comune" 215.000,00, ma il venditore deve pagare una tassa del 12% sulla differenza di prezzo.

Roby, per favore mi chiarisci meglio i particolari che citi sopra ?
Mi interessa molto sapere cosa si inventano i comuni per superare l'ostacolo....:^^:
E' anche vero che se non ci pensano i comuni, non ci penserà nessuno...:disappunto:
Ciao
Silvana
 

Roby

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Ciao Silvana, ti spiegho, ho avuto più incontri nel mio ufficio con un responsabile dell'ufficio tecnico del comune dove opero.
Praticamente se il venditore si accorda con il comune che ha emanato una "formuletta" con la quale permmete al venditore di alzare il valore dell'immobile a fronte del pagamento di una oblazione del 12% tra la differenza del prezzo imposto e il prezzo di vendita calcolato con la "formuletta" si può rogitare "quasi" a prezzo di mercato.

A detta del gemoetra del comune e di alcuni avvocati sentiti dallo stesso questa è una grandissima Cax............

BAsta im pugnare l'atto per inficiare questa delibera comunale che contrasta con le Convenizoni che sono degli atti pubblici dove hanno partecipato tutti i soci.

INsomma a mio parere l'edilizia convenzionata è un gran casino e quando incontro un immobile in edilizia convenzionata non posso dire di essere contento di trattarlo.
 

Bagudi

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Grazie, Roby.

Penso comunque che se il Comune fa una delibera per ovviare ai problemi dati dalla Convenzione, possa modificare alcuni passi della Convenzione stessa.

Negli anni Ottanta, nelle Convenzioni si diceva che si potevano fare mutui solo nella prima assegnazione (dalla Cooperativa o dalla Società all'acquirente).
Siccome era una solenne str.... e le Banche avevano cominciato a non voler più fare mutui dove c'era questa clausola, prima il Comune di Bologna e a seguire gli altri, hanno deliberato di togliere questa clausola e l'hanno fatto.

Da cui deduco che se ci fosse la volontà si potrebbero risolvere parecchi problemi.....:disappunto:
Silvana
 

Ropolino

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tornando al problema ,esiste una sentenza del consiglio di stato che recita sulla”convenzione edilizia” : “In via generale la giurisprudenza in materia di vincoli ha chiarito l’impossibilità per il comune di fissare limiti alla commerciabilità dei beni oltre quelli fissati dal legislatore nazionale affermando che “Poiché l’art.35, c. 14 – 17, della L. 22 ottobre 1971, n°865, stabilisce una disciplina limitativa della commerciabilità degli alloggi, l’autorità comunale non può disporre ulteriori restrizioni ostandovi la riserva di legge prevista nell’art. 42, c. 2, della Costituzione (Cons. Stato, sez. IV, 10 gennaio 1990 n°9, in Giur. It. 1990, III, 1, 240)”, e che “Sono illegittime le clausole inserite in una convenzione per l’assegnazione di aree destinate alla realizzazione di alloggi economici e popolari con le quali l’autorità comunale in violazione dell’art. 35 della L. 22 ottobre 1971, n°865, imponga alle cooperative ed ai suoi assegnatari limitazioni alla facoltà di cedere o locare gli immobili diverse e più onerose di quelle previste direttamente dal legislatore (Cons. Stato, sez. IV, 10 gennaio 1990 n°9, in Foro amm., 1990, 35)”. Successivamente tutti i vincoli stabiliti dall’art. 35, L. 865/1971 dal c. 15 al 19 sono abrogati dall’art. 23, c. 2, della L. 179/1992”;
2) la Legge 179/’92 ha non solo ridotto a cinque anni il divieto di alienabilità e di locazione precedentemente fissato in dieci e venti anni per gli appartamenti realizzati su aree cedute in proprietà, ma ha altresì abrogato tutte le prescrizioni soggettive e di determinazione del prezzo di cessione degli alloggi oltre il periodo di durata di detto divieto.
mi chiedo come mai i comuni insistano nel metter nelle convezioni limiti su cui il consigliodi stato si e' gia' pronunciato ed alcuni notai non si rifanno alla sentenza del consiglio di stato ( e della cassazione del 2 ottobre 2000 n 13006)
 

Bagudi

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Fatto è che i Comuni proseguono tranquillamente e se ne infischiano...

Anzi propongono in alcuni casi nuovi balzelli

Silvana
 

stileproject

Nuovo Iscritto
Ciao, complimenti ancora per la professionalita e rapidita' di risposta.
io ho aperto poc anzi una discussione ..
non so se e' nella posizione corretta del forum ad ogni modo rifacendomi al "Ci sono notai che dichiarano di stipulare tranquillamente i rogiti a prezzo di mercato perchè la convenzione è valida solo per il primo assegnatario, ci sono notai che seguono la prassi solita (prezzo imposto, requisiti soggettivi ..ecc)." secondo voi..essendo proprietario e volendo rispettare legge e mercato..se trovassi un notaio potrei rivendere in modo REGOLARE e umano? date un occhio alla mia convenzione che allego..in parte..solo quella legata alla rivendita dell immobile..a mio avviso illogioco.Logicamente al momento del rogito..e' stato notato questa piccola..particolarita' attendo grazie..e scusatemi per eventuali errori tratto convenzione.jpg
 

stileproject

Nuovo Iscritto
ciao e grazie per la risposta ma mi riferisco a quello che e' riportato sotto..
della svalutazione.
ti prego di guardare l allegato. ho veramente necessita di avere pareri..info suggerimenti da tutti.
pero' ti faccio un esempio se ..metto un camino..poi mica posso smontarlo..si dovrebbe almeno dare un piccolo valore aggiunto..a questo..
penso sia normale.
per questo dico..non voglio vendere al prezzo di mercato ma almeno al giusto.
Logico che il discorso deve essere approfondito pero' davvero date un occhio all allegato.
grazie ancora!
 

Umberto Granducato

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Non ci vedo nulla di strano, tante convenzioni sono così.. Eventuale extracapitolato entra nel conteggio x il prezzo imposto se viene fatto al momento della costruzione, non successivamente
 

stileproject

Nuovo Iscritto
secondo te e' logico che io debba avere un deprezzamento del l immobile?
non parlo di prezzo ma di de prezzamento e/o rivalutazione di mercato.

a me suona molto strano...e ripeto illogico..
ad ogni modo grazie. spero in commenti e risposte di altri piu complete ed esaustive
 

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