Ok....ora è tutto più chiaro.
Posso allora chiedere un canone visto che lei usa quote anche di mia proprietà...
Ma il diritto allo scioglimento della comunione quindi posso farlo solo tramite avvocato? (Oltre che di comune accordo...)
Io ho dei parenti che però avendo utilizzato tacitamente un appartamento indiviso per 20 anni, che era proprio solo per 1/3, hanno dovuto pagare l'affitto arretrato ai fratelli quando hanno formalizzato la divisione. Perchè in questo caso chi ci abitava ci ha rimesso?
Prova ad accennare dove possibile ad una risposta.
1) Lo scioglimento della comunione e le modalità vengono sancite da un giudice. Per accedere al tribunale devi "appoggiarti" ad un avvocato, ma non sei tu a dettare l'esito.
2) Nel momento in cui vanterai diritti di proprietà sarai libero di proseguire nel comodato gratuito o chiedere un corrispettivo.
3) I parenti che hanno utilizzato tacitamente in modo gratuito un alloggio, forse avrebbero addirittura maturato il diritto di esercitare la richiesta di usucapione .....
4) Se hanno accettato e concordato il pagamento degli arretrati di un canone (mai richiesto) coi fratelli, hanno fatto cosa corretta soprattutto sul piano etiico.
5) Sul piano giuridico mi pare non sia così implicito che l'uso gratuito concesso da parenti, ad esempio i genitori, possa essere successivamente valorizzato e monetizzato al momento di una successione: direi quindi che la richiesta retroattiva di un canone, in assenza di contratto e in palese condizione di comodato, sia piuttosto discutibile. Non sono però un legale: lascio a te ed a esperti una valutazione sui toui quesiti. Non credo però che il tuo ragionamento porti ad autorizzare un tuo pensiero a pretendere affitti non riscossi dalle zie, a tuo vantaggio.
Non pretendere oltre. Per dare risposte certe bisognerebbe conoscere tutti i particolari della storia, e ciò è quasi sempre impossibile.
E mi trattengo dall'esprimere sensazioni e giudizi che mi sorgono da questa discussione, ma che non mi competono.