Credi che il mercato immobiliare crollerà?


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Graf

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Bene il “crollo” è terminato, le “macerie” sono a terra ma quasi tutte tolte di mezzo, ora si tratta di ricostruire le condizioni per una risalita di lunga durata del mercato immobiliare…sperando di evitare nei prossimi anni nuove bolle irragionevoli, funesti preannunci di ulteriori crolli rovinosi nel futuro…
Ora è necessario che tutti remino nelle stessa direzione con buona lena.
(Nel sondaggio del 2008 il 40% degli operatori si diceva molto pessimista della tenuta del mercato immobiliare e prevedeva uragano il quale, a babbo morto, è stato ancora peggiore e distruttivo di quanto allora previsto…)
Ma il 24% in più di compravendite negli ultimi mesi :fiore::fiore:sono il segnale che la tempesta è passata e che il cielo si sta facendo sempre più azzurro e sgombro di nubi….
O no? :domanda:
 
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Mil

Membro Senior
Bene il “crollo” è terminato, le “macerie” sono a terra ma quasi tutte tolte di mezzo, ora si tratta di ricostruire le condizioni per una risalita di lunga durata del mercato immobiliare…sperando di evitare nei prossimi anni nuove bolle irragionevoli, funesti preannunci di ulteriori crolli rovinosi nel futuro…
Ora è necessario che tutti remino nelle stessa direzione con buona lena.
(Nel sondaggio del 2008 il 40% degli operatori si diceva molto pessimista della tenuta del mercato immobiliare e prevedeva uragano il quale, a babbo morto, è stato ancora peggiore e distruttivo di quanto allora previsto…)
Ma il 24% in più di compravendite negli ultimi mesi :fiore::fiore:sono il segnale che la tempesta è passata e che il cielo si sta facendo sempre più azzurro e sgombro di nubi….
O no? :domanda:

no. E' solo il segnale che si muove una parte di mercato a quotazioni di -50-60% rispetto a due anni fa, ma la situazione è se possibile ancora più drammatica di qualche anno fa, proprio per l'inasprirsi della crisi e il clima di pesante incertezza. Nonostante una parziale riapertura del credito manca l'incontro domanda offerta sui due terzi del panorama immobiliare a causa di quotazioni che erano in bolla prima, ma continuano ad essere fuori da ogni logica anche oggi, specie se confrontate con salario medio, tasso reale di disoccupazione, famiglie sempre più monoreddito e panorama occupazionale e demografico italiano etc.
I ribassi, specie nelle grandi città, sono comunque troppo esigui se paragonati all'aggravarsi molto più rapido della crisi e alla mancanza di appetibilità poi in concreto di un immobile: molto evidente nel settore commerciale, ma altrettanto tangibile per le conseguenze nel residenziale.
In altre parole la tempesta non è affatto passata,i lievi cali e il fatto che le banche abbiano tutto l'interesse a rifilare qualche mutuo trentennale per sbarazzarsi di case tuttora ipervalutate stanno solo dando l'impressione di una ripresa che non c'è. L'interesse per gli immobili è in crollo verticale come pure è notevolmente diminuita la tendenza ad un indebitamento eccessivo e troppo prolungato, persino da parte delle coppiette più sprovvedute che erano il bacino di utenza di immobili pessimi venduti a caro-mutuo. Non potrebbe essere diversamente: quando l'economia reale non funziona, esistono importanti emigrazioni di giovani all'estero e rischi concreti di difficoltà lavorative per chi rimane il castello di quotazioni immobiliari artefatte non può che venire giù.E quando i cali di prezzo avvengono in ritardo rispetto all'economia reale è già ora di ribassare ulteriormente oppure di accantonare per i prossimi vent'anni l'idea di vendere un immobile..E tutto questo non può che condizionare anche chi deve solo investire, perchè si rende conto di immobilizzare un capitale troppo elevato rispetto alle reali prospettive del Paese e quindi al ritorno economico veritiero..
 
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ab.qualcosa

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Agente Immobiliare
E' solo il segnale che si muove una parte di mercato a quotazioni di -50-60% rispetto a due anni fa

Personalmente i casi più disperati (sia pur sporadici) li ho sperimentati nelle zone periferiche, per tipologie indubbiamente poco attraenti, ma il 50% rispetto alle quotazioni di picco non l'ho mai visto.
Magari se provo a rimpinzarmi di peperoni subito prima di andare a letto... devo provare.
 

Mil

Membro Senior
Personalmente i casi più disperati (sia pur sporadici) li ho sperimentati nelle zone periferiche, per tipologie indubbiamente poco attraenti, ma il 50% rispetto alle quotazioni di picco non l'ho mai visto.
Magari se provo a rimpinzarmi di peperoni subito prima di andare a letto... devo provare.

infatti se provi ad analizzare un po' bene le compravendite nelle grandi città vedi che è proprio il mercato di zone periferiche o poco attraenti che sta andando, proprio perchè a fronte di grandi ribassi qualcuno che investe per affittare agli extracomunitari c'è... Tutto il resto cioè il mercato normale fatto di immobili normali destinati a famiglie normali è semplicemente inchiodato sulle stesse quotazioni folli di sempre e quindi anche sulla domanda. Come volevasi dimostrare.
Più in generale si vende laddove la bolla ha avuto un impatto limitato (come nelle province che non ti aspetti o magari al sud) e dove qualche calo di quotazione ha semplicemente ravvivato un po' la domanda, il che non equivale affatto a dire che c'è interesse verso il mattone, tutt'altro.
Il commerciale invece penso accomuni tutte le zone indistintamente in una situazione catastrofica e realmente preoccupante ovunque.
 

Graf

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Membro dello Staff
Privato Cittadino
A Roma, a luglio 2017, i prezzi medi delle abitazioni continuano a calare, di poco, ma continuano a perdere valore. A fronte di una decisa riprese delle vendite.
Tutto ciò impone una riflessione.
 

Mil

Membro Senior
I valori non sono ancora allineati al reale potenziale di spesa di chi vorrebbe acquistare. E questo considerando comunque che il numero di chi vorrebbe acquistare è in progressiva diminuzone.
concordo pienamente. Rimanere in Italia troppo a lungo fa perdere la percezione della realtà. Basta spostarsi per un periodo per rendersi conto del gap salariale medio spaventoso che esiste da noi, dell'esorbitante costo medio delle abitazioni (indifferentemente nord/sud, città/provincia) rispetto allo stato reale dell'economia e dell'occupazione, della vergognosa speculazione edilizia a cui in troppi si sono piegati, non da ultimi i professionisti.
Il lieve abbassamento dei prezzi è solo indice dello scarso senso critico purtroppo della media della popolazione (almeno la stanziale)che tuttora "si accontenta" e continua ad indebitarsi..ahimè altre nazioni anche in ciò ci superano di gran lunga (non a caso il 90% del nostro panorama non è assolutamente appetibile nè per prezzi nè per tipologie agli stranieri a differenza di altri Paesi con caratteristiche climatiche similari. Se ci aggiungiamo le inefficienze, la burocrazia etc. non ne parliamo neppure).
Non tocchiamo neanche il tasto dell'emigrazione .(persino delle seconde o terze generazioni, figli di immigrati in Italia anni fa)..uno spaccato che dovrebbe aprirci degli interrogativi di cui la grancassa dell'ottimismo della presunta ripresa del settore edile non parla affatto.
 

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