Il venditore si accorge del proprio errore
Non si capisce dove sia l'errore; perché non vuole più vendere ?
Quesito: il venditore, non volendo più vendere, può impugnare la proposta erroneamente accettata per insussistenza delle premesse necessarie per formularla (mandato scaduto all'agenzia incaricata della vendita).
Non sembra che ci sia stata nessuna coercizione tipo pistola alla tempia per la formulazione della proposta , ne tantomeno per l'accettazione, quindi era regolare la proposta e regolare la sua accettazione.
La proposta accettata ( la cui accettazione sia stata comunicata al proponente entro la data prevista) è un normale e regolare contratto preliminare.
Se uno dei due ha cambiato idea, ne pagherà le conseguenze.
Se entrambe le parti hanno cambiato idea, potranno risolvere consensualmente il contratto, pagando comunque le dovute provvigioni.
Se il cambio di idea dipende dalla errata credenza di non dovere le provvigioni, a causa dell'incarico scaduto ( fattore ininfluente), è sbagliata l'idea; avete trattato tramite agenzia, e le provvigioni sono dovute ( anche se la vendita non si concluderà).
Quindi in caso di rinuncia da parte dell'acquirente nulla è dovuto all'agenzia. Anzi si potrebbero chiedere i danni. Che ne dici?
L'agenzia andrà pagata.
Se cambia idea l'acquirente, oltre a pagare le provvigioni perderà la caparra o dovrà risarcire i maggiori danni provocati al venditore .
Discussione surreale, ma bella