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Utente Cancellato 72152
Ospite
Se la banca da i soldi al compratore già al primo atto significa che da quel momento parte l'ipoteca sull'immobile.
Per me l'errore sta qui. Il compratore deve avere, di suo, un piccolo anticipo da versare. La banca non presterà mai soldi al promossario acquirente se non avrà la CERTEZZA ASSOLUTA che la prelazione non potrà essere esercitata.
Mettiti nei panni della banca. Se tu fossi una banca, presteresti soldi ad una persona per fare un atto notarile, ben sapendo che può arrivare il Ministero dei Beni Culturali ad ANNULLARE L'ATTO esercitando il diritto di prelazione?
Andrà corcordato in forma scritta che qualora il Ministero eserciti la prelazione, il piccolo anticipo andrà restituito al promissario acquirente che ovviamente non avrà alcuna colpa del fatto che il Ministero sia interessato a un immobile almeno quanto lui.
Ad avallare l'ipotesi, aggiungo: quale banca iscriverebbe un'ipoteca su un immobile del quale non è garantita la possibilità di iscrivervi ipoteca?
Esatto, il primo e un atto di acquisto, condizionato dall’eventuale esercizio del diritto di prelazione, quindi non ancora efficace.
Come dice @francesca63 , per questo atto di acquisto condizionato è possibile prevedere solo il versamento di una somma parziale, ed è cosa saggia convenirne per iscritto la restituzione qualora il Ministero voglia fare suo quell'immobile.
Non è certo colpa del promissario acquirente, privato cittadino, se un Ministero decide di fregargli l'affarone.
Di questi tempi, tuttavia, non credo che lo Stato sia intenzionato a gettare (pubblico) denaro per l'acquisto di immobili da privati. Semmai è il contrario, lo stato cede in diritto di superficie novantennale incassando ora, "poi [tra 90 anni] vedremo".
Per un atto condizionato non ancora efficace, credo non esista Banca sulla faccia della Terra che si senta autorizzata ad iscrivere ipoteca legale.
Magari su Marte.....