rinneghi tutte le tue teorie sull'individualismo dell'attività e sull'inutilità delle collaborazioni.
Mai e poi mai.
Lavorare in squadra coi colleghi, non ha nulla a che vedere, con la collaborazione tra concorrenti.
Fermo restando, che per chiunque voglia vendere, colleghi o concorrenti, la porta e’ sempre aperta.
La vendita e’ l’ultima ruota del carro.
Chi va’ tutti i giorni a procacciare immobili per strada, sa bene che prodotti e vendite, non sono tutte uguali.
Capita, che vendi l’attico da 200mq e non raggiungi la doppia cifra di mediazioni.
Mentre capita che acquisisci e vendi il bilocale e ci ricavi una mediazione tanto alta, manco l’avessi ereditato.
In questo caso, per i colleghi che collaborano tra di loro, le vendite messe a segno sono due.
Per coloro che non sono dediti a rincorrere chi compera, le buone novelle, non finiscono qui.
Perche’ avendo i prodotti sempre disponibili, che sia per la loro stessa combinata azione o per quella dei colleghi eo dei concorrenti, che andranno ancora a vendere.
Nell’arco dello stesso mese.
Realizzando quattro o cinque vendite al mese.
Con spettanze che possono variare, a seconda se l’affare e’ stato acquisito e venduto, oppure solo acquisito e poi venduto da terzi, colleghi o concorrenti che siano.
Per fare buoni numeri, oppure affari immobiliari, non occorre essere soci in intermediazioni.
Vero e’ l’esatto contrario.
Infatti in questo lavoro i soci di capitale non contano un Catso.
Quello che conta, sono le gambe e il fiato per reperire sempre i prodotti, avendone sempre di disponibili per essere trasferiti in vendita, da qualsiasi parte arrivi la domanda.
In questi giorni abbiamo reperito un miniappartamento.
Bomboniera dal Prezzo alettante e, tra noi “ragazzi”, l’abbiamo ritirato.
50mila.
Immesso in vendita ad 88.
Se abbiamo sbagliato, piu o meno della meta’, ma dubito, si vendera’ a 70k.
Se verra’ Collaborando la concorrenza a venderlo, pagheremo loro il tre o il quattro per cento pieno, di mediazioni.
Diversamente i ragazzi si spartiranno anche quello.
Un buon salario, spendendo e rischiando poco, senza necessariamente essere soci di capitali.
Che possono finire.
Mentre il saper fare rimane inossidabile.
“Meglio avere un bel meste’ che una montagna di dane’ “