Qualcosa non torna.
Se il ragazzo è di nazionalità portoghese, è un cittadino comunitario e perciò non necessita di permesso di soggiorno.
Se invece intendi dire che parla la lingua portoghese ma è di una diversa nazionalità (ad esempio brasiliano), questi necessita di un regolare permesso di soggiorno per poter non essere considerato "cladenstino".
La legge, stabilisce che chi affitta una casa o una stanza, debba stipulare un regolare contratto di locazione, debba registrarlo e debba dare comunicazione alla questura competente dell'avvenuta cessione di fabbricato (o di parte di un immobile, nel caso di una stanza).
Stando alle ultime indicazioni espresse dalla Corte di Cassazione, la legge, non pone l'obbligo di verificare che il potenziale inquilino sia in possesso di un regolare permesso di soggiorno; perciò affittando ad un cittadino privo di tale permesso, non si rischia nulla da un punto di vista penale e neppure si rischia di vedersi annullato il contratto di locazione regolarmente stipulato.
La legge pone tuttavia l'onere di richiedere all'inquilino "un valido documento di riconoscimento" (generalmente, nel caso di cittadini extracomunitari, il passaporto).
Onde evitare grattacapi però, è bene tutelarsi facendo in modo che il canone concordato (e realmente percepito) si in linea con i prezzi di mercato, e non sia perciò un prezzo spropositato cosa che potrebbe configurare il reato di ingiusto profitto e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina -Cass. sent. n. 46070/2003-.
Sarebbe inoltre opportuno verificare le eventuali fonti di reddito dell'inquilino, ovvero come egli provvederà al suo sostentamento (onde evitare di ritrovarsi coinvolti in spiacevoli situazioni a causa di inquilini che esercitino "professioni" dubbie o illegali, quali ad esempio prostituzione o spaccio).